Il nuovo che avanza (1° parte)

Marcus Banks è stato un Laker per 15 giorni circa…

Estate: tempo di sole, mare, abronzature e, per chi ama la pallacanestro a stelle e striscie, di Summer league.

Sono stati cinque i tornei di esibizione che si sono svolti nel mese di luglio: a Orlando, Minnesota, Las Vegas, Los Angeles e Salt Lake City.

Come sempre accade in questi tornei gli organici dei team sono alquanto sperimentali e comprendono: rookie appena scelti e pronti a far vedere tutte le loro qualità  ai coach e al suo staff che hanno deciso di puntare forte su di loro; panchinari che hanno trovato poco spazio nell'arco della stagione regolare e che hanno la possibilità  di sfruttare questa ghiotta occasione per far ricredere l'allenatore che non ha puntato su di loro e, infine, da giocatori (prevalentemente americani) provenienti dalle leghe di sviluppo e dai campionati esteri pronti a lottare con le unghie e con i piedi per ottenere un “lasciapassare per il paradiso”, ovvero un contratto garantito nella Lega più importante e seguita al mondo.

Quest'anno hanno però preso parte a questi tornei, per tenersi in forma e allenarsi, anche alcuni giocatori conosciuti dal grande pubblico come
Baron Davis all star dei New Orleans Hornets e Chris
Bosh giovane stella dei Toronto Raptors.

Di seguito troverete un breve resoconto, ruolo per ruolo (nella prima parte playmaker e guardie, nella seconda parte ali e centri), con un breve profilo dei giocatori che si sono maggiormente messi in mostra in questa Summer league 2004.

PLAYMAKER

Marcus Banks (Boston Celtics).
L'ex Las Vegas University grazie alla sua velocità  pazzesca ha fatto si che i Celtics siano stati una delle squadre più spettacolari della Summer league poichè quasi ad ogni azione si creava un potenziale contropiede. Banks ha colpito inoltre per una difesa pregevole che ha messo in grande difficoltà  tutti i pari ruolo che lo hanno incrociato soffocati dalla sua asfissiante pressione e agressività . Deve lavorare molto sul suo tiro sia dalla media che dalla lunga distanza ed, inoltre, diminuire la quantità  di palle perse.

Leandrinho Barbosa (Phoenix Suns).
Il brasiliano, scelto al primo giro nel draft 2003, ha messo in mostra la sua incredibile rapidità  che ne ha fatto uno dei giocatori più immarcabili del torneo. Tale qualità  assieme a discreti miglioramenti al tiro e una difesa tenace ha reso Barbosa uno dei protagonisti del torneo. Le qualità  del brasiliano permetteranno a Mike D'Antoni di far riposare Nash riuscendo a mantenere il ritmo elevato nonostante l'assenza del canadese.

Steve Blake (Washington Wizards).
Il sophomore proveniente da Maryland ha entusiasmato il pubblico grazie a entrate da urlo e passaggi con il contagiri. Fornisce il meglio di sé quando può spingere la squadra in contropiede mettendo in mostra la sua notevole velocità  abbinata a una limpida visione di gioco che gli permette di pescare l'uomo libero anche nelle situazioni più impervie. Le più grandi lacune Blake le ha manifestate nel tiro, molto incostante soprattutto dall'arco dei 7 metri e 25, e in difesa, alquanto interrogativa. Per ora un ottimo back – up per far rifiatare Arenas in futuro chissà …

Willie Green (Philadelphia 76'ers).
Il secondo anno proveniente da Detroit Mercy ha giocato una pallacanestro sontuosa giostrando sia in posizione di play sia di guardia. Giocatore completo offensivamente poichè in grado sia di andare fino in fondo a canestro in penetrazione che di colpire dalla media – lunga distanza con un jump shoot efficace. La cessione di Eric Snow gli apre le porte del quintetto e avrà  l'occasione della vita per dimostrare di potere essere il playmaker del presente e del futuro di Philly.

Devin Harris (Dallas Mavericks).
L'ex Wisconsin, quinta scelta del draft dello scorso giugno, si è ben distinto durante tutte le partite di queste mese di luglio dimostrando di essere un play con punti nelle mani, capace di rendersi pericoloso sia dalla media che dalla lunga distanza, dotato anche di eccellenti doti atletiche che gli permettono di penetrare senza paura all'interno delle, sempre anguste, aree pitturate. Harris ha inoltre dimostrato grandissima concentrazione e attenzione in difesa e destrezza nel rubare palloni ai play avversari.

Jameer Nelson (Orlando Magic).
L'ex St.Joseph ha mostrato grande carisma, leadership e fosforo. Nonostante l'altezza non proprio titanica, ha guidato i Magic con grande raziocinio giocando in maniera essenziale, perdendo pochi palloni e forzando quasi mai. Anch'egli, come i sopracitati, ha mostrato grande velocità  abbinata a buone doti balistiche e a un fisico compatto che gli permette di penetrare agevolmente a canestro. Valida alternativa come sostituto di Steve “Franchise” ma nel corso della stagione coach Davis potrebbe promuoverlo titolare con Francis guardia.

Sebastian Telfair (Portland Trail Blazers)
Si è esibito alla Summer league di Salt Lake City mettendo in mostra tutto il suo talento cristallino, il suo ball-handling regale e soprattutto una incredibile visione di gioco che gli permette di servire prelibati e spettacolari assist per i compagni che puntualmente ringraziano. “Bassy”, per essere già  quest'anno un back up capace di sostituire, senza far rimpiangere, Damon Stoudamire deve assolutamente fare pesi per mettere su qualche chilo che gli permetta di reggere l'urto ai contatti in vernice. Inoltre deve migliorare la sua fase difensiva alquanto nebulosa.

Beno Udrih (San Antonio Spurs).
L'ex play della Breil Milano ha giocato con grande criterio e diligenza, sbagliando poco, tirando con percentuali ottime dal campo, facendo girare bene il pallone, sbattendosi in difesa e a rimbalzo. Chissà  se dopo Parker e Ginobili sarà  lui la nuova scoperta degli Spurs proveniente dal vecchio continente.

GUARDIE

Keith Bogans (Orlando Magic).
L'ex Kentucky dopo essere stato uno delle poche note liete di una stagione da buttare, ha mostrato ulteriori progressi nella Summer league. Giocatore dal buon “in between game”, ottimo difensore e atleta sottovalutato che può ritagliarsi un posto da protagonista uscendo dalla panchina fornendo un rendimento alto in pochi minuti.

Devin Brown (San Antonio Spurs).
La sorpresa degli speroni nella regular season e soprattutto nei playoff della scorsa stagione ha giocato una summer league da protagonista, facendo vedere una pallacanestro totale, ovvero, un tiro preciso, sia dal perimetro sia fuori dall'arco, una difesa valida capace di limitare e talvolta annullare gli avversari, uno spirito da autentico guerriero non lesinando mai sudore sbattendosi con profitto a rimbalzo e sulle palle vaganti e mostrando una apprezzabile visione di gioco. Giocatori di questo genere piacciono enormemente a coach Pop pertanto Brown avrà  diverse chance da sfruttare e difficilmente deluderà .

Marquis Daniels (DallasMavericks).
Ha festeggiato il nuovo contratto, da 38 mln di dollari per 6 anni, con la franchigia del Texas con una prestazione davvero convincente trascinando assieme a Harris e Josh Howard i Mavs ad una serie di ottime prestazioni. Oltre al tiro in sospensione velenoso e a mezzi atletici esplosivi, mostrati da Daniels nella seconda parte della stagione e nella serie di playoff contro Sacramento, ciò che colpisce maggiormente di lui è la duttilità  poichè può ricoprire indifferentemente tutti i ruoli di esterno in maniera egregia. Nella prossima stagione per lui si apriranno le porte del quintetto base e se giocherà  come nel mese scorso problemi non sorgeranno.

Fred Jones (Indiana Pacers).
Il vincitore della gara delle schiacciate della passata stagione, è stato uno delle poche note positive dell'anomina Summer league del team di Indianapolis. Jones si è distinto non solo per le sue doti atletiche da urlo ma ha impressionato maggiormente la sua chirurgica precisione al tiro soprattutto da tre punti compilando un sensazionale 51% dall'arco dei 7,25 mt. L'ex Oregon ha inoltre lottato bene a rimbalzo ed ha attaccato il canestro in maniera impetuosa. Se l'efficacia al tiro è questa il sostituto di Reggie Miller è in casa.

Kevin Martin (Sacramento Kings).
L'ex Western Carolina ha mostrato a tutti di essere in possesso di un tiro mortifero, capace di colpire sia dal perimetro sia dai 7 metri e 25 ed inoltre posiede mezzi atletici non indifferenti, che gli permettono di attacare senza problemi il canestro. I Kings sembrano puntare molto sul loro rookie come cambio degli esterni poichè hanno deciso di non rinnovare il contratto al veterano Anthony Peeler ma per essere un giocatore d'impatto nella Nba deve imparare il concetto di difesa che momentaneamente non è presente nel suo vocabolario di cestista ed inoltre deve irrobustire il suo esile fisico.

Qyntel Woods (Portland Trail Blazers).
Arrivato alla terza stagione nella Nba quest'anno deve dimostrare alla franchigia dell'Oregon se conviene puntare su di lui o no. Durante la Summer league si è espresso su livelli alti mostrando un potenziale notevole, Woods oltre ad essere un atleta debordante ha mostrato miglioramenti nel tiro sia da due sia da tre punti. Per emergere definitivamente egli deve disciplinarsi maggiormente (negli scorsi anni è incappato in qualche rissa con i compagni ed ha avuto problemi con la marijuana) e curare i suoi difetti assieme a coach Cheeks. Se riuscirà  a mettere in pratica queste poche nozioni, l'unico limite è il cielo…

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