Duncan è in uno stato di forma clamoroso…
San Antonio Spurs b. Miami Heat= 93-84
San Antonio Spurs b. Atlanta Hawks= 103-88
San Antonio Spurs b. New York Knicks= 99-81
San Antonio Spurs b. Philadelphia 76ers= 88-80
San Antonio Spurs b. Boston Celtics= 92-84
Toronto Raptors b. San Antonio Spurs= 96-91
Una corazzata. Ecco com'è possibile definire i San Antonio Spurs di questo avvio di stagione. I segnali positivi arrivati nei primi giorni di Nba hanno avuto una conferma importante e le poche nuvole addensate sopra il cielo texano, dopo la sconfitta con Seattle (la squadra più in forma della lega), sono state spazzate via con un colpo di vento che porta il nome di TIM DUNCAN.
Un fenomeno. Il vero centro dominante, uomo in grado di oscurare qualsiasi vallata. Neanche l'uomo nero, in arte Shaquille O'Neal, è riuscito ad ostacolare l'ex nuotatore caraibico, che sembra davvero di un altro pianeta rispetto a tutti gli altri (a parte Kevin Garnett ovviamente). La sconfitta sul campo dei Raptors (terza trasferta in quattro giorni) poi, arrivata nel quarto periodo per un evidente calo fisico, non può certo stravolgere una situazione ormai consolidata.
Ma non solo Duncan. Gli speroni quest'anno sono un team completo, un gruppo unito in cui ognuno svolge al meglio il compito che il Pop gli ha affidato.
1) Emanuel Ginobili, argentino talentuoso che è diventato, a tutti gli effetti, la seconda stella della squadra.
2) Bruce Bowen difensore tostissimo, ma che all'occorrenza si trasforma in un jolly offensivo sorprendente.
3) Brent Barry, tiratore unico dal perimetro, aspetto che, nella scorsa primavera, era stato il vero tallone d'Achille degli Spurs.
4) Radoslav Nesterovic, punto di riferimento decisivo in zona pitturata. Spalla perfetta per Timoteo e "pick" sul quale le guardie di San Antonio (vedi Ginobili e il rookie Beno Udrih) possono rollare a piacimento.
5) Tony Parker, il galletto francese che quest'anno pensa molto di più alla squadra e pochissimo a se stesso (decisiva la lezione con i Lakers l'hanno passato).
12 novembre
San Antonio Spurs vs Miami Heat = 93-84
Dopo Derek Fisher, all' Sbc Center di San Antonio fa il suo ritorno Shaquille O'Neal. Il tutto esaurito è d'obbligo. La forma di "The Big Aristotele" non è perfetta. Il bicipite femorale gli dà ancora qualche fastidio, ma la sfida richiede la sua presenza e Shaq non è certo uno che si tira indietro. Alla palla a due lui c'è.
Non è presente invece Dwyane Wade, sofferente di una distorsione alla caviglia sinistra rimediata pochi giorni prima nella sfida contro Dallas.
Ai tempi dei Lakers, Shaq parlava di questa sfida come quella decisiva per il titolo, o quanto meno per la finale. Ora invece per Shaq è tutto diverso: "Cambiare conference significa affrontare gli Spurs solo due volte l'anno. Caso mai in finale. Di certo meno preoccupazioni, ma incontrare i grigio-argento in trasferta è in ogni caso una sfida che NON deve essere persa". Così Shaq ai giornalisti prima dell'inizio della partita.
Ci teneva moltissimo. L'ho dimostrato: 23 punti, 21 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate. Una gara fantastica, la migliore da quando Shaq è a Miami, limitata solo dai soliti falli prematuri che lo hanno costretto alla panchina nelle fasi decisive del match. Ma O'Neal da solo non poteva farcela contro questi Spurs. Un team che gioca di squadra e scioglie qualsiasi avversario come neve al sole.
Primi tre quarti in assoluto controllo (60-72), con il solito Tim Duncan (17 punti, 13 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate e 3 stoppate) sugli scudi e un ultimo periodo in cui gli Spurs si sono affidati alla loro super-difesa. Ma non solo. La giocata della partita spetta ad Emanuel Ginobili (29 punti, con 8/12 dal campo, 5/6 dall'arco e 8/10 ai liberi, il tutto condito con 7 rimbazi, 7 assist e 6 rubate). What a game!!!.
San Antonio, dopo aver sofferto nei primi otto minuti dell'ultimo quarto, mette in piedi un parziale di 13-3 che fissa il risultato sul 80-76. Ginobili deve tirare un libero. Dalla linea della carità Emanuel colpisce il ferro, cattura il lungo rimbalzo, fa due passi indietro e dall'arco piazza la bomba decisiva. 83-76 e tutti a casa. Negli tre minuti Miami mette solo 6 punti contro i 10 di San Antonio.
Davanti all'armadietto il Gino fa il modesto: "Ho preso il rimbalzo. Nessuno mi marcava e ci ho provato. Non è stato un tiro miracoloso". Ma ci pensa Tony Parker (18 punti e 4 assist) a ristabilire le giuste proporzioni: "Manu gioca con una tranquillità incredibile. Per tirare in quella situazione in quel modo devi essere un grande".
Lo stesso coach di Miami, Stan Van Gundy dice la sua sul rimbalzo e tripla di Ginobili: “Ci ha tagliato definitivamente le gambe".
Una vittoria importante dunque, che dà un segnale forte a quelli che ancora nutrivano dubbi su chi sia la vera candidata al titolo, anche se l'assenza di Wade ha sicuramente avuto il suo peso.
13 novembre
San Antonio Spurs vs Atlanta Hawks = 103-88
A 24 ore dalla grande vittoria contro Miami, i San Antonio Spurs scendono di nuovo sul parquet di Atlanta per giocarsela contro i derelitti Hawks di Antoine Walker, il solo fra i suoi a crederci fino alla fine (23 punti e 10 rimbazli). Alla fine è stata una passeggiata.
Primi tre quarti di totale dominio (77-60) con Tim Duncan (26 punti con 10/20 dal campo e 6/10 ai liberi, conditi da 18 rimbalzi) che torna a fare la voce grossa. Ultimo quarto in totale controllo.
Sorpresa della serata è Bruce Bowen. Non solo grande e solito contributo dietro, ma uomo che non ti aspetti in attacco: 22 punti 7/10 dal campo, 5/5 dal perimetro e 3/4 ai liberi.
Per il resto giornata di normale amministrazione.
Nesterovic affianca in maniera nobile Duncan sotto le plance raccogliendo la bellezza di 11 rimbalzi, piazzando 3 stoppate e smazzando anche due assist.
Parker e Ginobili fanno girare la squadra mettendo a segno 13 assist.
Barry contribuisce in attacco con 13 punti.
Gregg Popovich alla fine è molto soddisfatto dei suoi, soprattutto per l'approccio psicologico alla gara: "Se vogliamo essere i migliori dobbiamo rispettare tutti quelli contro cui giochiamo e capire che a questi livelli il nome della squadra non conta. Penso che questa sera abbiamo capito tutto ciò fornendo una prova straordinaria.
Molto contrariato invece Walker che ammette: "Chi si aspettava Bowen al 100% da tre? Gli abbiamo lasciato troppo spazio e lui ci ha punti". Sulla stessa lunghezza d'onda il coach di Atlanta, Mike Woodson: "Non abbiamo fatto quello che normalmente siamo soliti fare. Questa squadra non può essere solo Walker ed Harrington (10 punti e 12 rimbalzi) bisogna coinvolgere tutti se vogliamo toglierci qualche soddisfazione quest'anno". Analisi amara ma quanto mai veritiera.
16 novembre
San Antonio Spurs vs New York Knicks = 99-81
Dopo un "tour de force" impressionante, che ha portato a giocare i San Antonio Spurs 6 partite in 10 giorni, i grigio-argento hanno potuto godere di 3 giorni di riposo; manna dal cielo per una squadra che aveva bisogno di ricaricare le batterie. Soprattutto in vista di un'altra serie di match impegnativi.
Il primo appuntamento è in casa contro i New York Knicks di Stephon Marbury. Dopo un primo quarto in difficoltà , chiuso in vantaggio da New York di due punti (25-23), gli Spurs hanno alzato il muro difensivo e la partita si è chiusa.
I Knicks non sono più riusciti ad oltrepassare quota 20 punti per quarto (38% la percentuale dal campo alla fine), mentre Duncan ("solita" doppia doppia da 17+10 per lui) & co. hanno agito in attacco in grande scioltezza, facendo girare la palla a mille all'ora (25-14 il conto degli assist alla fine).
Efficace poi la prova di Tony Parker: 18 punti, 9 assist e 3 rimbalzi. Sorprendente poi l'autorità con la quale il francesino ha limitato Marbury (solo 13 punti e 4/12 dal campo). "Ho provato ad essere più aggressivo in difesa e in attacco e a coinvolgere maggiormente i miei compagni" ha detto il play al termine della partita. "Li ho trovati molto spesso liberi â€â€ ha proseguito Parker â€â€ e loro l'hanno messa dentro. Inoltre il mio tiro sta ricominciando a funzionare dunque posso essere molto fiducioso per il futuro".
Parole che sono musica per le orecchie del Pop: "Sono dei ragazzi fantastici. Ogni giorno si migliorano sempre di più. Andremo molto lontano".
18 novembre
San Antonio Spurs vs Philadelphia 76ers = 88-80
Dopo l'asfaltata nei confronti di New York, gli speroni sono stati chiamati ad una dura prova: affrontare i 76ers a Philadelphia, campo sul quale gli Spurs perdevano dal 22 novembre del 1999. Ma quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
Tim Duncan. Semplicemente straordinario. Dominatore assoluto di una serata stranissima, in cui il caraibico è stata l'unica certezza: 34 punti (13/27 dal campo e 8/13 ai liberi) e 13 rimbalzi. Da solo è riuscito a piegare la grande ed encomiabile resistenza di Philadelphia che fine all'ultimo ha tentato di portare a casa una vittoria di prestigio.
Alla fine del primo quarto tutti erano certi che San Antonio avrebbe dominato la partita: 20-6 il parziale in 12 minuti di gioco. 3/25 dal campo per Philadelphia e dominio difensivo totale per Duncan & co.
Allen Iverson (24 punti, 3 rimbalzi, 4 assist e 2 rubate) invece non riusciva a trovare la via del canestro (0/5 nel primo periodo e 8/24 alla fine per lui dal campo) e ci sono voluti addirittura 7 minuti prima che Korver facesse suonare per la prima volta la retina. Incredibile.
Nel secondo quarto però i 76ers, grazie ad una superba prova di squadra, realizzano un'impresa: segnare 27 punti in un quarto agli speroni. Svantaggio ridotto a sette lunghezze alla fine del primo tempo (40-33) e partita ufficialmente riaperta.
Nel terzo periodo le cose sembrano proseguire sulla stessa lunghezza d'onda. Phila efficace in attacco (26 punti in un quarto) e impenetrabile dietro (soli 15 punti per gli Spurs). Kyle Korver (17 punti, 4 assist e 3 rubate) mette 3 triple decisive. Corliss Williamson (15 punti e 7 rimbalzi) garantisce buone percentuali offensive.
All'inizio del quarto periodo Philadelphia era in vantaggio di due punti. Sarebbe stata l'ultima volta.
In pochi minuti gli Spurs piazzano il parziale vincente: 10-0. Vantaggio riconquistato e mai più mollato. Inutili i tentativi finali di Iverson & co. di rientrare in partita.
Alla fine negli spogliatoi è entusiasta Tim Duncan: "Oggi abbiamo fatto una grandissima partita. Abbiamo giocato benissimo dietro e nel quarto periodo ci siamo scatenati. Loro hanno fatto di tutto per rientrare, ma noi non potevamo concederglielo".
Dello stesso avviso l'allenatore di Philadelphia, Jim O'Brien: "Contro questi Spurs di più non potevamo fare. Sono davvero grandissimi, i principali candidati al titolo".
Tony Parker ha fornito ancora una buona prova. Pur non realizzando canestri è stato sempre un punto di riferimento per la squadra (8 rimbalzi, 6 assist e 3 rubate) e soprattutto ha messo addosso a Iverson tutta la pressione del mondo. Risultato: pessima serata al tiro per "The Answer" e vittoria per gli Spurs. Ecco l'analisi di Parker: "Non gli abbiamo dato respiro. Abbiamo fatto tutto alla perfezione: correre sempre, far girare la palla continuamente e attaccare gli spazi che ci si aprivano senza tregua".
19 novembre.
San Antonio Spurs vs Boston Celtics = 92-84
Avete presente cosa significa "bestia nera"? Ecco, Tim Duncan lo è per i Boston Celtics. Con Timoteo in line-up San Antonio non ha mai perso contro i bianco verdi (l'ultima vittoria di Boston risale all'otto gennaio del 1997, da allora 14 vittorie consecutive) e la solita musica si è ripetuta questa notte.
Dopo i primi tre periodi di gioco, Boston sembrava sulla giusta strada per infrangere questo tabù. Aldilà dei sette punti di vantaggio (66-59) il gioco espresso da Paul Pierce & co. dava l'impressione d'essere vincente: dominio totale a rimbalzo (44-29 alla fine), buone percentuali dal campo e ottima circolazione di palla. Questi gli ingredienti che avevano permesso ai celtici di guidare la partita.
Poi nell'ultimo quarto Duncan (26 punti, 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate e 3 stoppate) ha deciso di prendere in mano la sua squadra e di guidarla alla vittoria. Boston invece ha disfatto la sua tela, che faticosamente aveva tessuto nei primi 36 minuti di gioco.
25-6 il parziale decisivo, maturato grazie anche alle 8 palle perse di Boston. Paul Pierce (25 punti con 8 /12 dal campo, 5 rimbalzi e 8 assist) a fine gara non riesce a farsene una ragione: "Per qualche motivo siamo collassati nell'ultimo quarto. Non so spiegarmelo ma dobbiamo capire al più presto i motivi di questa sconfitta".
Gary Payton (16 punti con 7/14 dal campo, 5 rimbalzi e 8 assist) è invece più ottimista: "Siamo una squadra giovane. Quando una cosa va storta, tutto sembra andar storto. Se noi avessimo giocato l'ultimo quarto come abbiamo interpretato i primi tre periodi saremmo 7-0 nel record".
Due le chiavi di lettura di questa vittoria per gli Spurs. La maggior percentuale al tiro (47% contro 40%) e l'enorme quantità di palle perse nell'ultimo periodo di Boston, che hanno consentito agli speroni di dominare nel punteggio.
Lucida come al solito la lettura finale di Gregg Popovich: "Abbiamo giocato un grandissimo secondo tempo. La squadra all'inizio era in evidente difficoltà . Poi però abbiamo innalzato la nostra intensità difensiva e loro hanno avuto molti più problemi a trovare spazio. Abbiamo recuperato in difesa moltissimi palloni, che poi in attacco ci hanno consentito di avere tiri facili".
21 novembre.
Toronto Raptors vs San Antonio Spurs= 96-91
Questa sera abbiamo avuto la conferma che Duncan & co. sono umani. Alla terza trasferta consecutiva nell'arco di quattro giorni gli Spurs hanno subito un vero e proprio crollo fisico.
Il tutto nel quarto periodo di gioco, quando i Raptors hanno letteralmente asfaltato gli Spurs (33-9 il parziale), recuperando uno svantaggio di 20 punti. Protagonista dell'incredibile rimonta Lamond Murray, che ha messo a referto 13 punti (6/7 dal campo) e 4 rimbalzi in 19 minuti.
Gli Spurs nell'ultimo periodo sono andati in totale confusione. Nessun punto nei primi 6 minuti dell'ultimo quarto, con 0/8 dal campo e 0/2 dalla linea della carità .
Chris Bosh (20 punti con 7/16 dal campo e 10 rimbalzi) e Rafer Alston (20 punti con 8/17 dal campo, 7 rimbazli e 11 assist) gli altri due protagonisti della serata. Unica nota storta per Toronto la prova incolore per V-Incredible: 24 minuti giocati e solo 4 punti realizzati, con un anonimo 2/9 dal campo, a testimoniare il difficile momento di forma dell'americano.
Per Duncan solita grande prestazione: 26 punti (8/19 dal campo e 10/15 ai liberi), 15 rimbalzi e 3 stoppate. Ma aldilà delle statistiche, è tutta la squadra ad essere crollata. D'altronde la Nba non sarebbe la lega più difficile e competitiva del mondo se non fossero compresi nel prezzo (e nel calendario) viaggi lunghissimi e fusi orari pazzeschi.
PROSSIME PARTITE
22 novembre: San Antonio Spurs @ Memphis
24 novembre: Dallas @ San Antonio Spurs
26 novembre: San Antonio Spurs @ Denver
27 novembre: Utah @ San Antonio Spurs
30 novembre: San Antonio Spurs @ Dallas