Danny Ainge GM dei Celtics, di sicuro un uomo che fa discutere in ogni senso.
Che cosa hanno in comune Danny Ainge e Isiah Thomas ? Ovviamente essere entrambi General Manager di due franchigie NBA, ma gli accostamenti non finiscono qua, perchè entrambi lavorano per due delle franchigie più ricche di storia e tradizioni della lega, e soprattutto entrambi dal momento del loro incarico sono riusciti nel non facile compito di risollevare alle stelle l'interesse dei tifosi di due franchigie che da tempo si stavano abituando ad una mediocrità che non fa di certo parte della storia sia dei Boston Celtics che New York Knicks, insomma sono riusciti a risvegliare i dinosauri che dormivano da tempo.
La storia ormai ci dice che per i New York Knicks l'ultimo anello risale al 1973, e dopo un periodo di forti emozioni all'inizio degli anni 90 sotto la guida di Pat Riley, non culminato con la conquista dell'anello solo a causa del solito cannibale Michael Jordan, sono da ormai cinque anni fuori dalle posizioni che contanto anche nel derelitto est, per Boston il digiuno dall'anello dura oramai dal 1986, ma da ormai quasi un decennio, Boston naviga in un limbo di mediocrità , tra i playoff e la lotteria eccezione fatta per il sussulto della stagione 2002 quando sfiorarono la finale.
Come tutti i grandi personaggi al centro dell'attenzione, ovviamente hanno il grande potere di dividere chi li deve giudicare in in due o mille frazioni spesso contrapposte, ma cio non toglie che adesso grazie a loro due Knicks e Celtics siano due delle franchigie più chiaccherate della lega, sia nel bene che nel male, e che le attese per vedere i frutti del loro lavoro, stanno diventando spasmodiche.
Entrambi anno in comune un passato da giocatore professionistico nell'NBA, Thomas è stato il leader spirituale degli Original Bad Boys di Detroit allenati da Chuck Daly, che hanno vinto due anelli nel 89 e nel 90. Ainge ha ovviamente un passato biancoverde, dove si è infilato l'anello a giocando a fianco del trio delle meraviglie Bird McHale Parish, poi ad inizio anni 90 ha giocato un paio di finali prima con Portland e poi con Phoenix perse entrambe contro il cannibale Jordan e i suoi Bulls stellari. Entrambi insomma sono stati campioni NBA,e d entrambi si sono dovuti inchinare alla legge del giocatore più forte di sempre nel loro finale di carriera.
Entrambi avevano avuto prima dell'attuale incarico altri incarichi, tecnici e dirigenziali in altre Franchigie NBA, Isaih Thomas era reduce da una esperienza fortemente negativa come allenatore degli Indiana Pacers, dove nonostante una rosa piena zeppa di talenti, per lo più giovani non era riuscito ad ottenere i risultati sperati, dovendosi per altro subire ogni tipo di paragone con Rick Carlisle (che poi lo ha sostituito) che era in concorrenza per il posto di coach dei Pacers dopo l'abbandono di Larry Bird dopo le finali del 2000 contro i Lakers, prima ancora era stato General Manager dei Toronto Raptors, nei primissimi anni di vita della franchigia canadese. Danny Ainge invece era stato sulla panchina dei Suns, con risultati tutto sommato buoni, poi un abbandono un po misterioso a stagione in corso forse dettato più da ragioni personali che tecniche.
Isaih Thomas è stato nominato abbastanza a sorpresa General Manager dei Knicks, nello scorso inverno a stagione in corso dopo che i Knicks erano stati per alcuni anni nella mani del ciclone Scott Layden, che aveva messo insieme una serie di mosse di mercato molto deludenti che però avevano fatto salire alle stelle al salary cap dei Knicks, bloccando in teoria ogni possibilità di manovra sul mercato.
Nessuno si aspettava dunque una sua nomina, poi Isiah ci ha messo un secondo ad entrare nel cuore dei tifosi della grande mela, perchè il suo biglietto da visita è stato l'arrivo in maglia Knicks del figliol prodigo Stephon Marboury, newyorkese purosangue, cresciuto nei playground cittadini, arrivato con una manovra di mercato ritenuta da tutti incredibile, perchè riuscire a portare a New York uno dei primi giocatori della lega, con la situazione salariale dei Knicks era pressochè impensabile per tutti ma non per Isiah Thomas che evidentemente aveva preparato lo scambio nel dettaglio già prima di insediarsi nella poltrona di GM dei Knicks.
Ma il lavoro di Thomas non si è fermato all'arrivo di Marboury, e anche in estate ha messo a segno un buon colpo, portando a New York Jamal Crawford, giovane di belle speranze, con un talento fuori discussione, che a Chicago non ha trovato per una serie di motivi mai piena fiducia, anche perchè è spesso stato impiegato da playmaker, dove non rende di certo al massimo e soprattutto si è trovato in concorrenza prima con lo sfortunato Jay Williams e poi con il sorprendente Kirk Hinrich, che di fatto ha spinto i Bulls verso una sua cessione. Crawford completa un reparto di esterni di gran valore tecnico, forse però poco fisico per l'NBA di oggigiorno, però se Allan Houston ritrova la salute, non sono in molti ad avere a disposizione un reparto di tale talento tecnico. Purtroppo non si può dire altrettanto del reparto dei lunghi che di sicuro necessita ancora di alcuni ritocchi.
Non è mancata qualche critica, anche inattesa, come quando dopo lo scambio con i Milwuakee Bucks per avere Tim Thomas, in cambio di Keith Van Horn, al primo ritorno di Van Horn a New York da avversario, Thomas si è ritrovato incredulamente a sentire i propri tifosi che inneggiavano a Keith Van Horn in un'atmosfera surreale. Van Horn secondo la stampa non era altro che l'ultima follia dell'ex GM Scott Layden, arrivato in uno scambio a più squadre e che era costato la cessione dell'idolo assoluto del Madison Square Garden Latrell Spreewell, ed individuato da tutta la stampa come la vittima sacrificale per i palati fini dei tifosi dei Knicks, ma evidentemente per una volta i tifosi dei Knicks con Van Horn si sono dimostrati molto più schietti e sinceri di quanto non lo fossero stati i Media.
Di sicuro però Thomas è riuscito a dare una bella svegliata all'ambiente, che dopo i successi di inizio anni 90, e una finale arrivata un po inaspettatamente nel '99, da tempo si stava abituando ad assorbire le moltitudini di critiche che arrivavano da ogni parte senza avere una minima reazione. E soprattutto Thomas sta lavorando anche per rirdare uno stile più sobrio ad una franchigia che è lo specchio sportivo della più grande città del mondo.
A Boston qualcosa di simile è successo con l'arrivo nella stanza dei bottoni di Danny Ainge. Ormai da oltre un anno ai comandi Ainge continua a far discutere più di ogni altra persona dell'ambiente biancoverde, per una serie interminabile di motivi. Ainge in carica dalla primavera del 2003, ha di fatto stravolto in un anno il roster che nella primavera del 2002 era arrivato ad un soffio dalla finale, di quella squadra che con ogni probabilità aveva raggiunto il suo limite in quei playoff, rimangono solo Paul Pierce individuato come il giocatore su cui costruire il futuro e Walter McCarty, quasi mai utilizzato.
Ovviamente un cambiamento tanto radicale è stato possibile solo grazie ad una serie interminabili di scambi, che ovviamente sono stati oggetti delle critiche più disparate, sia all'interno del modo biancoverde che da quello esterno, e per questo anche Danni Ainge si è ritrovato di fronte a qualche inaspettata sorpresa sotto forma di fischi, come quando Antoine Walker è ritornato da avversario per la prima volta a Boston, infatti in quella occasione i tifosi di Boston hanno fischiato apertamente Ainge ricoprendo di applausi l'ex biancoverde, solo che Walker era stato con ogni probabilità la croce e delizia dei tifosi dei Celtics degli ultimi anni, e che di solito i fischi li prendeva lui.
Ainge però da vero duro quale era in campo a proseguito senza soste il suo lavoro, che con ogni probabilità è ancora in corso, considerando che i Celtics ad oggi hanno 16 giocatori con contratti garantiti, tre dei quali Fox, Payton e Stewart in scadenza con contratti onerosi. Dunque tutto lascia intravedere che prima della fine della stagione i Celtics di Ainge saranno protagonisti di una nuova trade.
Ma Ainge a differenza di Thomas, che per ora ha sempre parlato poco o nulla, ha avuto un impatto molto forte a livello mediatico per le sue dichiarazioni, e forse è quello che ha fatto si che, per ora le critiche prevalgano sugli elogi nei suoi confronti, a prescindere dal risultato del suo lavoro, che bisognerà aspettare che passi il tempo per giudicarlo. Infatti Ainge spesso e volentieri si è lasciato andare a dichiarazioni “forti”, come quando pochi mesi dopo essersi insediato GM parlò di un programma triennale per arrivare al titolo, oppure come quando lo scorso inverno messo di fronte al fatto che nessun nome importante fosse arrivato a Boston in fase di tradeline, esternò “che nessun giocatore vuole giocare a Boston per via del maltempo“.
La Squadra attuale di Boston vive però su un sottile filo, perchè il roster è formato da moltissimi giovani, che dovranno dare delle risposte positive in tempo breve, perchè la vera stella dei Celtics Paul Pierce, di sicuro il giocatore più amato dai tifosi del dopo Bird, ha ancora tre anni di contratto, ma nelle prossime due stagioni devono arrivare risposte concrete dal roster, perchè se Pierce non intravede concretamente una speranza di titolo nel breve termine, non è escluso che prima della scadenza del contratto possa chiedere la cessione, cosa molto di moda in questi giorni, solo che è evidente che il legame che lega Pierce ai Celtics è molto più solido di altre situazioni simili. Per questo nessuno si vergona a dire che le prestazioni del rookie Al Jefferson saranno il fattore più determinante per il futuro prossimo dei Celtics.
Alla fine però con il suo lavoro almeno due cose Ainge le ha ottenute di sicuro, ossia ha dato una bella ringiovanita alla squadra, al punto che nei Celtics del prossimo anno a roster ci saranno tre rookie e due giocatori al secondo anno, ma soprattutto è risvegliato il mondo dei Celtics da un torpore in cui erà sprofondato dopo venti anni di insuccessi, basta vedere una semplice statistica che i Forum sui Celtics in rete dal momento dell'insediamento di Ainge hanno avuto un incremento del 65%, rispetto agli aumenti standard di tutti gli altri forum in generale, insomma almeno nei numeri Danni Ainge ha già vinto la sua battaglia.