Brusco risveglio per Memphis

Gasol prova a guidare Memphis fuori dalla crisi

La stagione NBA 2004 è ufficialmente iniziata, finalmente tutte le domande della pre-season troveranno risposta, finalmente tutte le aspettative attorno ai Memphis Grizzlies potranno essere verificate; dopo scorsa stagione con lo storico arrivo ai play-off in estate la dirigenza ha confermato in blocco il roster della scorsa stagione, Gasol e Battier hanno ricevuto lunghe estensioni di contratto e non ci sono stati cambi di rilievo, così da lasciare inalterata la chimica della squadra.

Il 3 Novembre tutto era pronto: l'attesa era alta alla nuova Fed-ex arena, 18.119 spettatori per il primo tutto esaurito della stagione, le nuove divise dai colori e dal design più moderno, il nuovo logo realizzato per completare il completo cambiamento d'identità  della franchiga rispetto ai suoi trascorsi canadesi; il calendario offriva poi un avverssario non particolarmente ostico i rinnovati, come ogni anno, Washington Wizards senza gli infortunati Gilbert Arenas, Kwame Brown e Larry Hughes, tutto sembrava portare ad una vittoria scontata?

Niente affatto: Posey che va a referto ma segna solo 3 punti, come Mike Miller, per gli Wizards invece Dixon, partito in quintetto, esplode con una partita da 28 punti, Jarvis Eyes contribuisce con 20 punti, ed Antawn Jamison festeggia il suo passaggio dalla panchina di Dallas al quintetto di Washington con 34 punti.

Risultato prima sconfitta stagionale per Memphis battuta 103 a 91 dagli Wizards, nonstante un vantaggio che nel primo tempo ha raggiunto i 19 puntied all'inizio del 3° quarto era ancora di 10 punti, poi è arrivata una fase di totale siccità  offensiva alimentata dalla cattiva serata di Miller, Battier e Posey, pessime percentuali al tiro di squadra, 42,2% da due, 23,5% da tre punti e 58,6% ai liberi, periodi di prolungato difficoltà  a segnare, senza senza riuscire a bloccare gli avversari, hanno portato nel terzo quarto Memphis ha segnare 11 punti mentre Washington ne ha messi a referto 32, da quel momento Washington ha preso il controllo delle operazioni e non si è più voltata in dietro.

Fortunatamente la lunga stagione NBA offre sempre occasioni di riscatto, infatti 2 giorni dopo sbarcano sulle rive del Missisipi i Rockets di Houston con il loro sistema a doppia propulsione: il propellente cinese Ming e il turbo di costruzione americana McGrady, arrivato in estate per permettere il definitivo decollo della squadra texana a dieci anni di distanza dalla conquista dei due titoli NBA targati Olajuwon.

Per i Grizzlies non era certo l'avversario più morbido da affrontare, Houston veniva da due sconfitte consecutive quindi la motivazione per ottenere la prima vittoria stagionale era alta anche per i Rockets, un altro tutto esaurito accoglieva le squadre alla Fed-Ex arena, i primi 2 quarti sono trascorsi all'insegna dell'equilibrio con Houston sempre davanti con Memphis però sempre pronta a ridurre lo scarto, riuscendo con un parziale di 14 a 4 a ridurre sempre lo svantaggio, arrivando più volte a 1 o due punti dai texani, il primo tempo si è difatti chiuso con Houston in vantaggio 41 a 38.

Di nuovo il 3° quarto e come nella precedente partita Memphis perde contatto dagli avversari e si ritrova a chiudere il quarto a 7 punti di distanza dai Texani, che diventano 10 all'inizio del quarto quarto; tutti i tentativi di rientro dei Grizzlies vengono ricacciati indietro da McGrady (30 punti, 4 rimbalzi e 9 assist in serata), Gasol prova a ribattere alla prova dell' ex Magic segnado 12 punti nell'ultimo periodo ma Memphis non trova nessun altro ad affiancare il catalano nello sforzo offensivo, così Houston può controllare il rientro della squadra di coach Brown infliggendogli la seconda sconfitta stagionale per 89 a 81.

Un'altra brutta serata al tiro per la squadra del Missisipi: 35,1% da 2 punti, 33,3% da tre: con percentuali simili non si vince specie se di fronte hai una delle squadre più complete della lega che schiera il capocannoniere della scorsa stagione NBA tra le sue fila e tre dei tuoi giocatori più importanti segnano 3 punti,Battier e Posey e 2 punti Wright.

Anche le dichiarazioni dei protagonisti sottolineano come l'arrivare da una stagione finalmente vincente e inaugurare una nuova scintillante arena abbia messo una nuova e soconosciuta pressione sulla squadra di Memphis, pressione che non fa giocare in tranquillità  la squadra, inoltre Posey gioca con una caviglia infortunata e non riesce ad aggredire il ferro come suo solito e snza questa aggressività  non è il giocatore fondamentale che è stato per Memphis la scorsa stagione.

La NBA ha un fitto calendario e quindi c'è poco tempo per gioire delle vittorie e per dolersi delle sconfitte, c'è subito un'altra partita da affrontare.

“Finalmente” cominciano le trasferte per i Grizzlies, forse uscendo dalla nuova arena la squadra sentirà  meno il peso di dover confermare la splendida scorsa stagione, purtroppo però giocando ad Ovest nella Southwest division andare in trasferta vuol dire giocare a Houston, San Antonio, Dallas, Minnesota, Utha e altre amene simili destinazioni.

Prima tappa del viaggio Dallas con i Mavericks che si presentano imbattutti e capaci di segnare almeno 105 punti in tutte le loro precedenti esibizioni di regular season, a differenza dei Grizzlies incapaci di andare oltre i 91 punti segnati, una bella sfida per Memphis.

Partita che arriva il 6 Novembre, ossia il giorno dopo aver battagliato e perso con Houston, Memphis quindi non si trova nelle condizioni ideali per reggere la forza offensiva della squadra di Cuban; nonstante le premesse il primo tempo si chiude con Memphis sotto di 4 punti: 53 a 57, poi all'inizo del terzo quarto, come nelle due precedenti partite, gli avversari fanno il break decisivo guidati da Nowitzki, 22 punti alla fine per lui, e non si voltano più indietro: 112 a 88 per Dallas il risultato finale, Memphis sovrastata a rimbalzo, 53 a 36, e ancora un imbarazzante 37% complessivo al tiro dal campo.

Confronto improponibile per i Grizzlies che non riescono a ritrovare l'energia, la chimica di squadra che li ha accompagnati per tutta la scorsa stagione.

Ma non c'è tempo per fermarsi, altro giro altro regalo, nuova trasferta il 9 Novembre si gioca a Houston contro i Rockets.

I Rockets non sono in uno splendido momento di forma ma sono sempre la squadra di T-Mac e Yao, avversari sempre pericolosi e in grado di vincere contro ogni avversario; inoltre Posey, dopo 3 partite in cui ha segnato 11 punti complessivi, non si veste nemmeno per una distorsione alla caviglia.

La partita è stata in equilibrio sino alla fine e quando McGrady deve scire per un lieve infortunio alla caviglia con 1'19″ da giocare nel terzo quarto; ed ecco invece Juan Howard che prende il proscenio e con i suoi 20 punti tiene a galla i Rockets fino alla vittoria finale per 90 a 87.
La nota positiva di questa sconfitta è che finalmente la squadra ha ripreso a lottare, a mettere in campo quella grinta, quell'hustle in ogni fase del gioco sia in attacco sia in difesa che avevano reso Memphis una delle squadre più difficili da affrontare dell'intera NBA.

Con Gasol che al termine della partita ha dichiarato:

“La nostra difesa deve continuare ad essere come è stata stasera, E' stata eccellete per l'intera partita e noi abbiamo giocato meglio stasera che in ognuna delle precedenti tre partite. Abbiamo giocato come una squadra”

Dal punto di vista statistico quarta sconfitta consecutiva per i Grizzlies e quarta pessima partita offensiva, 33% da 3 punti e 40% da due punti, con il solo Gasol a mantenersi su livelli accettabili: 15 punti con 4 su 7 al tiro e 7 su 10 ai liberi. Quest'anno ma sembra impossibile ritrovare la giusta chimica tra i giocatori, ed un po di nervosismo comincia a trasparire dopo questa partenza con 0 vittorie e 4 sconfitte.

Le unica note positiva di queste partite sono state le prestazioni di Gasol e di Swift che hanno viaggiato rispettivamente a circa 18 e 13 punti di media a partita.

Oltre alle 4 sconfitte preoccupano le pessime percentuali in attacco di tutti i giocatori da Battier a Miller e Watson a Williams e l'infortunio di Posey che lascia la squadra senza il proprio leader emotivo, adesso bisognerà  vedere chi sarà  il giocatore che step-up si prenderà  la responsabilità  di guidare la squadra e farla uscire da questo lungo slump offensivo.

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