Gli International Jazz

Raul Lopez sta diventando un lusso dalla panchina

Quello che è accaduto quest'anno nello Utah ha dell'incredibile. L'unica cosa che accomuna i nuovi Jazz col passato, è la presenza sulla panchina di Jerry Sloan che per la sedicesima stagione consecutiva sedeva sulla panchina dei mormoni (oltre allo scarso apporto dato dal centro Greg Ostertag che ha firmato da poco coi Kings).

Sloan sa dare alla propria formazione uno stile di gioco ormai rodato e col trascorrere degli anni ha dimostrato di saper valorizzare alcuni giocatori che da altre parti hanno fallito. Se la squadra gioca bene come poche gran parte del merito va al coach che ha semplicemente tirato fuori il sangue dalle rape e se mancava un idolo assoluto dopo la partenza dello storico duo, la risposta è stata trovata in tempi brevissimi in Andrei Kirilenko, già  molto positivo in passato, ma elevatosi a ruolo di star assoluta.

I Jazz sono stati una delle grandi sorprese stagionali, squadra all'anno zero se ce ne era una, sono stati protagonisti di un'annata straordinaria, dove il numero di vittorie è risultato di almeno il doppio di quelle messe in previsione ad inizio anno.

La stella è stata come anticipato il russo Andrei Kirilenko, ala che nonostante i nuovi preziosi innesti continuerà  ad avere la responsabilità  di avere sulle spalle un team storico e glorioso. AK-47 è un atleta devastante, molto veloce, dotato di buona mano e tiro dalla media-lunga distanza. E' un grande saltatore in grado di dare molte stoppate e un giocatore già  sviluppato in difesa, cosa rara di questi tempi.

In teoria sarebbe la spalla ideale per una stella assoluta, elemento che non è stato ancora trovato ma non dimentichiamoci che Kiri è ancora molto giovane e ha margini di miglioramento. Non trovando un aggettivo per definire la sua stagione si potrebbe ricorrere a una statistica storica. Nelle due partite di dicembre contro Houston e New York, Andrei ha effettuato per ben due volte un 5×5, cioè ha toccato quota cinque alla voce punti, rimbalzi, assist, recuperi e stoppate.

Kirilenko si sta comportando da leader, dentro e fuori il campo, i compagni lo rispettano e lui cerca di trasformare questo onore dando tutto sé stesso per il bene comune. Inizia ad essere apprezzato anche da arbitri e colleghi, dimostrazione ne è la sua chiamata allo scorso All Star Game.

Coach Sloan è felicissimo di lui soprattutto per i miglioramenti in difesa, dove il buon Andrei mette a referto quasi 3 stoppate di media e oltre 2 palle recuperate. Quello che proprio non compare nelle statistiche sono l'energia e la grinta che ogni sera mette sul campo ma che si percepiscono subito dopo la palla due iniziale.

Tutto tranquillo nello Utah? Sbagliato.

Le storie tese iniziano poco prima del Draft quando la neonata franchigia di Charlotte doveva selezionare al massimo un giocatore per ogni altra squadra per creare un proprio roster. I Jazz avevano lasciato tra i giocatori scoperti l'ala Aleksandar Pavlovic, reduce da una promettente stagione da rookie ma i Bobcats d'accordo (anche se la notizia può ritenersi di corridoio) con Cleveland hanno scelto il giocatore girandolo a quest'ultimi, ottenendo come moneta di scambio non ufficiale Jason Kapono.

Chi semina odio raccoglie tempesta, e che tempesta!

Carlos Boozer aveva convinto i Cavs a farlo uscire dall'irrisorio accordo come rookie seconda scelta promettendo di rifirmare per loro a cifre buone ma ragionevoli. L'accordo si sarebbe invece rivelato ottimo (68 milioni per sei anni) ma la destinazione prescelta sarebbe stata il Delta Ceneter dove c'era un preziosa eredità  da riscattare.

Boozer aveva in questo modo "tradito" King James e compagni, compromettendo anche le proprie parole avvalorate dalla convinzione di voler giocare accanto al nuovo fenomeno per il resto dei propri giorni. Vendetta si compì e le parole che seguirono furono quelle amare del proprietario dei Cavs Gordon Gund che si diceva tradito e cercava di far capire ai propri tifosi che a quelle cifre non sarebbe stato possibile rifirmare Boozer.

In effetti Cleveland è stata messa con le spalle al muro e Carlos porta tutta la propria forza e voglia di vincere nello Utah. Fresco Dream Teamer e giocatore tra i più migliorati lo scorso anno è un lungo da doppia cifra abbondante di media a sera in punti e rimbalzi, dotato di buoni movimenti e mano costruita col tempo.

Ha buoni istinti e qualche colpo in canna come un gancetto e un discreto gioco spalle canestro. E' una presenza ingombrante in area, è un atleta di otimo livello e si fa sentire con assiduità . Il paragone con Karl Malone calza a pennello sebbene il talento puro sia inferore ma l'ex Duke può in parte ripercorrere le orme del maestro.

La voce grossa sul mercato dei free-agents la facevano in contemporanea su un altro versante. I Detroit Pistons neo campioni NBA avevano come priorità  la conferma di Rasheed Wallace e coi soldi che avrebbero speso per lui non potevano rinnovare il contratto all'ala/centro Mehmet Okur. Detroit poteva offrire al turco l'eccezione salariale da 5.1 milioni ma i Jazz sono andati oltre garantendogli 50 milioni in 6 anni.

Scippa di qua, scippa di là " occhio a non farti troppi nemici.

Okur è un giocatore capace di ricoprire tre ruoli in attacco, come ala piccola può partire da lontano in palleggio e arrivare fino a canestro usando la linea di fondo come linea preferenziale. E' un campione nel giro e tiro, nel cambio di passo, ha movimenti offensivi con pochi eguali. Il suo ruolo naturale è l'ala forte ma con Sloan dovrà  darsi da fare anche come centro perché il reparto appare ora sguarnito.

Mehmet non sarà  solo perché Boozer ha istinti da pivot e gli darà  una mano a fare a "botte" tuttavia le lodi finisono nella metà  campo avversaria. In difesa fatica con i giocatori più grossi, con le ali atletiche e veloci e può virtualmente giocare solamente da power forward. In assoluto non è un gran difensore ma i compagni di reparto gli daranno una mano e Sloan ha già  dimostrato di saper valorizzare doti insperate da ogni tipologia di giocatore.

Play titolare sarà  Carlos Arroyo, regista mai sopra le righe, ordinato, forse la maggior sorpresa lo scorso anno quando doveva raccogliere la difficile eredità  lasciata da John Stockton. Non è un grande atleta ma fa della sua maggior forza l'intelligenza cestistica, servendo molti assist e si è rivelato una vera sorpresa quale inaspettato realizzatore andando in doppia cifra.

Nessuno un anno fa' avrebbe creduto che Arroyo potesse essere una garanzia ma in campo qualcuno doveva pur scendere e Carlos l'ha fatto in grande stile, sorprendendo tutti con il tiro in sospensione, come leader senza fronzoli, meritandosi così un accordo da 16 milioni per 4 stagioni, cifre che se confrontate a quelle del mercato NBA di quest'anno sembrano veramente convenienti.

Come sesto uomo partirà  dalla panchina l'ala tuttofare Matt Harpring. A lungo appiedato da un inortunio nella passata stagione, diventa un vero e proprio acquisto. Matt è un abile tiratore da tre punti nonché da ogni posizione e può segnare in svariati modi. Non ha una grande velocità  di piedi e mobilità  nei movimenti, mancanza che può essere un handicap nella NBA di oggi, dove i giocatori sono atleticamente dotati ma i suoi punti di forza risiedono in altro.

I più evidenti sono la grande predisposizione a rimbalzo e la non comune abilità  nello smarcarsi, ricevendo gli scarichi dei compagni. E' uomo di complemento per il quintetto base ma può anche dare grande forza partendo dalla panchina e da non sottovalutare sono l'innata voglia di vincere e sbattersi. Nonostante abbia solo 27 anni è il giocatore di maggior esperienza, un gregario di lusso che amava il football, come da tradizione familiare, ma che ha trovato maggior fortuna con la palla a spicchi.

Il play spagnolo Raul Lopez si è dimostrato un vero e proprio lusso partendo dalla panchina poiché ha giocato molto bene dopo un timido inizio di stagione, continuando ad aumentare il ritmo già  alto dei Jazz, contando sulle proprie doti di gran passatore e fantasista puro. Sembra aver recuperato dal serio infortunio al ginocchio che lo aveva allontanato dai campi di gioco per un anno e presto anche lui batterà  cassa. Può migliorare ancora e col tempo conquistare il posto in quintetto che per ora sembra appartenere stabilmente al portoricano.

Lo specialista difensivo Raja Bell è andato in doppia cifra nelle marcature, sfruttando una serie di conclusioni che non aveva mai avuto in vita sua, se non in campionati minori. Continuerà  ad avere un ruolo importante, forse tornando maggiormente ad essere uno specialista visto l'affollamento nel ruolo.

Particolare curioso è che Bell è uscito da Florida International così come Arroyo, esplodendo letteralmente nei playoffs del 2001 quando venne preso dal marciapiede da coach Larry Brown su consiglio di Gregg Popovich. Raja dà  qualità  su entrambi i lati del campo ed è un giocatore di esperienza, maturata in quella post season nella quale aiutò Iverson a superare lo scoglio dei Bucks in finale di conference.

Sembrava un draft perfetto. Un'ala grintosa con grande forza fisica e talento, una guardia talentuosissima, molto fisica, in grado di contribuire da subito e di dare potenza al reparto piccoli, e come ciliegina sulla torta Podkolzine, il gigante siberiano che l'anno scorso doveva andare nei primi 5 che ha dimostrato di essere tutto da costruire ma che ha tutte le carte in regola per diventare incontenibile fisicamente.

Invece è arrivata la trade e Pavel è andato ai Mavs in cambio di niente visto che la prima scelta futura che i Mavs daranno ai Jazz difficilmente sarà  migliore della 25 e soprattutto tenendo conto del fatto che un diciannovenne con questi centimetri, questo fisico, questa coordinazione e queste mani non arriverà  mai più. Utah aveva però una necessità  ben precisa, aveva free-agents importanti nel mirino e non poteva accollarsi troppi contratti garantiti. Il futuro ci darà  se il GM Kevin O'Connor e soci avranno avuto ragione o torto.

Kris Humphries, ala bianca di 203 cm è stato una delle sorprese della scorsa stagione, probabilmente il miglior freshman in assoluto, seppur giocando in una squadra modesta come Minnesota che non ha vinto neanche una gara della propria conference. Kris ha avuto medie di 21 punti e 10 rimbalzi, giocando esclusivamente da ala forte, quindi in ottica NBA dovrà  velocizzarsi molto sia in attacco che in difesa per marcare le ali piccole.

La sua dote migliore è la tecnica che unita ad una notevole prestanza fisica ne fanno un rimbalzista innato, esplosivo per essere un bianco. Sa giocare fronte a canestro, sa mettere palla a terra per liberarsi e tentare il tiro dalla lunga distanza.

Dispone di un discreto gancio a centro area e nonostante in difesa non sia un mastino ha buon tempismo per la stoppata. Il talento di cui dispone è assolutamente sopraffino, ha piedi eccellenti che gli conferiscono una rapidità  che lo rende immarcabile ed è riuscito in questo modo a convincere i Jazz a chiamarlo con la 14° chiamata dello scorso Draft.

Con l'altra scelta Utah ha selezionato la guardia Kirk Snyder da Nevada, atleta potenzialmente super ma che ha fatto storcere più di qualche naso perché giocatore a rischio. E' uno di quelli che hai paura a scegliere perché fin troppo enigmatici ma che hai anche paura a lasciar andare poiché possono col tempo rivelarsi eccellenti.

E' convinto di poter e di dover essere la prima opzione offensiva in ogni momento, spesso si esibisce in pessime selezioni al tiro ma sovente l'ottimo trattamento di palla l'ha aiutato in situazioni precarie. Snyder è un giocatore senza peli sulla lingua, alcuni lo hanno definito un mangiapalloni presuntuoso e così hanno deciso di passare oltre, per altri possiede solamente grande fiducia nei propri mezzi.

Kirk ha in cascina un devastante arresto e tiro dalla media distanza, gesto meno efficace ma discreto da oltre l'arco, potenza e mezzi atletici per attaccare il difensore in palleggio usando un primo passo devastante. Quando ha voglia sa essere un capace difensore, inoltre al camp pre-draft di Chicago si è distinto come miglior atleta del lotto vincendo gran parte delle prove disputate, strappando così a Utah la chiamarlo numero 16.

Il problema di Sloan potrebbe essere doppio se pensiamo che un altro potenziale mangiapalloni c'è già  in guardia, infatti l'ala croata Gordan Giricek, arrivata lo scorso Febbraio dai Magic in cambio di DeShawn Stevenson è un realizzatore instancabile e tiratore di ottimo livello che spesso ad Orlando si prendeva tiri scriteriati.

Ai Jazz è sembrato subito molto più disciplinato, tanto da meritarsi la riconferma con un nuovo contratto pluriennale che gli varrà  16 milioni totali per le prossime 4 stagioni. Le sue doti maggiori sono il palleggio arresto e tiro, la rapidità  di movimenti e il tiro dalla lunga mentre per quanto riguarda la propria metà  campo, meglio sorvolare. Partirà  come titolare probabilmente, accanto ad Arroyo, aspettando l'esplosione di Snyder qualora dovesse arrivare.

Continuando con lo spoglio dei giocatori disponibili a roster troviamo l'ala-centro Jarron Collins, uno di quei pochi fortunati che nelle ultime stagioni si è meritato il rinnovo del contratto; gemello del centro dei Nets è uno degli atleti di maggior corso ai Jazz che puntualmente si merita la conferma per quello che sa dare sul campo e che non compare per forza nelle statistiche del dopo gara. Giocatore di complemento ma importante perché trasmette grande energia ai compagni e da' tutto per la squadra.

Bianco dalla classe limitata ma gran combattente è il lungo Curtis Borchardt, giocatore valido ma tormentato dagli infortuni. E' una sicura presenza sotto i tabelloni e potrebbe tornare utile ma è troppo sfortunato perché i malanni non gli danno pace. Avrebbe buoni movimenti e presenza in zona pitturata nonché discreta mano ma chi crede più a un suo pieno recupero?

Che ne dite di un quintettino Nba composto da un portoricano, un croato, un russo, un giocatore originario dell'Alaska e turco?

Che roba è? Sono gli Utah Jazz della prossima stagione che in un ipotetico quintetto dovrebbero schierare Carlos Arroyo, Gordan Giricek, Andrei Kirilenko, Carlos Boozer e Mehmet Okur.

"Frontiere libere, libero mercato"" recitavano i 99 Posse.

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