Segni di vita per Sacramento

Christie è stato condizionato dalle sue condizioni fisiche ma rimane fondamentale per la squadra

Dai e dai, l'attacco ha battuto un colpo; per la difesa ci stiamo attrezzando.
Sacramento ha reagito a una partenza, negativa oltre ogni aspettativa e, non considerando il rovescio contro i Sonics, ha messo in mostra parte delle caratteristiche classiche di questa squadra.

La vera dimensione di questa edizione dei Kings si è vista nella vittoria 113-111 ottenuta sul campo di Phoenix: una rotazione di 7 giocatori, l'ottavo Matt Barnes ha giocato solo pochi minuti, che danno tutti un contributo tangibile. Miller ha dato solidità  con 14 punti e 7 rimbalzi, segnando la triple del 112-109 a 25" dalla fine.

Chris Webber ha guidato la squadra per punti, 28, e rimbalzi, 10. La sua partita è stata sostanziosa, più della tripla doppia, splendida per carità , ma ottenuto nella gara con Toronto in un clima da scampagnata collettiva.

Stojakovich ha segnato 23 punti, con il 50% abbondante dal campo. Il giocatore si era presentato alla partita, reduce dal 15% al tiro da 3 della gara di Seattle, persa 108-78. Il serbo dall'inizio della stagione stava tirando con il 34% dal campo, il 19% da tre. Torneremo su Peja.

A Phoenix hanno giocato bene anche Doug Christie, finalmente apparso meno condizionato dalla sua fascite plantare, e Bobby Jackson, il cui inizio di stagione è stato abbastanza controverso.
Complessivamente nella gara di Phoenix, i Kings hanno tirato con il 49.4%, molto meglio rispetto al 39% con cui si erano presentati nell'Arizzona.

Il concetto di base è semplice: Sacramento ha bisogno di un contributo "pesante" dei 7 veterani ogni sera. Alla rotazione finale dovrebbe aggiungersi Greg Ostertag che finora in 5 partite ha avuto numeri trascurabili.

Qualcosa di simile è successo nella gara casalinga contro Chicago, vinta 113-106 in cui gli uomini di Adelman hanno avuto bisogno di 4 uomini in doppia cifra, Bibby, Stojakovich, alla miglior gara giocata finora, Webber e Jackson. Non si può dire che la partita sia stata in discussione, nonostante il parziale di 31-30 per i Kings del primo quarto sia tutto un programma: la squadra di casa ha chiuso la pratica in un terzo periodo da 30-14. Nondimeno, non si può concedere a questi Bulls il 46.4 dal campo, 106 punti, con il 50% da tre. Stiamo parlando di una squadra che tira abitualmente col 39%.

"Stiamo mostrando qualche segnale di miglioramento - ha detto un Rick Adelman, comunque rincuorato dal ritorno ad un record sul 50% – dopo un inizio inaccettabile. Accettiamo le critiche, anche se abbiamo avuto una pre stagione pesantemente condizionata dal viaggio in Cina che ha tolto tempo e concentrazione per il nostro lavoro."

"Stiamo attaccando meglio - ha confermato Jackson, 20 punti contro Chicago - muovendo meglio la palla. Credo che questa sia la nostra rotazione migliore: ci vuole tempo per inserire i giovani che devono imparare il nostro sistema e come si gioca nella lega. Noi stessi dobbiamo imparare a conoscerli".

Il concetto del movimento del pallone è fondamentale ed è la prima annotazione di Predrag Stojakovich: "So benissimo che nelle prime gare - ha detto a Phoenix - non sono stato io e sto cercando di giocare un basket più aggressivo. E' fondamentale però che la palla si muova di più."

Il riferimento tecnico è sicuramente giusto. Peja lo fa notare perché quando si eccede con i pick n roll in punta fra Bibby e un lungo, il serbo risulta sacrificato sul lato debole. Oltretutto il movimento della palla supplisce alla scarsa tendenza dei giocatori a cercarsi penetrazioni e guadagnarsi tiri liberi.
Bisogna però notare come lo Stojakovich che ha cominciato la stagione è lontano parente del secondo marcatore dell'ultima stagione Nba. Il nazionale serbo, su consiglio del suo staff tecnico ha rinunciato alle Olimpiadi, passando la prima estate di assoluto riposo da tre anni a questa parte. Gli unici suoi legami al basket sono stati alcuni stage organizzati nel suo paese. La nascita del suo primo figlio lo ha ulteriormente allontanato dalla pallacanestro, com'è naturale.

Nei primi giorni di training camp gli allenatori di Sacramento si sono stupiti di quando il gioco di Peja si fosse impoverito: i tiratori sono fatti di automatismi e feeling. Stojakovic deve recuperare il suo. Lo scambio, più volte paventato nel corso dell'ultima settimana, con l'Artest che non ha ancora deciso cosa fare delle sue carriere di atleta e rapper, sarebbe esiziale per le ambizioni della squadra del North California.

L'unica vera conferma di queste prime settimane di basket è Brad Miller: il centro nativo dell'Indiana sta segnando 17.6 punti a partita con 8.5 rimbalzi. La sua percentuale dal campo 56.8% è la quinta della lega. Coach Adelman continua a "martellarlo", perché prenda i suoi tiri ogni volta che è libero. "Ha un rilascio così pulito - dice l'ex allenatore di Portland - che ti stupisci quando la palla non entra."

L'ex Purdue University è stato il protagonista del 101-89 casalingo con Denver, grazie a 26 punti e due bombe, inusuali e stupefacenti per chi associa il concetto di pivot ad altri movimenti. "Quest'estate ho lavorato molto sul tiro. Comincio a vederne i risultati. So bene che se dalla media distanza tiro con più del 50% significa che devo provarci di più." Sono lontani i tempi in cui i tifosi appresero la notizia del suo ingaggio con scetticismo.

Le ultime sulla telenovela della nuova arena. David Stern, che solo un mese fa aveva definito inappropriate la Arco Arena e il TD Water House Center di Orlando, si è detto ottimista sulla prospettiva di una nuova arena per la capitale della California. Pare che diversi investitori si stiano muovendo, dopo aver individuato un'area di 10.000 acri, adatta per il nuovo palazzo.

Dal canto loro i fratelli Maloof rimangono sulle loro posizioni: "Abbiamo cozzato contro un muro politico. Ben venga ogni tentativo di risolvere questa situazione." "Se questo nuovo piano andrà  in porto - ha ribadito Stern - i proprietari della franchigia potranno guardare al futuro. La loro intenzione è quella di mantenere la squadra in questa città ."

Messaggio fra le righe: se le condizioni rimangono queste, la Nba non ritiene prioritaria una franchigia nel nord della California.

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