The Big Sleepy in azione sabato contro i Kings
Houston @ Detroit 79-87
Houston @ Toronto 89-95
Houston @ Memphis 89-81
Sacramento @ Houston 101-104 OT
Fino a sabato notte i fans degli Houston Rockets stavano ancora aspettando di veder esplodere in un mix di talento e punti la coppia più attesa del momento, almeno da queste parti, per far decollare il progetto di una squadra la quale, senza nascondersi dietro a muri scaramantici, per la stagione appena iniziata ha nel mirino un solo obiettivo: le Finali NBA del prossimo giugno. Fino a sabato sera, appunto.
Si, perché dopo i due passi falsi dei giorni scorsi (leggi l'opening game davanti ai campioni in carica di Detroit e la successiva brutta figura al cospetto dei Raptors) che avevano, tanto per cambiare, dato fiato a chi di professione fa il critico e anche, perché no, il menagramo a tempo perso, i ragazzi di Van Gundy hanno pescato dal cilindro una grande e meritata vittoria contro i Kings e, nell'occasione, il dinamico duo formato da Yao e T-Mac ha regalato per la prima al Toyota Center qualcosa di speciale, ad un pubblico accorso in massa per vedere all'opera una delle maggiori candidate ad un posto al sole ai vertici della Lega.
I 56 punti e 25 rimbalzi dei due portabandiera rappresentano il climax di una partita giocata con grande grinta e tenacia, oggetti sconosciuti soltanto un anno fa, durante la poco fruttuosa in termini di risultati Era Francis.
Per i 18,003 spettatori è stata una serata indimenticabile che ha cancellato le incertezze dell'inizio, il doppio ko rimediato nella Motown e in Canada, con la speranza che il segnale possa realmente dare il via ad una serie di prestazioni convincenti, anche e soprattutto dando una rapida occhiata al calendario, che vedrà Houston ospitare tra le mura amiche i Grizzlies (già regolati con un 89-81 a Memphis), i Timberwolves e i Lakers del dopo Shaq.
Se il Commissioner David Stern era alla ricerca di un promo per la NBA, allora la gara con Sacramento lo avrà riempito di gioia perché dopo le figuracce olimpiche la Lega ha bisogno di dimostrare come anche gli strapagati ( e forse anche viziati) campioni d'oltreoceano riescano a lottare ed impegnarsi al massimo, lasciando sul parquet, tutte, ma proprio tutte le energie fisiche e mentali di cui dispongono.
"Quando eravamo sotto nel punteggio non abbiamo scosso la testa - dice il numero 1 dei texani - dimostrando grande carattere".
"Avremmo potuto dargliela vinta - commenta Van Gundy - ma non è stato cosi e questo la dice lunga sulla forza dei ragazzi".
Se il piatto forte è stata la prova della Grande Muraglia e di Big Sleepy non va dimenticato il supporting cast, in particolare quel Charlie Ward che ha ancora voglia di recitare il ruolo dell'eroe per caso, dopo 11 anni nei Pro. I suoi tiri dalla lunga distanza hanno rimesso la squadra in carreggiata fiaccando gli sforzi dei californiani.
"Sono una persona competitiva per natura e devo ringraziare i Rockets per avermi dato la possibilità di rimettermi in gioco. Il coach ha creduto in me e io non posso che esserne felice".
Ovvio che non sia tutto oro quel che luccica e visto che la stagione è agli inizi non può che essere così: Yao nelle prime due gare ha tirato solo nove volte quando invece da lui, alla terza stagione negli Stati Uniti, si chiede una presenza offensiva di ben altra portata: " Lui sa quello che deve fare e non sono d'accordo con chi ritiene che che Yao cerchi di svincolarsi dalle proprie responsabilità " - è il parere dell'allenatore.
In definitiva in passato ci si lamentava, e a ragione, della scarsa considerazione che Francis riservava al cinese ma ora che il roster è stato rivoluzionato, anche e soprattutto con lo scopo di far diventare Ming (in coppia con McGrady) il simbolo del team spetta al Gigante Buono cambiare marcia, guardando con occhi aggressivi al canestro sfruttando due mani ed una sensibilità non comuni per un omone della sua stazza.
Stay tuned!