Il nuovo che avanza (2° parte)

Buona impressione ha destato Deng nella Summer League…

Dopo aver descritto i protagonisti della Summer league nel ruolo di play e guardia completiamo il viaggio all'interno della lega estiva con le ali piccole, le ali forti e i centri che si sono posti alla ribalta nello scorso mese.

ALI PICCOLE

David Bluthenthal (Sacramento Kings). Nelle scorse ore si è appreso che questa guardia/ala ha trovato un contratto garantito con il team di Joe e Gavin Maloof. L'ex Maccabi Tel Aviv (squadra campione dell'eurolega) ha giocato, nella summerleague di Los Angeles, molto bene, mettendo in mostra il suo perfido tiro sia dal perimetro sia dall'arco dei tre punti, un buon controllo di palla e dei fondamentali notevoli. Il problema principale che ha mostrato questo giocatore è di essere undersize per giocare ala piccola e troppo lento per giocare stabilmente guardia. Nonostante ciò i Kings hanno deciso di offrirgli una chance e come diceva, il mai troppo rimpianto Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo… come andrà  a finire!

Loul Deng (Chicago Bulls). Arrivato alla corte di coach Skiles grazie all'aquisizione della settima scelta dai Phoenix Suns ha convinto maggiormente dell'altra prima scelta Ben Gordon. L'ex Blue Devils ha giocato con grande serietà  e professionalità  mostrando tutte le qualità  che al college lo avevano contraddistinto: una grande padronanza del suo fisico massiccio e ben strutturato, una pregevole abilità  nel gioco spalle a canestro, un tiro dai quattro – cinque metri eccellente, un buonissimo istinto per il rimbalzo sopratutto offensivo e una difesa solida e competitiva. I maggiori dubbi sono sul tiro da 3 ancora troppo sperimentale e sul quale dovrà  lavorare molto.

Jarvis Hayes (Washington Wizards). L'ex decima scelta del draft 2003, dopo una stagione positiva con il team della capitale, si appresta a vivere la stagione della definitiva consacrazione. Con la cessione di Stackhouse si aprono per lui le porte del quintetto e se giocherà  con la stessa autorità  mostrata alla Summer league nessuno gli insidierà  il posto di titolare. Hayes ha mostrato una mano ispirata sia dal perimetro sia dai 7,25 mt ed un fisico tirato a lucido. L'ex Georgia si è irrobustito molto e ciò gli ha permesso di essere molto più efficace in penetrazione riuscendo spesso a concludere nonostante i contatti subiti; inoltre, è migliorato molto in difesa giocando con maggiore sicurezza concedendo poco o nulla all'avversario. Giocatore in ascesa.

Josh Howard (Dallas Mavericks). Dopo una stagione sorprendente con la franchigia texana, l'ex Wake Forest era atteso ad una conferma e nella Summer league non ha deluso le aspettative. Ciò che ha colpito maggiormente di lui è la straordinaria capacità  di rendersi utile sia in fase offensiva sia in fase difensiva. Howard è inoltre molto ecclettico e può coprire diverse posizioni senza mai sfigurare. Il pupillo di coach Nelson è un buonissimo atleta, tiratore sottovalutato, ha mostrato grinta e spirito di sacrificio lottando con impeto sotto le plance, recuperando tanti palloni e difendendo egregiamente. Assieme a Daniels e al rookie Harris rappresenta il presente e il futuro dei Mavs.

Andre Igoudala (Philadelphia 76'ers). Difficilmente sarà  mai un realizzatore da 20 punti a partita ma l'ex Arizona saprà  rendersi molto utile alla causa di coach O'Brien perchè è un giocatore completo. Atleta sopraffino, capace di balzi imperiosi è in possesso di un buon arresto e tiro e di un “in between game” più che discreto. Igoudala è inoltre, attivissimo a rimbalzo ma è in difesa che riesce a dare il meglio di sé annullando spesso e volentieri i sui avversari sovrastati dalla sua asfissiante marcutura. I miglioramenti maggiori devono riguardare il ball handling e il tiro da tre punti, per ora mediocre.

Casey Jacobsen (Phoenix Suns). Nei Suns “run and gun” tutto contropiede e gioco in velocità  orchestrato da Steve Nash, un tiratore valido come l'ex Stanford può essere molto utile alla causa di Mike D'Antoni. A Las Vegas e a Salt Lake City è stato la prima opzione offensiva per la franchigia dell'Arizona e non si è trovato male viaggiando assiduamente in doppia cifra e mettendo in mostra le sue doti balistiche e le sue mani da pianista. Meno efficiente in fase difensiva.

Jason Kapono / Gerald Wallace (Charlotte
Bobcats). Il primo è stato l'Mvp della summer league di Salt Lake City, il secondo mattatore del torneo di Minnesota. Sono stati i giocatori che più si sono distinti nel roster della nuova franchigia Nba. Kapono ha giocato una pallacanestro offensiva celestiale; l'ex UCLA è in possesso di una mano sartoriale , letale sia dal perimetro sia dalla lunga distanza; è inoltre riuscito spesso a battere l'uomo in palleggio e a concludere in penetrazione mostrando una buona cordinazione e un eccellente controllo di palla. I limiti maggiori per l'ex Cavs sono nella fase difensiva alquanto lacunosa.
Wallace ha, invece, messo in mostra un atletismo debordante che lo rende irresistibile quando attacca il canestro concludendo in schiacciata assecondato da un tiro dalla media distanza molto migliorato. Il problema maggiore dell'ex Kings è di voler strafare in certe situazioni, sintomo di ingenuità , pertanto giocare sotto controllo diventa fondamentale per esprimere buone cose. Le sue doti atletiche gli permettono di essere utile a rimbalzo e più che discreto in marcatura.
Kapono e Wallace troveranno molto spazio quest'anno a Charlotte e potrebbero essere due note liete di una stagione che si prospetta ardua.

Darius Rice. Giocatore non scelto al draft 2004, proveniente dalla Miami University ha giocato la Summer league con la maglia di Miami e dei Portland Trail Blazers. E' soprattutto con questa ultima squadra che ha mostrato: di essere un giocatore con punti nelle mani, dotato di un tiro mortifero sia dal perimetro sia dai 7,25 mt. Il suo apprto difensivo è praticamente nullo, potrebbe trovare posto in qualche squadra che cerchi un giocatore in grado di mettere punti a referto in poco tempo.

Josh Smith (Atlanta Hawks). La scelta n° 17 del draft di quest'anno ha brillato maggiormente rispetto all'altra prima scelta
Josh Childress mostrandosi più pronto e motivato a far vedere le sue indubbie qualità . Gambe alla dinamite, che lo rendono assolutamente devastante in campo aperto e quando sale per stoppare. L'ex liceale ha, inoltre, un pregevole ball handling e mano precisa dal perimetro. I difetti da migliorare sono molti e consistono: nell'affinare la mano da tre punti, nel perdere meno palloni, nell'assentarsi meno dalla partita e, infine, cercare di difendere meglio. I difetti sono lampanti ma con pazienza e sacrificio può diventare un super.

ALI FORTI

Nick Collison (Seattle Supersonics). Dopo una stagione da spettatore a causa di un grave infortunio è tornato in campo a Salt Lake City destando una buona impressione. L'ex Kansas (e membro del team Usa al torneo preolimpico di Porto Rico) ha mostrato una mano vellutata dal perimetro, combattività  a rimbalzo (terzo rimbalzista assoluto) e una condizione fisica più che accettabile. I Sonics attendono il suo apporto e se giocherà  con questa voglia risulterà  utile alla causa di coach McMillan.

Dwight Howard (Orlando Magic). Era il giocatore più atteso di questa edizione della Summer league la prima scelta del draft 2004. Ha giocato a corrente alternata mostrando un potenziale notevolissimo ma anche limiti e lacune lampanti. Howard ha giocato meglio in difesa piuttosto che in attacco, ha marcato ottimamente i diretti avversari facendo il guardiano dell'area pitturata stoppando tantissime conclusioni e dimostrandosi sempre pronto in fase d'aiuto e a rimbalzo. Al contrario, ha impresionato meno in fase offensiva dove ha mostrato dei fluidi movimenti spalle a canestro ma un tiro troppo approssimativo dalla media distanza mostrando che deve affinare questo fondamentale. Inoltre necessita di miglioramenti il suo ball handling. Grazie alla cessione di Gooden a Cleveland sarà  la power forward titolare ed avrà  tanti minuti a sua disposizione per fare esperienza e migliorare.

Al Jefferson (Boston Celtics). Il liceale scelto alla posizione n° 15 ha impressionato tutti laureandosi il possibile “steal of the draft”. Rispetto ad Howard ha un gioco offensivo migliore poichè è assolutamente dominante spalle a canestro grazie a movimenti da ballerino. A ciò abbina una mano fatata dai 4 – 5 metri e un atletismo da favola. I difetti sono in difesa dove urgono miglioramenti, nel ball handling e inoltre deve lavorare in palestra per irrobustire il suo esile fisico. Già  ora può essere di grande aiuto per Pierce e compagni.

Maciej Lampe (Phoenix Suns). Il polacco dopo una stagione di apprendistato con poche luci e molte ombre, ha mostrato miglioramenti evidenti nelle Summer league di Las Vegas e Salt Lake City. Ha tirato con buone percentuali dal campo, ha lottato con grande determinazione a rimbalzo, ha mostrato grande dinamismo e un sempre maggiore ambiamento alla pallacanestro Nba. Per ottenere un minutaggio considerevole deve migliorare il suo approccio difensivo finora troppo limitato.

Nikoloz Tskitishvili (Denver Nuggets). Il georgiano dopo due stagioni passate a scaldare il pino e a sgobbare in palestra nelle sedute di allenamento è salito alla ribalta in queste Summer league mostrando miglioramenti notevoli. L'ex Benetton Treviso è stato miglior marcatore del torneo di Las Vegas e miglior realizzatore del suo team a Salt Lake City. Skita ha fatto vedere miglioramenti al tiro risultando una sentenza dal perimetro e più che discreto da tre punti (ancora piuttosto incostante da questa distanza ma capace di produrre lampi accecanti come l'impressionante 8/14 a Las Vegas). Inoltre ha mostrato grande forza di volontà  e spirito di sacrificio lottando a rimbalzo e sbattendosi in difesa. Il problema maggiore, è che nel suo ruolo Denver ha molte alternative (Nenè, Kenyon Martin e il sophomore Francisco Elson) pertanto avrà  poco spazio a sua disposizione. Sembra che i Nuggets siano disposti a cederlo per risparmiare i suoi oltre 3 mln di dollari di ingaggio e investirli per firmare una guardia. Molti teams sembrano interessati a lui dopo le prestazioni nel mese di luglio e se trovasse una squadra disposta a dargli un minutaggio elevato potrebbe esplodere.

CENTRI

Curtis Borchardt (Utah Jazz). Dopo due stagioni passate più in borghese e sotto i ferri a curare i ripetuti infortuni, l'ex Stanford ha fatto vedere buone cose. Ha mostrato una combattività  e una voglia di mettersi in mostra rimarchevole, battendosi come un leone a rimbalzo (laurendosi top rebounder al torneo di Salt Lake City), stoppando molti tiri (primo anche in questa speciale classifica), recuperando parecchie palle vaganti (nono nella classifica delle palle rubate, unico lungo nei primi posti della classifica) e difendendo come un ossesso sia in uno contro uno che in aiuto. In attacco non ha avuto molti palloni a disposizione ma nonostante ciò ha compilato percentuali dal campo egregie (58.2%). Se gli infortuni non lo colpiscono nuovamente può essere una valida alternativa per coach Sloan.

David Harrison (Indiana Pacers). L'ultima scelta del primo giro del draft 2004 ha mostrato, prima di infortunarsi, buone cose risultando una delle note positive della franchigia del Kentucky assieme al funambolico Fred Jones. L'ex pivot di Colorado ha fatto vedere buoni movimenti spalle a canstro,un tiro frontale efficace, un buon tempismo per la stoppata e un fisico capace di intomorire gli avversari e farsi largo a rimbalzo. I maggiori dubbi sono sulla testa, infatti molti pensano sia un giocatore svogliato e poco propenso al lavoro in palestra. Sotto coach Carlisle i giocatori che non lottano hanno la vita corta, vedremo se Harrison riuscirà  a trovare spazio o marcirà  in panchina.

Zaza Pachulia (Milwaukee Bucks). L'ex Orlando Magic scelto nell'expansion draft dai Bobcats e immediatamente ceduto ai “Cerbiatti del Winsconsin” ha fatto vedere ottime cose alle Summer league. Ha messo sul parquet grande agonismo e impegno lottando su ogni rimbalzo e palla vagante, difendendo con grinta e stoppando diverse conclusioni. Inoltre ha messo in mostra un eccellente gioco perimetrale e convincenti movimenti in area pitturata. E' un lottatore che non lesina sudore ed energia e nella pochezza di pivot nel roster dei Bucks potrebbe trovare ampio spazio e partire titolare.

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