Dove andrà L.A. con questa nuova coppia?
"Non sei un tipo che lotta, nemmeno con le ali riuscirai a volare come faccio io… mi ricordi Kobe Bryant che prova ad essere alto come me… ma non ci riesci, anche se mi mandi da un'altra parte"
Versi di una nuova canzone rap, versi del singolo "You're not the fightin' type" cantato da DJ Skillz e da Shaquille O'Neal. Si proprio lui, l'ex-centro dei Los Angeles Lakers, che approdando questa estate ai Miami Heat, ha deciso di rompere una delle coppie più efficaci di tutti i tempi. Ce l'aveva con Kobe, con la dirigenza, con tutti. Nessuno l'ha capito, nessuno gli ha offerto i soldi che invece hanno dato a Bryant e alla fine ha deciso di andare via.
Ma per una Combo che evapora come neve al sole, ecco che le calde coste della California ne plasmano immediatamente un'altra. Eh si, perché in cambio di Shaquille O'Neal sono arrivati in California Caron Butler, Brian Grant e soprattutto Lamar Odom, l'uomo eletto dal destino per costituire con Bryant, la Combo dei futuri Lakers. Davvero niente male per una franchigia che, cedendo il suo uomo migliore, sembrava dovesse vivere anni di buio assoluto.
A livello potenziale, quella che si è realizzata nell'afosa e molto movimentata estate angelina, è una delle coppie più forti in assoluto. Bryant-Odom riassumono ciò che s'intende per Basket, quello con la B maiuscola: tecnica, intelligenza, velocità e atletismo.
I due inoltre s'incontrano nel momento più propizio. Da una parte Bryant, che liberatosi dell'ingombrante ombra della galera, potrà dedicarsi completamente al campo. Dall'altra Odom, che dopo gli importanti progressi della scorsa stagione, potrà affermarsi come All Star assoluta.
Uno duo che si completa. Ecco la vera forza di questa coppia: Kobe che potrà penetrare in zona pitturata grazie agli spazi aperti da Odom, Lamar invece che potrà dominare dalla media e sotto canestro grazie ai consueti scarichi di KB8.
Di sicuro il finalizzatore tra i due sarà Bryant. Le statistiche dell'anno passato sono incredibili considerando tutta la situazione che ha vissuto (24.0 ppg, 5.5 rpg, 5.1 apg): metterla dentro il cerchio ferrato quindi, ma anche servire di più i compagni e aumentare il volume della radio in difesa. Diventare il punto di riferimento assoluto. Per tutti e in ogni situazione. Il punto della questione è sempre lì. Inutile riaprire vecchie discussioni che tanto fanno stare male i nostalgici dello Spalding.
Bryant è senza dubbio fra i primi cinque giocatori di questa lega. Impossibile negarlo. Ha tutto quello che un giocatore di basket desidera possedere sin da bambino: atletismo, aggressività , capacità di mettere dentro qualsiasi tiro da qualsiasi posizione. Anche e soprattutto sulla sirena. Certo i difetti ci sono, altrimenti non si giocherebbe neanche. Le finali Nba 2004 hanno dimostrato infatti che il figlio di Jelly Bean ha ancora molta strada da fare prima di raggiungere il top.
A volte s'intestardisce troppo nel diventare il salvatore della patria, altre organizza battaglie personali contro il ferro. Ma la qualità che ha è indiscutibile. Rinnovare per sette stagioni a 26 anni, significa affidare la propria carriera ai Lakers. Significa mettersi in discussione e provare ad infilarsi al dito quello che in passato ha fatto solo grazie a Shaq.
Ad aiutarlo nel suo ambizioso progetto ci sarà Odom. Lamarvelous, 25 anni, di New York, possiede una completezza tecnica difficilmente riscontrabile nella Nba d'oggi: mancino, potenza fisica smisurata, ball-handling pazzesco, gran passatore ed efficace realizzatore da tutte le distanze. Un giocatore totale insomma.
All'inizio della sua avventura in Nba dicevano sarebbe stato l'erede di Magic. Per alcuni fu una bestemmia. Per altri un azzardo. Di sicuro può ricoprire senza problemi quattro ruoli su cinque. Ala grande, ala piccola, guardia e play. Forse l'ultimo il più complesso. Ruolo cardine nella lega dei nostri giorni.
In verità come stile di gioco ricorda molto più Kevin Garnett che Magic. Di Ervin gli manca soprattutto la velocità , suo vero tallone d'Achille, e la capacità di creare dal nulla l'impossibile, cosa che a Magic riusciva alla grande. Di Garnett non ha la forza mentale e l'essere vero trascinatore e uomo squadra.
Peraltro dopo la deludente stagione ai Clippers, ha avuto ai Miami Heat il suo miglior anno (17.1 ppg, 9.7 rpg e 4.1 apg) riuscendo a convincere persino i più scettici sulle sue immense qualità . Il talento c'è tutto. I problemi della giovinezza sembrano superati e lo spettacolo, quello sicuro, sarà garantito con accanto l'otto in gialloviola.