Yao Ming ha trascinato una modesta Cina ai quarti di finale…
Dopo il girone preliminare che ha riservato qualche sorpresa eccellente(la Serbia a casa prematuramente su tutte, segue a ruota lo SCREAM TEAM che racimola un misero quarto posto in un raggruppamento non particolarmente ostico e gli azzurri di Charlie Recalcati che superano, e bene, un durissimo girone al secondo posto) andiamo a vedere come si sono comportati i giocatori che militano nel campionato più bello del gioco con la palla a spicchi(Badate bene: il campionato, non la nazionale!) e quelli che forse meriterebbero una chance.
Per quanto riguarda il girone A non possiamo fare a meno di esaltare quello che ha fatto Yao Ming: il futuro dominatore della lega d'oltreoceano ha fatto proprio una bella impressione nella rassegna a cinque cerchi(come dite? È bastato Marconato per mandarlo in crisi? Può capitare").
Praticamente da solo ha portato la Cina ai quarti. La sua nazionale alla vigilia sembrava dovesse stupire il mondo, ed effettivamente lo ha fatto: ma in negativo.
Asfaltata in maniera irrisoria nell'ordine da Spagna, Argentina e Italia sembrava destinata a un'uscita tanto sorprendente quanto prematura. I miseri 2 punticini raccolti grazie a una vittoria contro la Nuova Zelanda per merito di trentanove-punti-trentanove su 69 di squadra dell'ex Shanghai Sharks non lasciavano molte alternative alla squadra allenata da Del Harris contro i campioni del mondo di Obradovic.
E qui Yao si è rivelato quello che a Houston per colpa 2 guardie che ora alloggiano nella città di Disneyworld non ha mai avuto modo di dimostrare: essere un uomo squadra capace di caricarsi i compagni sulle spalle e guidando una difficile rincorsa con 10 punti nel turbolento finale di gara corona una rincorsa al quarto posto che sembrava a dir poco improba. Peccato che debba fare tutto da solo"
Qualche cifra tanto per gradire? 20.4ppg che gli vale il titolo di capocannoniere e 9.4 rpg, ma in questa categoria è "solo" secondo, alle spalle di sua maestà Timoteo. Direbbe di lui Paolo Ziliani nelle sue celebri pagelle di Controcampo: "Canta e porta la croce"
Non ha deluso le aspettative neanche Pau Gasol, che passa i suoi inverni lontano dalla natìa Catalunya nella città di Elvis. Ha guidato la Spagna in un filotto di 5 successi su 5 e alla vittoria di un girone che pochi avrebbero pronosticato. L'allievo di Hubie Brown ha lasciato un segno tangibile in tutte le partite(anche se è apparto un po' bloccato contro l'Italia ha messo a referto 16 pts")con 18. 2 punti per allacciata di scarpe (come direbbe Federico Buffa")e catturato più di 7 rimbalzi a partita.
È stato il solito Gasol che siamo abituati a vedere anche sui campi NBA: tiro dalla media e da sotto sopraffino, buona presenza sotto le tabelle ma tende ad andare in confusione se pressato e si è mostrato troppo morbido in certe circostanze, denotando una certa carenza (sia chiaro, non ai livelli di Van Horn")di "carattere". Per ora la Spagna ha avuto pochi momenti di sbandamento e in quei pochi lui è stato sostituito e gli è stato preferito il lottatore Reyes. Il buon Pau insomma quando c'è da segnare non si tira indietro, ma quando il gioco si fa duro bisognerebbe vedere se inizia a giocare. Per ora comunque promosso.
Anche Manu Ginobili ha portato ai genitori un'ottima pagella di primo quadrimestre. L'anguilla di Bahia Blanca è stato il vero leader di quest'Argentina che si candida seriamente al titolo. Penetrazioni alla sua maniera per spezzare le difese più chiuse, acrobazie in aria, passaggi col contagiri(3 apg), ottime percentuali dal campo (tira con il 57%, niente male vero? ) e il solito lavoro da Arsenio Lupin sulle linee di passaggio(quasi 2 rubate a partita) ne hanno fatto la miglior shooting guard vista sin qui sotto il Partenone.
Autentici gioielli poi un paio di penetrazioni contro l'Italia ma soprattutto il buzzer contro la Serbia-Montenegro. In questa circostanza ha dimostrato una volta di più di essere maturato nel Texas e di essere diventato un giocatore affidabile quando la palla scotta e diventa più pesante negli arroventati finali di gara. Se mettesse anche qualche tiro da tre in più farebbe comodo. Gino ha le capacità per fare più male di quanto faccia ora dalla linea dei 6, 25(siamo in Europa") ma anche così non dispiace affatto"
Calcheranno i parquet d'oltreoceano anche Andres Nocioni, Carlos Delfino e Pepe Sanchez. I tre gauchos non sono al livello di Manu ma potrebbero far bene nella lega più ambita del mondo. Vedo bene specialmente la mano educata di Nocioni che approda ai Bulls dove potrebbe trovare spazio se i Twin Toddlers dovessero continuare a deludere e la versatilità di Delfino, che può ritagliarsi un ruolo come jolly non di secondo piano nei Pistons campioni del mondo.
Ed eccoci alla Serbia-Montenegro, uscita prematuramente perché ha sprecato troppo nei momenti che contano: si è fatta raggiungere e superare da Nuova Zelanda e Cina quando bastava raccogliere quanto di buono si era seminato prima e ha rischiato la stessa sorte contro l'Italia. È difficile trovare un colpevole, un calo di tensione quando conta non è addebitabile a un solo uomo ma a tutta la squadra.
Vladimir Radmanovic ha confermato tutti i pregi e difetti che lo contraddistinguono: tira da ogni posizione che è un piacere ma difende da pacifista e non cattura una carambola sotto canestro che sia una. Con lui in campo i campioni del mondo segnavano di più ma erano troppo leggerini nella lotta sotto le tabelle: in questi casi il povero Tomasevic non poteva lavorare sempre per due dovendo turare anche le falle dell'ala di Seattle. Non ha lasciato un segno tangibile Predrag Drobnjak, se si eccettuano i 17 punti nella scellerata partita con la Cina così come non hanno trovato troppo spazio il talentuoso Nenad Krstic, approdato ai Nets e Sasha Pavlovic, un neosuddito di King James.
Questo girone ha proposto anche dei giocatori che una chance in NBA la meriterebbero come il solito Dejan Bodiroga, probabilmente il miglior europeo a non aver mai giocato nella lega USA. Purtroppo il giocatore del Barà§a ha sbagliato periodo in cui nascere: i suoi anni migliori se ne sono andati quando gli europei ancora non erano di moda. Se oggi Dejan avesse 24-25 anni sarebbe senz'altro fra le prime scelte del draft per la sua completezza e per la sua leadership. In questo torneo ha dato il suo solito sostanzioso contributo ma è mancato un po' nei momenti chiave, non è stato il solito Bodiroga capace di prendersi la responsabilità dell'ultimo tiro e metterlo a segno, ma stiamo comunque parlando di un'icona del basket europeo.
E perché non provare a scommettere anche su Luis Scola? Questo lungo argentino, ora al Tau Vitoria, è davvero interessante: grande varietà di movimenti sotto canestro, sorprendente confidenza col tabellone e percentuali di tiro Duncanesche (68% dal campo su 57 tentativi, roba per palati fini). Un autentico show la sua partita contro l'Italia in cui ha fatto letteralmente impazzire i nostri lunghi. San Antonio aveva visto giusto a chiamare il suo nome nel 2001 col pick n. 56 ma lui ha preferito rimanere al Tau per migliorare. Qualche pecca? Non è un rimbalzista eccezionale ma da sotto è un'autentica sentenza. Ovviamente deve anche irrobustirsi un po' ma come talento ci siamo.
Luca Garri si è rivelato una delle sorprese più liete dell'intera rassegna: è giovane, tira anche da fuori, ma soprattutto non ha paura di niente e di nessuno: contro la Cina ha calato la mannaia ad un certo Yao Ming a cui rende circa 12-15 cm dopo che poco prima si era preso una gomitata in faccia dallo stesso centro dagli occhi a mandorla. Luca deve ancora maturare un po'ma dategli massimo un paio d'anni giocati a buon livello e vedrete che forse anche noi avremo un italiano in NBA, dopo le infelici parentesi di Rusconi ed Esposito.
La Recalcati Band ha proposto anche Gianmarco Pozzecco come nome nuovo. Anche se poi così nuovo non è dato che la mosca atomica ha giocato una Summer League con Toronto senza essere stato preso. Il Poz ha davvero tutto per conquistare anche le platee d'oltreoceano: è veloce, è fantasioso, è pazzo come piace agli americani e ha delle autentiche visioni per i compagni di squadra. Non a caso coach Charlie ricorre a lui quando vuole dare un po'di elettricità alla partita.
In NBA potrebbe avere il ruolo di che ebbe Speedy Claxton nei San Antonio di 2 anni fa, esattemente quello che ha trovato per lui Recalcati in questa nazionale sempre più sorprendente. A volte però Gianmarco tende a strafare, non ha un solido tiro dalla distanza e dovrebbe irrobustirsi un po'per giocare con gente come Giasone, Marbury(non l'ectoplasma visto a queste Olimpiadi), Billups e il Barone. Anche l'età non gioca troppo a suo favore(va per la trentina")
Uno che in NBA ci andrà fra 2 massimo 3 anni è Fernandez della Spagna, classe 85. Se a 19 anni si gioca già in una nazionale prestigiosa come quella iberica il talento ci deve essere per forza. Dimostra già un'insolita freddezza per la sua età , insomma è un talento da seguire con attenzione.
Uno invece che ormai l'NBA l'ha persa è l'eterno Phil Jones, che da anni guida l'anemico attacco della Nuova Zelanda. È un tiratore micidiale da tre che farebbe molto comodo a squadre che hanno bisogno di un tiro pesante al momento giusto, l'incredibile rimonta con la Serbia-Montenegro porta le firme sua, di Cameron e Penney. Segna 20 punti a partita, ma in pratica la squadra gioca solo per lui quindi le cifre sono un po'gonfiate, ma indubbiamente se avesse qualche primavera in meno sul groppone meriterebbe una possibilità .
Un altro giocatore interessante è Igor Rakocevic, che la sua occasione l'ha avuta nel Minnesota ma non l'ha sfruttata a dovere. È soprannominato "White Jordan", sicuramente esagerando un po', ma ha un tiro da media e corta distanza mortifero. Quello che non gli ha permesso di sfondare negli USA è l'eccessiva lentezza per gli standard NBA, ma una prova d'appello gliela si potrebbe concedere"
Adesso godiamoci questa fase a eliminazione che promette scintille e se vediamo se questi talenti riusciranno a confermare quanto di buono fatto vedere finora ora che si inizia a fare sul serio e chi di loro riuscirà a condurre la propria nazionale alla conquista del torneo olimpico più incerto ed equilibrato di sempre, ricordando che "Only the strong survives""