Team USA, vergogna !

Allen Iverson lo ha detto a parole. “Uccidersi” per la vergogna come Aiace ora significa lottare.

Non chiamatela la caduta degli dei. No, è molto di più. Perché gli dei cadono con onore, combattendo fino all’ultimo cercando di utilizzare tutte le armi a loro disposizione. E’ curioso come gli Stati Uniti abbiano perso ieri contro PortoRico nella gara iniziale per 92 a 73. Sono stati demoliti, senza appello. Hanno sporcato la fama che gli accompagnava con una prestazione pessima, che del concetto di squadra non sapeva niente.

Oggi sono deluso, perché vedere i ragazzi della NBA perdere contro i portoricani, cugini di quelli che a East Harlem lottano contro i neri per il controllo criminale della zona, mi fa quasi dubitare della reale potenza della NBA e dell’America tutta.

Sono arrabiato, perché gli USA non hanno onorato l’impegno olimpico, quello stesso evento che mille altri atleti preparano per tutta una vita con fatiche enormi e che loro consumano così, tra il soggiorno sulla Queen Mary 2 e la presunzione una volta in campo che un crossover e una schiacciata bastano a vincere quegli ignoti che si permettono di sfidarlo nel loro gioco.

Rabbia e delusione possono sparire, ne sono sicuro. La sensazione però che questa squadra sia destinata a sporcare per sempre la supremazia americana nel basket è altissima. Del resto, cosa manca adesso ? Hanno perso i Mondiali, anche con giocatori NBA, hanno perse le Olimpiadi e adesso anche una gara olimpica con giocatori NBA.

L’unica verginità  da conservare è la vittoria del torneo olimpico con giocatori NBA. Ce la possono fare ? Mamma mia, me ne sto rendendo conto soltanto adesso…

Siamo arrivati al punto di domandarci se gli USA possono vincere o meno un qualsiasi torneo di basket… Ragazzi, il mondo è cambiato e forse ancora di più nel piccolo grande pianeta chiamato basket internazionale.

3/24 DA TRE !

I problemi di questo Team USA sono tanti e il più grave di tutti è anche il più noto. Manca un tiratore. Ma come hanno mai pensato quei grandi testoni da CIA o NSA di potere vincere senza un tiratore puro ? Eppure in America c’è Ray Allen, Michael Redd e diamine, al limite poteva andare di lusso portare persino Antoine Walker ma niente…

Ieri hanno tirato con un ridicolo 3/24 da tre, a dimostrazione di come la scuola americana privilegia sempre la penetrazione, da concludersi magari con una squassante schiacciata, a differenza di un fondamentale che a ben vedere non è appartenuto laggiù solo a Larry Bird o a Reggie Miller. Colpa dei selezionatori quindi.

DUNCAN NON PUO’ FARE DA SOLO

La stessa colpa che ci fa vedere adesso un Tim Duncan che onestamente combatte da solo sotto canestro. Altro grande problema : la mancanza di fisicità . Vedi Odom in ala grande, atleta immenso certo, ma che ha poco “testosterone”, come direbbero Buffa e Tranquillo.

Poi ovviamente, scorrendo l’elenco delle pecche USA, si va ai problemi storici. Questi ragazzi si conoscono da poco e non sanno giocare insieme, Larry Brown è costretto ad allenare una squadra che non avrebbe allestito e deve stare per di più attento al minutaggio di ognuno.

In compenso gli avversari sono cresciuti di livello, prima tecnicamente (Arroyo ieri ha umiliato il back-court americano) e poi soprattutto a livello mentale che vuol dire, senza giri di parole, che anche PortoRico crede di poter battere i ragazzi NBA e ci lotta per arrivarci. Come intensità , voglia, gioco di squadra ogni squadra batte Team USA 100 a 0.

“THAT’S THE WAY”

Non stiamo qui troppo a discutere se il gioco internazionale sia troppo diverso da quello NBA. Certo che lo è, ma volete mettere ? Non ci sono scuse, perché anche se si giocasse su una spiaggia o con le regole di Naismith gli USA sono favoriti. Quindi ? Colpa loro se non vogliono adattarsi alle piccole diferenze, ad imparare le diverse regole del basket FIBA.

Allen Iverson è pur sempre il capitano e anche al costo di snaturarsi agli occhi dei bambini dei campetti non solo della natale Virginia dice saggiamente : “Hanno giocato come si dovrebbe. Non è questione di atletismo, questo è il modo in cui hanno giocato John Stockton e Karl Malone ed è un bene che i bambini vedano come si dovrebbe giocare a questo sport”.

The Answer che si richiama a Stockton ???! Mamma, vado a prendere una boccata d’aria. Eh sì, il mondo è proprio cambiato.

La prossima gara domani contro la Grecia. Già , la Grecia.

Aiace Telamonio era figlio del re di Salamina e fu elevato al rango di dio quando fu reso immortale da Zeus in persona, che lo coprì con una pelle di leone. Eroe a Troia, fu così sicuro della propria forza, del valore dimostrato e ancor di più convinto della protezione di Zeus che prima lo aveva reso immortale che pretese per sé le armi di Achille.

Il simbolo che doveva eleggere il più valoroso degli dei fu però consegnato, con sua grande sorpresa, ad Odisseo. Aiace “uscì pazzo” e uccise tutte le pecore che dovevano servire al nutrimento dell’esercito.

Tornato in sé si tolse la vita per la vergogna, in un gesto di estrema riconoscenza ed umiltà . Il gesto fu apprezzato dagli dei e leggenda vuole che le tanto agognate armi di Achille raggiunsero un giorno la sua tomba portate lì dalle onde del mare.

Iverson è stato il primo a capirlo. Serve umiltà , serve il coraggio di ammettere i propri errori. La sorte farà  poi la sua parte, con gli uomini che sì hanno peccato di arroganza ma che sono stati poi tanto assenati da “uccidersi” per la vergogna.

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