Esordio scintillante quello messo in campo da Chris Mihm contro i Nuggets
Denver Nuggets 78 @ L.A. Lakers 89
L.A. Lakers 78 @ Utah Jazz 104
San Antonio Spurs 105 @ L.A. Lakers 96
Sarà anche un inizio un po' scontato, ma lasciatemi essere sentimentale: ben tornati!
Sì, amici di PLAY.IT USA, dopo un estate ed una prima parte d'autunno fatta di mille e un avvenimento" Dream Team che diventano Nightmare Team, medaglie di bronzo che pesano come piombo, medaglie d'argento che brillano più dell'oro, divorzi in casa Lakers, assoluzioni e naturalmente parole, parole e ancora parole"rieccoci al palo per la stagione NBA 2004-2005.
Un annata che si potrebbe definire l'anno zero per tanti motivi anche e soprattutto in casa giallo viola.
Eh sì, dopo tutto ciò al quale abbiamo assistito questa estate è innegabile che questa NBA sia cambiata nell'immaginario collettivo.
Oggi tanti campioni che una volta vedevamo come inattaccabili hanno sulla coscienza un macigno notevole da farsi perdonare (forse anche peggio di quello targato Indianapolis e George Karl) e fa un effetto strano discutere con gli amici di qualche bella azione vista nella pre-season oppure nelle prime uscite di questa settimana e sentirsi rispondere non senza una certa dose di polemica: "Certo, bella roba ha fatto quello lì (leggi giocatore NBA a caso), ma se ci fosse stato a difendere il Jack, o Robertone Chiacig o la difesa della Lituania, non gli veniva mica altrettanto bene"".
Hai voglia poi a spiegare per un non precisato numero di minuti che in nazionale questi non si impegnano, che il campionato è altra storia, che il meglio è sempre là , adesso poi che si sono aperti definitivamente agli altri mercati, figurati"
Come diceva il mio fu nonno, Dr Giancarlo, la quaglia l'è 'ndacia e non resta che cercare di guardare lo spettacolo sperando che venga il meglio possibile.
Per tornare al vero argomento del pezzo (mi scuso per la digressione), dopo che l'era Jackson è ormai tramontata dietro a qualche bosco del Montana (tanti auguri e figli maschi Phil"), è cominciata in quel di L.A. l'avventura di Mister sorriso Rudy T, al secolo Rudy Tomjanovic, sulla panchina della squadra di Hollywood.
Solo pochi mesi fa questa era la casa di Shaquille O'Neal; oggi è a tutti gli effetti la casa di K8, Kobe Bryant, l'immacolato (almeno dal punto di vista legale) nuovo campione del reame di re Jerry Buss, attorniato da una corte decisamente ringiovanita, tecnicamente nettamente superiore rispetto al passato, ma per certi versi immatura e leggera, una squadra insomma che potrebbe regalare tutto ed il suo contrario, un rebus che andrà analizzato per forza di cosa solamente in itinere.
La prima settimana di vero gioco sta confermando appunto questa caratteristica.
Dopo una pre-season non certo impossibile dal punto di vista degli avversari e conclusa con un bilancio di 6 a 2 nel computo vinte e perse, i giallo viola hanno iniziato il loro cammino con un programma alquanto scorbutico.
L'esordio è stato programmato allo Staples Center contro la franchigia regina del mercato estivo: i Denver Nuggets.
La squadra di Carmelo Anthony è scesa in quel di Los Angeles con la voglia di far vedere da subito alla lega che gli equilibri ad Ovest hanno trovato un altro pezzo da 90, ma sorpresa sorpresa, i Lakers hanno mostrato subito il lato scintillante della medaglia.
Aiutati anche dal grave infortunio al tendine d'achille patito da un sempre più sfortunato Voshon Lenard, la squadra di californiana ha surclassato i rivali con le armi tanto attese: velocità , distribuzione ottimale del pallone e tanta attenzione ai palloni vaganti.
Alla fine il punteggio ha parlato di 89 a 78 per i padroni di casa, che hanno tenuto botta sotto le plance (47 a 48 il computo dei rimbalzi), hanno passato alla grande (23 assist, 7 del solo Kobe), non si sono mai trovati in svantaggio in 48 minuti di gioco e hanno trovato un Bryant da 25 punti con "soli" 14 tiri ma in compenso una leadership e una visione della gara insolite e nuove.
Tutto bello quindi? Possiamo passare alle previsione per i prossimi turni?
Calma. Stiamo parlando dei Lakers. I Lakers che hanno cominciato ad inserire gente come Lamar Odom e Caron Butler da solo un mese, i Lakers ai quali manca ancora Vlade Divac, Lakers quindi in piena fase di "under construction".
Domanda, quindi: dove si va per il secondo impegno dell'anno?
Risposta: (in coro) nello Utah!
E cosa si fa nello Utah?
Ci si infila in tasca un'asfaltata da - 26 con la peggior prestazione offensiva degli ultimi anni, un Kobe che predica al vento nonostante 38 punti e 21 tiri, una compagnia (Odom e soprattutto Butler compresi) che funge solo da palla al piede e si torna in fretta a lavorare in palestra con un'esperienza in più e un po' di polvere sui lustrini.
A stretto giro di posta è poi arrivata la sfida che lo scorso anno rappresentava il clou della corsa alle finale ad Ovest.
Gli Spurs hanno visitato L.A. e il livello di adrenalina ha subito fatto uno scatto verso l'alto.
La partita di ieri notte ha infatti rappresentato un caso a parte.
Il punteggio finale ha infatti premiato gli ospiti che grazie ad un maggiore controllo dei tabelloni (ed il solito caparbio finale) hanno impresso il proprio marchio sulla tenzone. Tim Duncan ha confermato il miglior inizio di regular season degli anni recenti con 26 punti e 16 rimbalzi ed il punteggio alla sirena è stato di 105 a 96 per i texani.
Paradossalmente però, la seconda parte della gara è stata lo scorcio di pallacanestro migliore che i nuovi Lakers abbiano mostrato, con Bryant a segnare nell'ultimo quarto 12 dei suoi 28 punti (peccato la percentuale dal campo) un buon contributo generale e un Lamar Odom alla prima doppia doppia dell'annata (24 e 11 per lui ma conditi da 6 turnover).
Chiaro è apparso che gli Spurs sono già ampiamente una squadra da titolo ed i Lakers potrebbero percorrere parecchia strada, ma sono all'inizio del viaggio.
Il meglio della settimana: volutamente non citato in precedenza, il menzionato d'obbligo della prima settimana è Chris Mihm.
Questo giocatore arrivato come terza opzione per lo spot di centro, dopo Vlade e Brian Grant, si è trovato ad esordire nella prima partita dell'anno complici le condizioni fisiche dei compagni e ha subito fatto il botto. Grazie ad un Kobe in serata generosa, ma non solo, ha firmato una prestazione da 23 punti (career high), 12 rimbalzi e 2 stoppate, staccandosi di dosso l'ombra del Diesel e mostrando quelle che sono le sue caratteristiche principali: buona mobilità , senso della posizione ed etica del lavoro costante.
Nella prima giornata e poi soprattutto nella sconfitta subita da San Antonio ha anche brillato un Lamar Odom in versione lavoratore per la squadra (12 rimbalzi di media per lui) e una citazione è anche da attribuire a Tierre Brown, che dopo un' estate di lavoro ha strappato alla dirigenza giallo viola un contratto come guardia di riserva: vedremo quale potrà essere il suo contributo durante l'anno.
Il peggio della settimana: il tonfo di Salt Lake City ha rappresentato una bella batosta, ma forse è meglio sia arrivato subito.
Bisogna sgombrare il campo da dubbi: di batoste come questa ne arriveranno altre, i Lakers non sono attrezzati per fare la corazzata, questo però non giustifica una resa mentale come quella mostrata contro i Jazz. La speranza è che il rientro di Divac dia da subito un'iniezione di esperienza al gruppo.
Una preghiera infine: speriamo che Rudy T non cominci ad utilizzare Vujacic con il contagocce. Si tratta di una guardia che già in Summer League ha dimostrato classe e testa, il coraggio per metterlo in gioco lo dovrà dimostrare l'ex coach dei Rockets.
E adesso?
Adesso il calendario sembra essere un pochino più morbido: Atlanta in casa da subito e a seguire la trasferta che porterà la squadra prima a New Orleans, poi a Memphis, Orlando e Houston per il primo faccia a faccia fra i due candidati MVP, McGrady e Bryant.
Alla prossima"