Iverson si è presentato ad inizio stagione con la testa giusta…
Nuovo spirito nuova attitudine, questo è il motto sbandierato mediaticamente dai Philadelphia 76ers, velleità di un nuovo e più aggressivo e vincente approccio, di una nuova voglia di vincere e di una grande mentalità . Al tempo stesso Billy King è spacciato come uno dei più geniali Presidenti e Gm della Nba, tanto da meritarsi un servizio su Nba Action. Questa è la situazione astratta del basket della Città dell' Amore Fraterno, mentre la situazione concreta è leggermente (per non dire decisamente) distante da quella auspicata e sbandierata.
Nulla di particolarmente altisonante è stato fatto da Billy King in estate, se non scegliere (con la fortuna di ritrovarselo ancora disponibile alla nona chiamata) Andre Iguodala e di trattenere in bianco rosso blu i prospetti Willie Green, Kyle Korver e John Salmons (peraltro fortemente valorizzati dal tanto bistrattato Chris Ford), quindi appare perlomeno esagerato il modo in cui il Presidente-Gm dei Sixers viene messo sugli scudi.
Primi della Division con quattro vittorie e cinque sconfitte (magica Atlantic!!!), i Sixers hanno cominciato la stagione in sordina, senza grandi e altisonanti risultati e senza debacle clamorose. Innanzitutto salta agli occhi il fatto più importante della stagione: Allen Iverson sembra contento di coach O' Brien. Forse perchè non è un sergente di ferro, forse perchè è un coach prevalentemente offensivo, forse perchè gli lascia quasi del tutto carta bianca in attacco, forse solamente perchè lo sta ad ascoltare ed ha la mente aperta, ma non ha importanza, finchè durano così, teniamoceli.
C' è ancora in ballo il lodo Big Dog Robinson, “fuori rosa” e in partenza (ma dove? Con quel contratto veramente in pochi se lo potrebbero prendere), anche se continuo ad essere convinto che uno con le caratteristiche tecniche (anche se con la attitudine e la etica del lavoro assolutamente discutibile) di Glenn Robinson potrebbe fare ultra-comodo al basket dei Sixers, soprattutto ora che Iverson ha carta bianca per prendersi tutti i tiri che vuole, con la possibilità di avere un “punisher” come il cagnaccio sul lato debole capace di fare veramente male alle difese avversarie.
In queste prime battute di regular season si sta facendo valere, con punti, occhi della tigre e attitudine positiva, il sophomore da Creighton, Kyle Korver, premiato da Jim O' Brien con quasi una trentina di minuti a partita, e soprattutto con la fiducia nei finali di gara, designato come seconda opzione offensiva dopo (ovviamente) The Answer e cecchino devastante dalla linea dei tre punti.
Ottime conferme anche per John Salmons (29 minuti, 8 punti e 4 assist di media) e Willie Green (27 minuti e 11 punti di media), mentre non sembra essere ancora in condizione Samuel Dalembert, che non vede molto il campo (20 minuti di media a gara) e che sembra essere utilizzato con parsimonia da O' Brien. Simile il discorso per Kenny Thomas, sotto media in rimbalzi (7.6 a gara) e in punti (8.3 a gara), che non appare ancora nella sua condizione ottimale. Onesto l' impatto di Big Nasty Williamson, anche lui con pochi minuti ma con un ottimo rapporto punti-minuti (18 minuti-9 punti) e che soprattutto dà una dimensione in post-basso ai Sixers, gradito anche il buon recupero di Marc Jackson, il centro sottodimensionato che la scorsa stagione è stato fermato nel suo miglior momento da una frattura alla mano.
Dimentichiamo qualcuno? Ah già : Andre Iguodala sta muovendo i primi passi nella Lega, ottimo compagno di transizione di The Answer, con un buon in-between-game e con un atletismo straripante, potrà diventare, anche in tempi relativamente brevi, una pedina fondamentale nello scacchiere di Jim O' Brien.
Ci siamo tutti? No, eccoci al punto: Allen Iverson. Tranquillo, disciplinato e determinato, di poche parole e leader. Di certo i ricordi della scorsa stagione sono ancora nitidi nelle memorie dei tifosi di Philadelphia, e di certo lui ne è consapevole. Vuole farsi perdonare, dentro di sè sa che non ha avuto un bel comportamento nella passata stagione, e quest' anno (anche confortato dall' arrivo di un animale da campo aperto come Iguodala e da un coach che gli dà fiducia e che è aperto al dialogo) si è ripresentato in maglia Sixers con una gran voglia di fare bene.
Dopo la vittoria nell' opening al Fleet Center di Boston (all' overtime), sono arrivate tre sconfitte consecutive, seguite da tre vittorie consecutive al Wachovia Center, prima di cedere due volte sul campo di casa ai caldissimi Sonics e ai campioni in carica degli Spurs. Un 80 a 88 al Wachovia Center segnato da un primo quarto da 6 punti segnati da parte dei Sixers, che sono però riusciti a riprendersi nel secondo e terzo quarto, riportandosi anche in vantaggio fino a crollare nell' ultima frazione sotto il bombardamento di Tim Duncan (34 punti, 13 rimbalzi con 13 su 27 dal campo) e di Emanuel Ginobili (17 punti e 9 assists). Per Philadelphia sono arrivati 24 punti di Iverson (però con un misero 8 su 24 dal campo), 17 di Kyle Korver e 15 di Corliss Williamson, in una sconfitta che ci sta, ma che con un approccio diverso si poteva anche evitare.
E' ancora presto per pronunciarsi, di certo ci sono dei segnali positivi, anche se bisogna ancora lavorare molto. I Sixers hanno la fortuna di essere nella Atlantic Division, la più debole della Nba, quindi potrebbero permettersi qualche mese di rodaggio senza essere estromessa anzitempo dalla corsa ai playoff.