Jim Thome, importante addizione per i White Sox
Dopo un mese di gioco, possiamo andare a trarre alcune considerazioni sull'effettiva consistenza delle squadre assemblate durante l'off-season. Come tutti gli anni ci sono state conferme, sorprese e delusioni, ma nelle ultime giornate, dopo qualche settimana di rodaggio, i valori sembrano consolidarsi gradualmente. Andiamo a dare un'occhiata alle varie divisions allora:
AL East
Guardando la classifica, tutto sembrerebbe seguire le aspettative prestagionali. I Boston Red Sox (14-10) sono in testa, tallonati però a distanza ravvicinata da New York Yankees e Toronto Blue Jays. I Sox hanno avuto un calendario forse un tantinello più facile rispetto alle altre due pretendenti al pennant, ma sono indubbiamente partiti fortissimo, aiutati dal monte di lancio dominante. La novità principale però è quella del closer, il rookie Jonathan Papelbon, 10 salvezze su 10 tentativi ed un'ERA di 0.00! Il ragazzino doveva essere il sesto partente, ma il recupero di Foulke, che pure procede positivamente, gli ha fornito una chance che lui non si è lasciato sfuggire. Nelle ultime 8 partite, solo 3 W e 5 L: la squadra appare in un momento di scarsa forma, con le mazze decisamente spente. Se non si sveglieranno in fretta, sarà una stagione molto difficile. Per ora comunque, in attesa dei primi scontri con gli Yankees, rimangono in testa alla classifica.
I Blue Jays (12-10) sono lì, ad un passo. Chiunque abbia avuto dubbi sulla forza del lineup canadese è stato servito. Al contrario di Boston, Toronto sta viaggiando sulle ali del proprio lineup. Il monte di lancio si è dimostrato sufficiente infatti, ma è stato il lineup a trascinare la squadra. Vernon Wells sta dando spettacolo, così come Glaus, Overbay, Bengie Molina ed Alex Rios. La sorpresa assoluta però è forse quella più lieta per noi italiani: Frank Catalanotto, un autentico gladiatore. I Jays si sono dimostrati in grado di battere chiunque, ma la loro discontinuità sul monte di lancio li rende vulnerabili anche a sconfitte inopinate ed è per questo che il loro record non rispecchia i picchi espressi sul campo. Bisognerà comunque fare i conti con loro per tutta la stagione.
Gli Yankees (12-10) sono i soliti Bombers. Le mazze sono potenti e possono distruggere qualsiasi lanciatore. In particolare si è distinto in questo primo mese di attività il solito capitano Derek Jeter, trascinatore di razza. Tra i lanciatori, Randy Johnson è forse lievemente sotto le aspettative, pur se rimane un signor lanciatore, uno tra i migliori di tutta l'American League. In compenso, Mike Mussina sembra improvvisamente essere tornato il pitcher affidabile di qualche anno fa. Come ogni anno, a fine settembre saranno in lizza per la vittoria divisionale, ed sarà difficile non vedere le pinstripes anche ad ottobre. Ci sarà da capire quanto influirà la debolezza del bullpen, dove anche Mariano Rivera per ora ha deluso.
I Baltimore Orioles (13-12) sono partiti discretamente, come ogni anno. L'attacco gira e trova protagonisti sempre diversi, col nuovo catcher Ramon Hernandez e l'interbase Miguel Tejada su tutti. I lanciatori non sono granchè però, ed a parte alcuni lampi di Daniel Cabrera, sempre alle prese con gravi problemi di controllo, ed il talentuoso Erik Bedard, gli altri sono sotto media. Difficile che gli O's possano rientrare nella lotta per ottobre, ma di sicuro daranno fastidio a tutti e le serie contro di loro non dovranno essere sottovalutate.
Tampa Bay (10-14) è ultima, come al solito. Le premesse per un grande futuro dei Devil Rays ci sono tutte. Alcuni talenti sono abbacinanti, come Jonny Gomes, già a quota 11 HR, oppure Carl Crawford. Semmai il problema risiede nel monte di lancio, dove a parte Kazmir, gli altri non sembrano assolutamente efficaci, nonostante il 3-hit shutout di Hendrickson di inizio stagione. Gli infortuni di Julio Lugo, Huff e Baldelli non semplificano le cose, e quindi bisognerà aspettare il loro ritorno, più l'esplosione di B.J. Upton e Delmon Young, previste in ogni caso non prima del 2007, per vedere la franchigia della Florida assumere un ruolo importante.
Situazione in evoluzione in questa divisione insomma, ma le big three si sono già dimostrate un passo al di sopra delle altre, e non poteva essere altrimenti.
AL Central
Un nome su tutti, ed è quello dei campioni in carica dei Chicago White Sox (16-7). L'armata di Ozzie Guillen vuole ripetersi ed ha mostrato di avere le carte in regola per farlo. I lanciatori sono affidabili come nel 2005, nonostante l'inizio a singhiozzo di Jon Garland e Javier Vazquez, la difesa è strepitosa, ed il lineup continua a portare a casa punti con costanza. C'è velocità , c'è contatto e da quest'anno c'è anche maggior potenza. L'unico punto debole infatti, sembrava essere l'assenza di sluggers attorno a Paul Konerko. Quest'anno è arrivato Jim Thome, mancino reduce da infortuni che l'hanno bloccato nel 2005. Ebbene, Thome si è dimostrato in grado di fare la differenza, ed ha portato la sua mazza pesante con sè, a dimostrazione di essere tutt'altro che finito. Incredibile ma vero, i campioni sono migliorati, e sarà durissimo superarli.
I Detroit Tigers (15-9) finora hanno stupito. Il monte di lancio, trascinato da Bonderman, Maroth e dal rookie Justin Verlander è più che solido, contro le previsioni della vigilia, ma la differenza l'ha fatta un uomo su tutti: Chris Shelton. Il prima base ha messo numeri da fantascienza, e totalmente inaspettati per lui. Nell'ultima settimana ha avuto un comprensibile rallentamento, ma la squadra finora ha seguito il suo esempio ed è sicuramente la sorpresa più bella dell'American League. Difficile che tengano, ma attualmente sono in zona playoffs. Anche se dovessero mollare, le loro prove sono certamente un buon viatico per gli anni a venire.
I Cleveland Indians (13-11) vorrebbero sopravanze i campioni, ma come l'anno scorso sono scattati dai blocchi come lumache. Nel 2005 sono stati ad inseguire fino agli ultimi due giorni di regular season, prima di scoppiare, e quest'anno la storia potrebbe ripetersi. Le qualità le hanno tutte, nonostante l'infortunio che ha colpito C.C. Sabathia, ma la gioventù è un'arma a doppio taglio e finora difficilmente sono riusciti ad infilare 2 partite buone di seguito. Se vorranno essere credibili, dovranno imparare a dare continuità in fretta, e magari mettere mano ad un bullpen a tratti tragicomico.
I Twins (9-14) hanno fatto da contraltare, deludendo a tutto tondo. Si sapeva che non sarebbero stati all'altezza delle due favorite della division, ma si credeva potessero arrivare tranquillamente in terza posizione. Non solo non sembra essere così, ma l'asso di Minnesota, Johan Santana sembra essere partito col freno a mano tirato, per usare un eufemismo. L'attacco non è esattamente esplosivo, pure se le colpe maggiori sono da ricercarsi tra i lanciatori. Il risultato è che la squadra sta ancora cercando un'identità . Forse sarebbe meglio concentrarsi sul futuro e regalare un posto in rotazione a Francisco Liriano, l'unico a distinguersi in positivo per il momento.
Per puro dovere di cronaca, dobbiamo citare anche i Kansas City Royals (5-16). Non ce ne vogliano i loro tifosi, ma questa è una squadra senza logica. E' perdente, vecchia e senza prospettive. Certo, il budget è quello che è, ma in questi casi bisognerebbe seguire l'esempio dei Marlins: perdere oggi per vincere domani, costruendo giovani all'altezza. Kansas City invece ha preso veterani a fine carriera, che hanno poco da offrire al presente, e che non serviranno a niente per il futuro. Squadra perdente se ce n'è una, l'ultimo posto della divisione, dell'AL e forse dell'intera MLB, è già prenotato sin da ora.
AL West
La division peggiore dell'American League è senza dubbio questa. Regna l'equilibrio, figlio però dell'appiattimento dei valori verso il basso. I Los Angeles Angels (12-12) sono in testa senza brillare, e più per demeriti altrui che per qualità proprie. La franchigia di Anaheim continua ad evidenziare un lineup anemico, ed avendo perso qualità sul monte a causa delle partenze di Byrd e Washburn, si ritrova a media .500, ed incapace di aprire un gap con le altre, che pure stanno attraversando momenti non facili.
Parlare di Texas Rangers (12-12) è particolarmente difficile. Ogni tanto si esaltano, e possono davvero dilagare contro chiunque. Oltre ai soliti Teixeira, Nevin e Blalock, è emerso Kevin Mench, in grado di battere fuoricampo per 7 partite consecutivamente (ad 1 partita dal record, ed è in striscia ancora aperta). L'attacco però è discontinuo, ed è tanto in grado di mettere 15 punti in una partita, quanto di non segnare in quella successiva. Inoltre il monte di lancio non fa scintille, con Kevin Millwood che si sta riprendendo dopo una cattiva partenza, ma non ancora in grado di trascinare una rotazione francamente di bassa qualità . Aggiungiamoci il fatto che Francisco Cordero si sta dimostrando incapace di difendere i vantaggi negli ultimi innings delle partite, e si ha un'immagine di una squadra che sembra in rampa di lancio, ma che ogni volta che vorrebbe fare il definitivo salto di qualità incespica e deve cominciare da capo. Sono in piena corsa comunque, ma il fatto che siano in testa pur avendo solo .500 come media, fa capire che se le altre dovessero involarsi, per loro sarà difficile tenere il passo.
Gli Oakland Athletics (11-12) dovevano essere pericolosi in vista della post-season. In realtà , a parte Nick Swisher, il lineup fatica a battere, coi ragazzini terribili di Macha che non riescono proprio a trovare il ritmo, più vicini a .200 che a .300 come media battuta. Aggiungiamo che Esteban Loaiza, Barry Zito e Joe Blanton stanno deludendo, ed i quasi omonimi Rich Harden e Dan Haren non fanno a loro volta la differenza, ed è così che si spiegano le difficoltà incredibili nel vincere le partite. Persino il super closer Huston Street ha bruciato qualche possibile salvezza, prima di essere messo temporaneamente da parte. Tipico caso da sophomore slump? Sia come sia, devono riprendersi tutti, ed in fretta, se vogliono cullare qualche speranza di non vedere le partite di ottobre davanti alla tv.
A Seattle, i Mariners (10-15) sono migliorati rispetto al 2005. Su questo non ci piove, e l'inserimento di Kenji Johjima procede positivamente, ma delude parecchio il giovane fenomeno Felix Hernandez, va male il closer Eddie Guardado ed in generale batte poco il resto del lineup. Se la division continuerà ad andare in questo modo, possono sperare di strappare la sorpresona, un po' come San Diego l'anno scorso, ma in generale gli M's sembrano essersi attestati su una mediocrità di fondo da cui sembra difficile schiodarsi.
NL East
Volano i New York Mets (16-7). Allo Shea Stadium sembra essere l'anno buono. Il lineup fa paura, la rotazione tiene, e Billy Wagner, piccolissimi intoppi a parte, è il closer affidabile che serviva. Il risultato è che i Mets stanno volando e dietro fanno fatica a rimanere in scia. Pochi difetti, se non la scarsa profondità della rotazione appunto. Finchè però i vari Trachsel, Victor Zambrano e pure il ragazzino Brian Bannister riusciranno ad essere almeno accettabili, la potenza del lineup continuerà a risolvere parecchie partite. New York è davvero una squadra impressionante, aiutata dal fatto di essere in una division dove nessun'altra squadra riesce a superare quota .400!!!
Gli Atlanta Braves (9-14) rischiano seriamente di vedere interrompersi la loro impressionante striscia di titoli divisionali. Sette partite di svantaggio quando ancora non è terminato il mese di aprile sono tantissime. In particolare la squadra non riesce ad essere bilanciata. Jeff Francoeur ha avuto uno slump pauroso, Chipper Jones è già stato sulla DL, come Renteria, ed il solo Andruw Jones non è bastato a tenere in piedi da solo l'intero attacco georgiano. Neanche i lanciatori sono stati esenti da colpe, ed il bullpen è scarso. La posizione in classifica altro non fa che rispecchiare quanto mostrato in campo. Il potenziale c'è, ma per ora il manager Bobby Cox non è riuscito a mettere tutti i tasselli del puzzle al loro posto, condizione fondamentale per far rendere al meglio un roster ricco di giovani.
Ci si attendeva di più dai Philadelphia Phillies (9-14), con a disposizione un buon lineup. Invece le mazze non hanno fatto scintille, mentre il monte di lancio ha, come al solito, deluso. Con queste premesse, i “phans” della squadra dovranno passare un altro intero anno a soffrire. Ci sono concrete possibilità di chiudere la stagione molto presto, continuando in questa maniera, ma non si capisce dove si possa operare visto che il lineup ha buchi enormi e la rotazione andrebbe ricostruita da zero. In questa division ci si poteva attendere una bella lotta a 3, vista l'inferiorità di Nationals e Marlins, invece sembra che sarà addirittura a 4, ma solo per il secondo posto perchè il primo rischia concretamente di essere già assegnato.
I Washington Nationals (8-16) l'anno scorso partirono fortissimi. Quest'anno invece hanno ricordato a tutti di essere in effetti gli eredi degli Expos. Il record è poco lusinghiero, ma a preoccupare è l'1-7 nelle partite casalinghe. Alfonso Soriano ha aggiunto un po' di potenza al lineup, ed il rookie Ryan Zimmerman fa scintille in terza base. Piuttosto, a preoccupare è la totale inconsistenza dei lanciatori, ora che anche Livan Hernandez è tornato su livelli bassi. Il solo John Patterson non basta, ed alla fine per i Nationals sarà un bel risultato evitare l'ultimo posto divisionale.
I Florida Marlins (6-15), come previsto, stanno giocando un campionato autonomo, separato dalle altre squadre. La classifica non ha alcuna importanza, dato che l'unica cosa che conti è far crescere i giovani. Josh Willingham è infuocato, mentre delude Mike Jacobs. Alla fine dei conti, c'è da essere contenti per le conferme di Miguel Cabrera e Dontrelle Willis, più i progressi di Scott Olsen e Vargas sul monte. Il record è un discorso marginale, ma sarebbe un bel risultato rimanere sotto le 100 sconfitte in stagione. In questo momento sono in tabella per perderne 116, ma è auspicabile che migliorino nel corso dell'annata.
NL Central
Al momento questa è la division più dura di tutto il baseball, con 5 squadre sopra quota .500. In testa, incredibilmente, i Cincinnati Reds (17-7). Sul loro lineup nessun dubbio, pur con l'assenza di Ken Griffey Jr., ma la gradita sorpresa arriva dal monte, che si sta dimostrando solido ogni oltre aspettativa. Bene Harang ed il closer Weathers, ma protagonista assoluto è Bronson Arroyo, nuovo arrivo da Boston, formidabile sul monte come mai prima in carriera, ed insospettabilmente produttivo al piatto (ben 2 HR per lui). Non si sa se saranno in grado di reggere, ma vedere finalmente la franchigia dell'Ohio dimostrare tutto il potenziale del proprio attacco è una bella novità . Senza alcun dubbio i Reds finora sono la sorpresa più gradita della stagione, in assoluto.
Passando al Busch Stadium di St. Louis, i Cardinals (16-8) stanno facendo la loro solita stagione da 2 vittorie di media ogni 3 gare. Non sono partiti in maniera formidabile, ma sono una delle squadre più forti di tutta l'MLB e lo stanno dimostrando. Sono ad una gara di distanza dai Reds ma sembrano ben più attrezzati per continuare su questi ritmi nell'arco di un'intera stagione. Il trascinatore è il principe Albert Pujols, autore di 12 HR in 20 partite! Il costante apporto delle altre stelle, principalmente Rolen ed Edmonds, unito ad un monte che ha una continuità più unica che rara, fa capire che per spodestare la franchigia del Missouri ci vorranno miracoli da parte delle squadre rivali. Detto questo, il nostro pronostico continua ad essere quello dei Cardinals vincitori facili della division, ed anche di qualche partita pesante ad ottobre.
Gli Houston Astros (15-8) sono partiti come fulmini. La perdita di Roger Clemens sembrava assorbita, e non c'era giocatore che non facesse la propria parte, Ensberg e Berkman su tutti. Dopo qualche giornata sono calati, ma le prove del rookie Taylor Buchholz sul monte sono molto incoraggianti e presumibilmente a Houston rimarranno in contesa, almeno per la Wild Card, fino alle ultimissime battute della stagione. La squadra è sana, solida e composta da autentici guerrieri, in grado di lottare 9 innings in ogni partita e di salire di colpi man mano che il momento si scalda. Loro sono già stati alle World Series, e non sarà un po' di sana bagarre a spaventarli. Arrivare con meno di 2 partite di vantaggio su di loro alle ultime 2 settimane della stagione non equivale certo ad una garanzia, perchè è in quei momenti che rendono al massimo.
Al Wrigley Field di Chicago, i Cubs (13-9) stanno tutto sommato giocando bene, ma sono solo quarti nella divisione. E' clamoroso perchè con questo record sarebbero secondi ad Est, e primi ad Ovest, ma quest'anno è così, e per conquistare l'off-season ci vorrà una stagione ben sopra le righe. L'infortunio a Derrek Lee, che toglierà ai Cubs uno dei migliori giocatori della National League per 2 mesi, è estremamente penalizzante, ma le buone prove dello straordinario Greg Maddux fanno ben sperare. La cattiva vena di Carlos Zambrano non durerà in eterno, e presto torneranno in campo anche Wood e Prior. A quel punto, se la squadra sarà ancora nel pieno della lotta, attenti a Chicago perchè tutto sommato il supporting cast sembra all'altezza: la palla passerà in mano alle stelle, quando saranno tutte abili ed arroulate.
I Milwaukee Brewers (13-11) stanno facendo una stagione migliore rispetto alle aspettative. Va forte Chris Capuano, pitcher tanto bravo quanto sottovalutato dalla critica, è rientrato bene Ben Sheets, il rookie Prince Fielder sta spaccando fastballs in quantità industriale e tutta la squadra sembra girare al meglio. Il loro record vale il quinto posto divisionale, e probabilmente sarà impossibile confermare il 2005, o lottare per la post-season, ma ciò non toglie che i ragazzi del Wisconsin stiano facendo la loro onorevolissima figura, e forse il meglio non è ancora arrivato. Difficile capire i limiti di questa squadra. Bisognerà attendere gli inevitabili rallentamenti in testa per capire la consistenza di questa squadra nella divisione.
Una delle delusioni del mese di aprile è senza dubbio quella rappresentata dai Pittsburgh Pirates (7-18). Il record è il penultimo dell'intera MLB (superato in negativo da Kansas City). Dopo l'aggiunta di Sean Casey e le conferme di Maholm e Day sul monte, ci si attendeva una riscossa che li portasse a lottare almeno con Cincinnati e Milwaukee. In realtà Jason Bay ha deluso e gli unici che sembrano girare a pieno ritmo sono i due Wilson, Jack e Craig: un po' pochino per coltivare qualche ambizione. Confidiamo in un miglioramento dei pirati, ma marginale. Probabilmente sarà un'altra stagione buttata al vento.
NL West
La seconda sorpresa, in ordine di grandezza dopo i Reds, consiste nel rendimento eccellente dei Colorado Rockies (14-10), che stanno vincendo la NL West. Attenzione, la divisione non è di qualità eccelsa, ma non è neanche quel pietoso gruppo che nel 2005 ebbe ben 4 squadre sotto quota .500. Si è fatto male Todd Helton, il leader indiscusso, ma Matt Holliday si sta dimostrando di una consistenza sorprendente, e pure il monte di lancio sta offrendo prestazioni superiori a quanto ci si attendesse, in particolare con Aaron Cook. E' tutta la squadra però a sorprendere, da Barmes a Sullivan, e da Hawpe ad Atkins.
In seconda posizione, i San Francisco Giants (13-10). Impossibile non parlare di Barry Bonds, che comunque sta rendendo molto poco. Sarà quasi certamente la sua ultima stagione, visto che le sue gambe non reggono più un fisico gonfiatosi a dismisura: troppi i problemi alle articolazioni inferiori. Da applausi il rendimento sul monte di Morris e Hennessey, con un Moises Alou sempre decisivo in campo, ben coadiuvato dalle prestazioni di Randy Winn. I Giants rimangono la squadra da battere, ma non sarà facile confermare le attese, specie se Bonds non riuscirà a fornire, almeno in parte, l'apporto richiestogli.
I Los Angeles Dodgers (12-12) si mantengono in terza posizione, a quota .500. La distanza dalla testa è minima e questo è un ottimo segnale, visto che è appena rientrato un illustre infortunato, come Nomar Garciaparra, subito decisivo con un Grande Slam alla seconda partita giocata. Per Gagne ci sarà da attendere, come per Furcal, non infortunato, ma deficitario nelle prestazioni. I Dodgers in ogni caso sono sempre lì, e se la sfortuna li lascerà stare per un po', lotteranno fino alla fine per il pennant, con ottime possibilità di farcela.
Stagione transitoria per gli Arizona Diamondbacks (11-13), che sono in attesa dei loro giovani prospetti, in previsione della loro esplosione nei prossimi due anni. Per ora ci si limita ad attendere, giocando partite che spesso assomigliano ad amichevoli senza particolare significato. Alcuni dei ragazzini si stanno già mettendo in mostra, come il closer Jose Valverde, ma nulla è chiesto a questa stagione, se non di trascorrere in fretta.
L'ultima posizione divisionale se la aggiudicano i San Diego Padres (8-15), ed era logico visto che già nel 2005 erano una squadra scarsa e si sono nel frattempo indeboliti. Impossibile una nuova partecipazione ai playoffs ed incerte le prospettive future. Ci si deve accontentare di aver visto il quattrocentesimo fuoricampo di Mike Piazza o le belle prove del rookie figlio d'arte Josh Barfield. L'asso Jake Peavy fa quel che può, ma la squadra non fa faville e francamente non sembra avere grandi margini di miglioramento. Dopo una stagione come quella che si prospetta, sarà assolutamente necessario passare attraverso un pesante restyling o addirittura una rivoluzione.
Il Podio
1) Cincinnati Reds. Su tutti i ragazzi dell'Ohio. Sono una macchina da punti in attacco e molto solidi in difesa. Magari non dureranno, ma per ora sono i migliori di tutta l'MLB, come dimostrato dal record ottenuto.
2) Chicago White Sox. I campioni in carica sono concreti, difficilissimi da battere ed in silenzio stanno ripetendo l'annata scorsa, con tutte le difficoltà aggiunte della riconferma. Bravissimi, sono una squadra solida come nessun'altra.
3) New York Mets. Avevano la pressione della critica, che li aveva messi come favoriti in una divisione dominata per 15 anni dagli Atlanta Braves. Loro non si sono scomposti e stanno tenendo fede ai pronostici, anzi superando ogni aspettativa. Non è mai semplice, e per questo meritano davvero un grosso applauso.
Menzioni sparse per Colorado Rockies, Detroit Tigers e Houston Astros.
Il Contropodio
1) Kansas City Royals. Come fa ad essere deludente quella che da tutti veniva pronosticata come peggiore squadra dell'MLB? Ce la fa perchè il record di 5-16 è decisamente ridicolo, ma soprattutto è un giudizio alla situazione globale della franchigia. Non hanno speranze di ottenere niente oggi, e non hanno granchè in mano per il futuro. Un disastro senza pari.
2) San Diego Padres. Hanno vinto la divisione, ed invece di migliorarsi, hanno pensato di fare la squadra con gli avanzi altrui, senza neanche pensare eccessivamente a ringiovanire il roster. Sono passati dal primo all'ultimo posto divisionale. La riscossa di Dodgers e Giants era prevedibile, ma essere dietro ai DBacks attuali lascia parecchio a desiderare.
3) Pittsburgh Pirates. C'erano aspettative nei loro confronti, invece i giovani hanno in parte deluso, Bay non si sta confermando ed alla fine i risultati sono spietati. Essere a 6 partite e mezza dalla penultima divisionale è un handicap forse già irrecuperabile. L'auspicata quota .500 è davvero troppo distante.
Menzioni sparse per Philadelphia Phillies, Washington Nationals, Atlanta Braves e Minnesota Twins.