La ‘sagra’ dello scontento

Jason Kidd, dopo nemmeno un anno dal rinnovo del contratto chiede la cessione.

In Italia il mese di settembre è di solito dedicato a feste e sagre paesane, delle più diverse, dai funghi, ai formaggi ai salumi, per chi vive in campagna, per passare a quelle sull'antiquariato o sulle tradizioni per chi vive in città  d'arte, oppure quelle più tecnologiche in stile Smau per chi vive in grandi metropoli.

Nell'NBA invece nel mese di settembre si è dato luogo ad una nuova sagra, praticamente mai vista prima, ossia “La sagra del plurimilionario scontento”, ovviamente alla base dei festeggiamenti (!) c'è una bella richiesta di cessione ad una squadra vincente da subito.

Alla sagra hanno partecipato molti illustri giocatori, da Baron Davis, a Vince Carter, a Ray Allen, a Steve Francis per finire a Jason Kidd. Tutti questi signori ad oggi sono titolari di contratti pluriennali, che loro hanno firmato, e che al momento portano nelle loro tasche come minimo cifre sui 12 milioni di dollari. Insomma questi signori si sono legati a squadre con diverse prospettive che però ad oggi non hanno immediate possibilità  di titolo, quindi dopo aver visto come Tracy McGrady ha risolto il suo problema molto simile a loro, in poche ore (la leggenda narra che Tracy e il suo agente abbiano proposto lo scambio ai Rockets e che in meno di 24 ore lo scambio era fatto), vogliono solo ripetere le gesta del numero 1 di maglia dei Rockets, per accasarsi in una squadra da titolo, ovviamente con i soliti introiti.

Ma probabilmente i signori in questione hanno fatto male i conti, perchè la grande astuzia di McGrady e del suo agente è stata quella di pescare il Jolly, ossia infilarsi nell'unica vera possibilità  di squadra da titolo in cui c'era la possibilità  di approdare. Alla fine le loro esternazione a mezzo stampa potrebbero finire addirittura per ritorcersi contro loro, perchè dal momento che hanno messo in piazza il loro malcontento si potrebbero ritrovare in una squadra addirittura peggiore un po come è successo a Francis a Houston solo che lui voleva fortemente rimanere a Houston, ma avendo rotto le scatole a tutti, i Rockets hanno fatto circolare la voce nel mondo degli agenti che poteva essere ceduto, e in meno di un attimo si è ritrovato a far parte di una squadra il cui presente è un'incognita, e il cui futuro è legato alla eventuale classe di un diciottenne come Dwight Howard. Passiamo dunque ad analizzare questi miliardari scontenti nel dettaglio :

Il primo e quello che salta più all'occhio è di sicuro Jason Kidd, che non più lontano di un anno fa si era legato ai Nets, con un contratto faraonico della durata di 6 anni. Come è possibile che dopo un solo anno, per di più in un periodo in cui Kidd è alle prese con il recupero da un lungo infortunio, non voglia più rimanere nella franchigia con cui si era legato a vita di fatto l'anno precedente?

Di sicuro non è stata la partenza di Kenyon Martin giocatore forte, ma carattere discutibile con cui Kidd aveva avuto negli anni diversi scontri verbali, non ultimo una vergognosa rissa con Alonzo Mourning due giorni prima dell'annuncio del suo ritiro per trapiantarsi un rene. Quello che ha cambiato le carte in tavola duqnue non può essere un motivo sorto nell'ultimo anno, e dunque con un po di cattiveria si può tranquillamente affermare che il signor Jason Kidd, la scorsa estate una volta constatato che non c'era la possibilità  di andare agli Spurs per i soliti soldi (quelli sono più importanti degli anelli, anche un solo milione di dollari è una questione di principio), ha firmato un bel contratto con i Nets con in mente già  un bel piano dettagliato per forzare un'eventuale scambio appena le cose si fossero messe in maniera a lui poco gradita.

Secondo i ben informati (sempre loro !), di fatto Jason Kidd era già  stato ceduto a Dallas, in uno scambio a tre con i Bulls, che coinvolgeva un'infinità  di giocatori (quasi 10 se non sbaglio) e il cui succo era Finley ai Bulls, Chandler e Terry ai Nets e Kidd a Dallas, più ovviamente gli altri a pareggiare i conti, ma all'ultimo Mark Cuban ha sentito puzza di bruciato e sinceratosi delle condizioni di Kidd, non propriamente in salute si è giustamente tirato indietro. Al moneto la situazione è in fase di stallo perchè tutti i potenziali acquirenti di Jason (Portland in testa) vogliono la verifica sul campo delle sue condizioni fisiche.

Altro giocatore super scontento è Baron Davis, anche lui alle prese con qualche problema fisico di troppo, che per altro si protrae da lungo tempo. Davis è stato sempre tranquillo fino ad un mesetto fa quando è trapelata la notizia che gli Hornets, avrebbero intenzione di procedere ad una parziale ricostruzione, consci che adesso ad est con il roster attuale non si va da nessuna parte.

Il problema è che gli Hornets avevano pensato il piano di ristrutturazione proprio intorno a Davis, in pratica disfarsi di contratti onerosi come Mashburn e PJ Brown, e magari anche dell'ottimo Magliore che avrebbe già  fatto sapere di non voler rimanere a New Orleans la prossima estate quando sarà  Restricted free Agents. Insomma il management degli Hornets vorrebbe circondare Davis di tanti giovani.

Lui è partito alla carica due volte attraverso il suo agente con il concreto rischio di ritrovarsi in una squadra come Toronto alle prese con un problema analogo di cui parleremo in seguito, più o meno dello stesso valore. Al momento a “parole” gli Hornets hanno affermato che è incedibile, ma la senzazione è che se arriva l'offerta giusta, la sua permanenza in Louisiana potrebbe essere più breve del previsto, e agli Hornets non importerà  molto se l'offerta giusta arriverà  da una contender o da una squadra da lotteria.

Abbiamo parlato di scontenti a Toronto ed è notizia dell'ultima settimana che Vince Carter ha esternato pubblicamente la sua delusione per come vanno le cose ai Raptors, chiedendo un'immediata cessione esclusivamente ad una squadra dell'est o i New York Knicks o una delle due franchigie della Florida. Niente male per un giocatore venerato da sei anni come un simbolo a Toronto, nonostante le ultime tre stagioni abbia giocato poco, perchè alle prese con diversi infortuni, e che alla fine è l'unico motivo per cui i Raptors hanno resistiti per quasi un decennio in Canada, dove di interesse e cultura per il basket ce ne è veramente pochina.

Le destinazioni fornite da Vince da fatto gli hanno precluso ogni trattativa, ditemi voi come si può incastrare il suo stipendio, in un salary cap alle stelle come quello dei Knicks, oppure come potrebbe essere acquisito dagli Heat a meno che i Raptors non si prendano Eddie Jones (ipotesi più remota i Matusalemme). Alla fine l'unica sua destinazione possibile rimarrebero i Magic, ma non mi sembra che sia una squadra da titolo che lui chiede. Le considerazioni fatele voi, ma a me sembra che sia stata una lamentela totalmente inutile.

Parlando di Orlando salta subito fuori il nome di Steve Francis, e qui siamo al top perchè gli scontenti sono sia Francis (anche se non lo ha ammesso pubblicamente), sia i Magic che lo hanno preso in cambio di McGrady solo perchè pere come si erano messe le cose, a quel punto era impossibile ricavarci di più. La verità  davanti agli occhi di tutti è che Francis che dovrebbe essere l'uomo franchigia degli attuali Magic, in attesa dell'ascesa di Dwight Howard, è stato coinvolto poco o nulla nelle iniziative promozionali di Orlando, giusto qualche servizio fotografico di rito e poco più.

Lo stesso Francis nonostante le dovute parole di facciata di apprezzamento per l'ambiente dei Magic, non appare per nulla convinto della sua nuova realtà , continuando a rammaricarsi anche pubblicamente per la sua partenza da Houston, progetto di cui si sentiva parte integrante da cinque anni. A dire il vero però il passato di Francis non depone a suo favore, chi non ricorda la sua dura di presa di posizione contro i Grizzlies, dopo che lo avevano scelto, forzando lo scambio minacciando di non giocare mai per loro, oppure lo scarso rispetto che ha avuto per Olajuwon, costretto addirittura a chiudere la carriera altrove, oppure il volo perso nello scorso gennaio per guardare il SuperBowl, per non scendere nel lato tecnico, dove lui per egoismi personali si è dimostrato incapace per due anni di mettere la palla in mano a Yao Ming, almeno una decina di volte a partita. Insomma a Houston la misura era colma e i Magic guardando più al futuro che al presente, non vorranno di sicuro ripetere il medesimo errore.

Ecco perchè di tutti questi campioni la posizione di Francis è forse qualla più precaria, perchè forse i Magic sarebbero disposti anche a cederci qualcosa in un eventuale scambi prima di doversi trovare ad affrontare quei piccoli problemi visti a Houston, che però minano uno spogliatoio alla base, creando malumori e contrasti poi difficili da gestire.

L'ultimo della lista è Ray Allen, il suo malumore però non è derivato come negli altri casi dalla qualità  tecnica dalla squadra, ma da un semplice problema contrattuale, essendo Ray Allen in scadenza 2005, i Sonics e il suo agente hanno già  iniziato a parlarsi per il suo rinnovo, solo che le posizioni delle due parti sono molto distanti e entrambe ferme sulle proprie convinsioni. Ray Allen chiede un settennale intorno ai 100M$, contratto onerosissimo, e lungo visto che scadrebbe quando Allen avrà  oltre 35 anni, ma il mercato estivo dove alcune “mezze tacche”, hanno avuto contratto ben oltre il lavoro di mercato, fa capire che all fine i soldi che chiede Allen sono tanti, ma alla fine nell'NBA odierna si è visto anche di peggio.

Il concetto espresso d Allen è stato molto semplice, “i Sonics sono una realtà  in crescita, ma non attualmente competitivi per il titolo, io voglio vincere l'anello e sono disposto ad aspettare, ma visto che i soldi salarialmente ci sono, li voglio, se dovo giocare per meno soldi lo andrò a fare dove posso avere chanche di titolo da subito”. Discorso che non fa una grinza.

Al momento come detto le parti sono distanti come la terra e il sole, e non risolvere la questione prima dell'inizio della stagione potrebbe essere dannoso per i Sonics, visto che a quel punto si troverebbero costretti eventualmente a cederlo a stagione in corso, capitalizzando come contropartita sicuramente meno di quello che potrebbero fare nel prossimo mese. Allen però è una persona molto seria e nonostante i soldi che chiede, ha diversi potenziali acquirenti magari disposti a prenderlo anche la prossima estate da Free Agents, cosa che metterà  ancora più in difficoltà  una franchigia come Seattle alle prese con un pericoloso appannamento di immagine dopo il periodo d'oro a metà  degli anni '90.

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