Inizio stentato per i Celtics

Quasi una tripla doppia alla gara d'apertura per Paul Pierce, ma è arrivata una sconfitta

Risultati

Philadelphia 76ers @ Boston Celtics 98-95
Indiana Pacers @ Boston Celtics 100-94

Commento

Iniziamo il primo report settimanale di questa stagione 2004-2005 con un bilancio negativo. Le due sconfitte non sono il miglior biglietto da visita per questa nuova avventura cestistica e portano in dote soltanto dubbi ed incertezze.

Non neghiamo che il timore di vedere un inizio difficoltoso ci è balenato in mente fin dal draft, difatti le novità  in roster di quest'anno sono troppe profonde per pensare che due vittorie nella prima settimana fosse cosa già  acquisita.

Tutto ha origine dal fatto che Gary Payton non ha fatto il … Gary Payton. Il giocatore è sempre stato famoso per creare piccoli o grandi problemi in spogliatoio, spingendosi anche verso lo scompiglio e la nostra impressione era che il giocatore fosse stato parcheggiato nella Beantown per essere scambiato il prima possibile.

In questo modo sarebbe stato promosso in quintetto Marcus Banks o, come ipotizzato in questa sede, Jiri Welsch, in attesa di vedere quando o se Delonte West fosse stato pronto quest'anno o per finire il ruolo di playmaker avrebbe potuto essere preso da un eventuale arrivo nello scambio ipotizzato di Payton.

Così non è stato e le prime avvisaglie sono arrivate al training camp, dove forse solo il general manager Danny Ainge si immaginava (o meglio sperava) che il buon Gary riuscisse a limitare le sue esuberanze. Invece si è andati oltre, col giocatore pronto nel suo ruolo di guida per i Celtics.

Tutto bene quindi? Nient'affatto. O meglio no se si guarda soltanto le prime due partite. I Celtics hanno già  avuto numerosi cambiamenti con LaFrentz, che l'anno scorso non ha fatto in tempo a farsi conoscere bene, ed i nuovi arrivi di Jefferson, Allen, West, Gugliotta.

In più i secondo anno Banks, che deve ancora fare tanta esperienza e che si sente come un pesce fuor d'acqua dopo le vicissitudini estive, e Perkins che dev'essere considerato un rookie visto lo scarsissimo minutaggio dell'anno scorso.

Tutto questo sarebbe stato un po' difficoltoso senza la partenza in quintetto di Payton, con lui l'amalgama è tutta da costruire con tutte le difficoltà  del caso. Ecco che immaginare, con la squadra attuale, di vincere le prime due partite stagionali sarebbe stato utopistico, o giù di lì.

Risulta quasi confortante quindi sapere che le sconfitte sono maturate soltanto negli ultimi minuti di gara, quando i Celtics si sono fatti rimontare dei vantaggi anche consistenti proprio per la mancanza di conoscenza tra i giocatori, cosa che avevano i Pacers soprattutto ed anche Phila (non è un caso che il rookie Igoudala fosse stato in panchina durante la rimonta a danno di Boston).

Fermo restando che la situazione dovrebbe migliorare durante la stagione visto che il talento medio allo stato attuale è superiore all'anno scorso, incombe come la spada di Damocle lo scambio di Payton che riteniamo ancora possibile, anzi probabile, entro il prossimo febbraio.

In questa situazione risulta più problematica un'integrazione del giocatore che potrebbe rallentare la costruzione di un'amalgama che costituisce elemento indispensabile per ottenere una buona stagione. La cosa positiva è che non esistono problemi comportamentali tali da essere degni di nota. Per il momento.

Sarebbe però un errore stare a sentire le cassandre che vogliono privarci delle nostre speranze dopo sole due partite. Il fatto che la squadra fosse in vantaggio prima della parte finale della partita e le sconfitte con pochissimi punti di scarso indicano inequivocabilmente che il passo per vincere è breve, il problema è che bisogna farlo, e non sarà  una cosa veloce.

C'è da dire che anche l'allenatore Doc Rivers ha la sua parte di colpa. In particolare un suo grosso errore è stato di mettere un secondo anno come Banks assieme a due rookie come Jefferson ed Allen contemporaneamente in campo. È ovvio che i giocatori difettano di esperienza e la rimonta di Phila è nata proprio da lì.

La mancanza d'esperienza ed una gestione francamente orribile del suo minutaggio non ha permesso al nostro rookie più promettente Al Jefferson d'esprimersi al meglio durante la prima partita. Doc però ha fatto tesoro dei suoi errori e già  nella seconda partita ha gestito meglio il giocatore che ha ripagato la fiducia con un eloquente 3 su 3 dal campo conditi da 3 rimbalzi. Sono chiaramente cifre non esaltanti, ma gli 11 minuti d'impiego non continui e la giovane età  del giocatore sono fattori da tenere in considerazione. Il giocatore c'è, bisogna solo non avere fretta e lasciare che maturi con calma. La nostra impressione è che i suoi miglioramenti si potranno vedere presto.

Ottimo inizio di stagione per Paul Pierce che nella prima partita soltanto due assist gli hanno negato la tripla doppia. Nella seconda però non è stato così brillante, ma il suo apporto minimo è sempre di una certa consistenza.

"Odio perdere e quando staremo insieme come un'unità  saremo sulla stessa lunghezza d'onda, allora penso che saremo una squadra migliore perchè tutti qui odiano perdere. Un anno fa perdevamo ed accettavamo una mentalità  perdente e questa non può essere la via giusta. Dobbiamo realmente girare pagina e questo deve veramente significare molto per noi".

Assolutamente da rilevare l'apporto di Payton, che con 19 assist in due partite si mette in luce in un ruolo dove per molto tempo i Celtics non hanno avuto nessuno che potesse mettere quelle cifre. Dove invece siamo stati deficitari è stato sicuramente il settore rimbalzi.

Lì i due scontri sono stati persi, nella seconda partita anche in modo imbarazzante, con un deficit di ben 22 rimbalzi. Nella prima partita Pierce e Blount hanno fatto la loro parte, ma nella seconda il loro apporto è diminuito e nessuno è stato in grado di sostituirli. Questo è sicuramente un settore dove Doc dovrà  darsi molto da fare.

Marc Blount in compenso ha dato un valido apporto in punti segnati, come valido è stato il contributo di Ricky Davis, galvanizzato dalla sua conferma in quintetto. Al contrario il suo back-up Jiri Welsch ha prodotto una settimana abbastanza deludente.

In pre-season Rivers ha provato a far giocare insieme Welsch da 1, Pierce da 2 e Davis da 3 riproponendolo anche qualche minuto nelle prime partite di campionato. Finora non ha prodotto risultati esaltanti, ma c'è da scommettere che ci riproverà  durante le prossime settimane.

Infortuni

Durante la pre-season Allen si è infortunato al ginocchio sinistro. É stata diagnosticata un'iperestensione che non gli ha permesso di esprimersi al meglio nelle prime partite.

Anche Pierce ha avuto un piccolo infortunio in pre-season. Per lui un'infiammazione al piede sinistro a causa delle rimozione di un piccolo ascesso ed una distorsione all'anca sinistra. Tutti infortuni leggeri per fortuna.

Non così fortunato è stato Delonte West, che si è fratturato il pollice destro. Immissione diretta in lista infortunati che gli costa come da regolamento almeno 5 giornate di stop. Il problema è che le previsioni sono per un suo ritorno tra le due e le sei settimane. "Sono veramente dispiaciuto, ma essere arrabbiato non serve e non mi fa guarire prima. Tutto quello che posso fare ora è avere un'attitudine positiva ogni giorno e sperare in un veloce recupero" ha commentato sconsolato il giocatore.

Anche Payton ha avuto una frattura, per lui al pollice destro, ma è di lieve entità  e ha potuto giocare senza troppi problemi. Per sicurezza ha giocato con un'imbottitura protettiva.

Curiosità 

L'NBA ha multato Pierce di 15.000 dollari per aver sputato verso la panchina di Cleveland durante una gara di pre-season. Pierce ha dichiarato dopo la comminazione della multa: "questa è la Lega, ti penalizzano, non c'è niente che posso fare. Potrei chiamare l'Associazione Giocatori e vedere cosa si può fare, ma questo è (il comportamento del-) la Lega. Penso che siano molto severi".

Chi si ricorda di Chris Wallace? Era il general manager prima dell'arrivo di Ainge. Ma Wallace non è stato licenziato, bensì ha continuato a lavorare per i Celtics. "Ho sostanzialmente lo stesso lavoro" ha detto durante uno dei suoi viaggi per visionare giocatori "non è cambiato molto. Le uniche due cose che sono cambiate è che Danny parla di più con le altre squadre e non ho molte responsabilità  coi media. Per il resto ho sempre lo stesso lavoro. Viaggio per la stessa quantità  di tempo che ho sempre fatto, visiono giocatori europei, di college, di liceo e di leghe minori". Del paventato trasferimento come general manager in un'altra franchigia non se ne è più parlato, e forse a lui sta bene così, certe persone riescono a lavorare meglio senza i riflettori puntati.

È successo un fatto molto divertente durante il training camp. Durante una seduta d'allenamento è arrivato a far visita ai giocatori l'"Hall of famer" John Havlicek e per l'allenatore sembrava il momento giusto per una veloce lezione di storia. Rivers ha detto ai giocatori che avrebbe cancellato la seduta d'allenamento se Al Jefferson avrebbe detto il numero di maglia che aveva Havlicek quando giocava per i Celtics.

Un paio di veterani hanno cercato di aiutare il giocatore facendo dei gesti per invitarlo a guardare i numeri indicati nei banner sulle volte del Fleet Center sperando che il giocatore capisse per restringere il campo ed aumentare le possibilità  di rispondere correttamente.

Purtroppo il giocatore non ha capito il suggerimento e ha risposto senza riflettere "44". Una risata fragorosa si è levata a causa del clamoroso errore del 19enne, infatti Welsch si è alzato e si è messo vicino a lui con la sua maglia numero 44.

Non abbiamo ulteriori notizie in merito, ma riteniamo che in questi giorni Jefferson abbiamo dovuto tornare sui banchi di scuola per ripassare un po' di storia dei Boston Celtics, la più prestigiosa, carica di storia ed amata franchigia nell'NBA.

Appuntamenti e classifiche

La settimana prossima il calendario per i Celtics prevede tre partite:
sabato a New York
mercoledì in casa contro Portland
venerdì in casa contro Charlotte

In questo momento obiettivamente è difficile immaginare che si possa vincerle tutte, ma è scontata la necessità  di incamerare una settimana positiva vincendo almeno due partite. Per New York, a nostro avviso l'avversaria diretta per il predominio dell'Atlantic Division, iniziare gli scontri diretti con una vittoria non può che fare bene sia per il morale che per un'eventuale arrivo finale in volata. Portland non è una delle migliori squadre del campionato, ma può essere una mina vagante per tutti, mentre con Charlotte la sconfitta può derivare soltanto da un'eccessiva disattenzione da parte dei giocatori in biancoverde.

Come sapete non amiamo guardare la classifica le prime settimane, quindi queste considerazioni inizieranno fra almeno un mese.

Arrivederci alla prossima settimana.

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