Eddie Jones tornerà a giocare insieme a Shaq. Storie tese in arrivo?
Gli abitanti della Florida faranno fatica a non ricordarsi di questo rovente mese di luglio (se non da un punto di vista metereologico quantomeno da un punto di vista sportivo).
Dapprima la mega trade che ha coinvolto gli Orlando Magic e che ha portato Tracy McGrady a vestire la maglia dei Rockets e il trio Francis, Mobley, Cato approdare nella città dei divertimenti.
Poi qualche settimana più tardi la trade ancor più clamorosa e inaspettata che ha cambiato i connotati della Lega, che ha portato l'uomo con più nickname nella storia della pallacanestro a stelle e striscie (tra i tanti The Big Aristotele, Big Fella, MDE etc.) Shaquille O'Neal, vestire la maglia degli Heat in cambio del trio Lamar Odom, Caron Butler, Brian Grant a L.A. sponda Lakers.
Lo scambio più sbalorditivo dall'inizio del nuovo millennio ha immediatamente portato Miami dall'essere una franchigia dal presente roseo, ma non eccessivamente roseo, a una delle potenziali corrazzate che insidieranno l'argenteria e il Larry O'Brien Trophy ai neo campioni Detroit Pistons.
Sicuramente le fondamenta solide sono state poste dallo staff di Pat
Riley, la squadra di coach Stan Van Gundy ha, infatti, a disposizione il giocatore più immarcabile della storia della Nba, capace di spostare gli equilibri dell'intera lega anche alla non più verde età di 32 primavere: grazie ai suoi centimetri, alla sua imponente taglia fisica, al suo indiscutibile talento atletico e tecnico e alla sua squassante potenza.
Shaq oltre a tutte queste qualità avrà un ulteriore arma da sfoderare sul parquet: una pazzesca motivazione. O'Neal, infatti, ha risolto arrivando a Miami due grossi problemi che lo affliggevano: ha avuto la certezza del rinnovo per altri tre anni del contratto che scadrà nel giugno 2006 alla modica cifra di 30 milioni di dollari (quando si suol dire: brustoline!), inoltre l'ex Louisana State potrà essere il leader unico della franchigia e non condividere, come succedeva nei Lakers, lo scettro di giocatore più importante con il figlio di Jelly Bean Kobe Bryant.
In questa nuova avventura agli Heat “Big Daddy” avrà come valida spalla l'ex Rookie meraviglia, protagonista di una regular season più che positiva e di playoff strabilianti, e prossimo membro del team USA ai giochi olimpici d'Atene Dwyane Wade.
L'ex Marquette ha dimostrato di essere un giocatore molto maturo per la sua età , di possedere mezzi tecnici ed atletici invidiabili e di avere una personalità da assoluto veterano (vedi gara 1 playoff Miami – New Orleans crossover regale ai danni di Baron Davis e canestro della vittoria grazie a un sublime arcobaleno).
Wade ha tutto per diventare uno dei migliori esterni della Lega e grazie all'aiuto di Shaq potrebbe essere anche uno dei più vincenti.
La coppia Wade – O'Neal è tra le meglio assemblate e pericolose della Nba, assieme a quella T-Mac – Yao di Houston, ed è sicuramente una buonissima base di partenza; ma come hanno dimostrato negli ultimi anni gli Spurs e i Pistons serve anche un cast di supporto capace di amalgamarsi al meglio con questo duo delle meraviglie.
La situazione da questo punto di vista va bene ma non benissimo!
Infatti ora come ora gli Heat hanno a disposizione:
– l'ala grande “undersize” Udonis Haslem, grande lottatore sotto le plance e con una predisposizione notevole per il rimbalzo, ma alquanto limitato da un punto di vista offensivo;
– Micheal Doleac, arrivato a Miami la scorsa settimana dopo aver vissuto una stagione con le maglie dei Knicks e dei Nuggets, onesta ala – pivot dotata di centimetri, buona mano anche dai 4 metri, discreto stoppatore e rimbalzista ma capace di dare il meglio di sè partendo dal pino;
– Malik Allen ala atletica capace di offrire qualche buon minuto di qualità partendo dalla panchina;
– la guardia – ala scelta con il numero 19 al draft del 2004 Dorell Wright, giocatore dalle grandissime potenzialità ma che difficilmente riuscirà a dare un aiuto importante alla causa degli Heat (è un ragazzo molto acerbo poichè proviene dall'high school)
– ed infine il bistrattato, quanto famigerato, Eddie
Jones.
Per E.J. la prossima stagione sarà estremamente importante, perchè dando ormai per scontato che non meriti il suo onerosissimo stipendio rispetto al suo reale valore (la prossima stagione il buon Eddie percepirà 13.440.000 dollari, “sigh”), si ritrova nella posizione per cui Miami aveva deciso di offrirgli questo alto contratto: quello di terza stella del team.
Agli antipodi Jones doveva essere il maggior supporto di Tim
Hardaway e Alonzo Mourning oggi invece deve essere il collaboratore più stretto di Wade e Shaq. Le difese spesso lo “battezzeranno” lasciandogli molto spazio e occasioni egli dovrà sfruttarle facendo ricredere i suoi detratttori dimostrando che è ancora una guardia esplosiva, dotata di buone doti difensive e di un talento offensivo più che discreto; ma avrà anche su di sè una grossa pressione poichè non può concedersi un ulteriore fallimento dopo le deludenti ultime stagioni.
Per avere un roster da titolo gli Heat devono assolutamente trovare un'ala piccola e un'ala forte titolare ed inoltre due cambi di qualità per gli esterni. Il budget non aiuta molto poichè Miami può disporre solo di qualche eccezzione salariale per raggiungere tali obbiettivi.
E' però molto probabile che vi siano alcuni giocatori disposti ad abbassare le proprie pretese economiche per mettersi al dito il famigerato e agognato anello di campione Nba insieme a Shaq. Negli ultimi giorni sono tanti i “rumors” di giocatori pronti ad andare alla corte di Pat Riley: Damon Jones, Karl Malone, Toni Kukoc,
Robert Horry.
Si tratta di nomi alettanti e di grande esperienza ma per ora si conosce ben poco, se non che Miami ha sconvolto enormemente il proprio scenario passando da un progetto nel lungo periodo che comportava l'attesa della maturazione completa dei vari Odom, Butler e Wade ad un altro molto più immediato che ha portato il Diesel, più conosciuto dagli amanti della pallacanestro nel globo terraqueo, nuovamente sulla costa orientale al sole della Florida.