Doppia doppia ai 20 per Shaq: non è servita per portar via la vittoria da San Antonio
Il demenziale calendario Nba ci ha messo del suo, facendo trovare sul cammino degli Heat le prime difficoltà : due partite consecutive, la prima in casa contro Dallas, la seconda, la sera successiva a San Antonio, e sono arrivate le prime due sconfitte. Pesanti e inequivocabili.
Un parziale di 21-4 per gli uomini guidati da Don Nelson ha virtualmente chiuso il 113-93 con cui i texani hanno sbancato l'arena della Florida. Peccato fossimo solo nel primo quarto. La sera dopo Shaq si è letteralmente trovato da solo a combattere con i "suoi" tradizionali rivali degli Spurs: Dwayne Wade era in borghese in panchina per una distorsione alla caviglia. Eddie Jones ha giocato 18 insipidi minuti, condizionato dai falli. E' arrivata una sconfitta 93-84.
E' chiaro che le squadre dell'Ovest rimarranno altra merce ancora per un po'. Il supportin' cast di coach Van Gundy ha dato risposte altalenanti. Hudonis Haslem, ad esempio: 18 punti e 10 rimbalzi nella seconda gara contro Washington, solo 4-10 contro la front line Spurs, da sempre termine ultimo di paragone se parliamo di lunghi. Damon Jones è partito titolare al posto di Wade e non ha preso un solo tiro da 2 punti.
"Non sono preoccupato - ha detto Stan Van Gundy - per le difficoltà che incontreremo sul nostro cammino. Ci serviranno a crescere individualmente e come squadra. Questa sera non avevamo il nostro migliore attaccante e abbiamo dovuto giocare in maniera realistica, abbassando il nostro ritmo." Il gioco su metà campo è però il pane e burro di San Antonio che ha avuto 29 punti da un Ginobili del tutto immarcabile.
"Abbiamo fatto troppi errori – è stato il commento di Shaq O'Neal - nel finale per provare a vincere qui." Le 22 palle perse sono la cartina di tornasole, il centro ex LSU nella seconda parte della gara è stato inarrestabile, ma nei momenti caldi la palla non gli è più arrivata.
Contro Dallas la partita è realmente durata un quarto. Nowitzky ha segnato 41 punti, compreso un tiro da metà campo allo scadere della prima frazione, tutti i Mavs hanno tirato con il 58% da 3. Ne è nata la tipica partita corri e tira di Dallas. I giocatori di perimetro di Miami non sono stati assolutamente in grado di contrastare i pariruolo: Marquis Daniels ha aggiunto 22 punti. Le recenti esperienze vissute con i Lakers, hanno dimostrato che nemmeno il miglior Shaq avrebbe potuto qualcosa. Perché la squadra di Don Nelson che, immancabilmente ha optato per un po' di Hack-a-Shaq, scambia volentieri 2 punti con 3. Miami è sempre stata pesantemente sotto.
Interessante sarà vedere come, l'atmosfera idilliaca che si è respirata finora in squadra , verrà intaccata da questo momento. E' evidente come l'aria che ha pervaso finora lo spogliatoio, di cui Eddie Jones è il leader naturale, non è quella tipica della Nba. Cene a casa O'Neal a parte. Un esempio: Damon Jones è seduto in sala stampa per rilasciare qualche dichiarazione. Arriva Shaq che con faccia truce gli dice: "Spostati, che devo parlare con i giornalisti." Attimo di silenzio e fragorosa risata del centro.
"Non ci dobbiamo preoccupare per questi risultati - ha ribadito il coach - sapevamo che queste erano le squadre contro le quali dobbiamo migliorare. In realtà il nostro problema è che nei primi due mesi di campionato giocheremo moltissimo. Questo, oltrechè toglierti qualcosa fisicamente, riduce il tempo da dedicare al lavoro in palestra." Sulla stessa lunghezza d'onda O'Neal: "Giocare contro le squadre dell'ovest è sempre difficile ma non dobbiamo farci condizionare. Io vedo solo una squadra superiore alla nostra: è Detroit, loro sono i campioni. Per il resto ci sono tante ottime squadre. Dobbiamo lavorare e continuare a migliorare."
O'Neal, per la prima volta contro gli Spurs, ha giocato 40 minuti, chiudendo con 23 punti e 21 rimbalzi. Qualcuno, leggasi Mr. Hyde, sul South Florida Sun Sentinel, alla prima sconfitta si era azzardato a parlare di uno Shaq "ordinario, medio." "Non scherziamo - è stato il commento convinto del suo nuovo coach - O'Neal è la nostra guida, anche se Wade sta segnando di più. La nostra squadra è basata sul nostro centro. Piuttosto il problema è fare in modo che riceva il giusto credito dagli arbitri. Troppo spesso gli vengono negate giocate fisiche, concesse ad altri giocatori, solo perché Shaq è più forte degli altri."
Numeri alla mano "The Diesel" finora è stato gestito. Non ha mai giocato più di 30 minuti, Spurs a parte, c'è anche stato poco bisogno. La sua condizione fisica è eccellente e, ogni volta si presenta sul campo, scatta la scintilla per la sua squadra. "Io sono a Miami - ha scherzato l'ex Los Angeles - ma il mio gioco è ancora a sud di Boca Raton. Solo ora comincio a sentire le gambe al meglio." Il problema al bicipite femorale non sembra un fattore: "Sono figlio di un militare di Buffalo che mi ha insegnato che, se si può camminare si può anche giocare a basket." Metterlo in discussione alla prima sconfitta è un assurdo dettato dal fatto che, nel bene o nel male, rimane un bersaglio più grosso degli altri. Chiedere allo staff tecnico di San Antonio, per vedere su chi gli allenatori hanno puntato la loro difesa.
L'infortunio di Wade, la sua prima distorsione alla caviglia da professionista, stoppa un momento di grande crescita del secondo anno di Miami. Con James in difficoltà con Cleveland e Antony, al 30% al tiro coi suoi Nuggets, qualcuno si è chiesto se il vero fenomeno non sia proprio Dwayne.
"Nei playoffs dell'anno scorso - è il ritornello fisso di Shaq - ho visto che Dwayne è un giocatore vero. In allenamento vedo che lavora duramente ogni giorno. La differenza sta nel fatto che ha un minor gusto per il marketing e lo show business."
"Io sono fatto così. - ha ribattuto l'esterno - Non misuro il mio reale valore attraverso l'esposizione che ottengo sui giornali o alla tv. Io cerco sempre di migliorare il mio gioco in un contesto di squadra. Per me raggiungere i playoffs con il gruppo di giocatori è stato il massimo. Il resto non conta. Penso di essere più saggio dell'anno scorso: con l'infortunio che mi è capitato sarei andato lo stesso in campo. Ora ho capito che a volte ci si deve gestire senza guardare solo all'immediato."
La sua spettacolarità rimane uno degli aspetti più graditi al pubblico dell'American Airline Center.
Contro Dallas, ancora una volta i più felici sono stati i bagarini: i classici "nosebleed seats", in alto, da 15 dollari sono passati a 50. Le magliette di Shaq, taglia bambino, sono esaurite. Fra i tifosi, si fa per dire, Enrique Iglesias, Anna Kournikova e l'immancabile Boris Becker.