ASB è già Real, sicuro. E non parla sottovoce come Shaq
Il primo media che esaminiamo è il più noto magazine di basket NBA in italiano, AmericanSuperBasket. ASB è un quindicinale, ma da quest’anno ha sperimentato, con successo, un format settimanale tagliato apposta per meglio coprire i playoff.
Ok, ASB è il magazine di basket NBA in italiano più criticato, e non solo dai ragazzi del nostro forum. Anch’io non gli risparmio qualche piccola frecciata, chissà , il prezzo (3,50 euro per un settimanale ? Come on…), la pessima distribuzione (qui a Foggia il numero dal 9 al 16 giugno è arrivato il 17 giugno o giù di li…), chissà , altre piccole cose, magari Bagatta, Montorro, idoli assoluti dalle nostre parti.
Su Bagatta soprattutto…..Tant’è : tutte queste critiche, anche nello stile, nella selezione degli articoli, della scarsa utilità che ovviamente non riguarda solo ASB che hanno le notizie ormai passate dall’attualità alla storia per colpa di Internet, e per lo stesso motivo le indiscrezioni di mercato, i commenti, e anche gli approfondimenti, chissà …
Voglio però che si sappia una cosa : se evidentemente ASB è tanto bersagliato è perché, almeno io, non so gli altri….sì, io gli voglio bene perché con i racconti di Limardi e Gotta ci sono letteralmente cresciuto e allora ben venga il loro alto valore storico di essersi fatti carico di un progetto che tutt’oggi ha poche alternative (Rivista Ufficiale NBA ? Bah, ne riparleremo…).
Come dire….sono stati i primi e…i migliori. Poco più di un decennio ASB nacque da una costola di Giganti del Basket con una copertina su Michael Jordan. Nacque come il neoplatonismo per Plotino, per emanazione….troppe belle storie NBA da poter raccontare, troppo fascino quell’America e allora il vaso è straripato e via con il progetto All-American.
Dio benedica chi ha avuto questa magnifica idea. Non ne racconto la storia successiva, solo che arrivò un tempo in cui Federico Buffa deliziava della sua presenza come quella meravigliosa bionda (Elle Macpherson) nel film South Kensington.
E oggi ? Ragazzi, devo dire che l’esperimento di ASB Weekly è stata la più grande cosa nel basket italiano dai tempi delle sfide tutte bolognesi tra Virtus e Fortitudo. Il pregio massimo è stato ridisegnare la rubrica seguendo il Dio Rubrica.
Mi spiego : ogni giornale, ogni prodotto giornalistico, sì, compreso anche il nostro amato Playitusa, dovrebbe essere organizzato per rubriche. Vuoi scrivere di storia ? La rubrica della storia. Ti chiami Tizio e Caio e sei un autorevole opinionista ? La rubrica di Tizio e Caio che con la collaborazione di Sempronio.
Vuoi scrivere quello che ti passa per la mente senza seguire nessuno schema ? La rubrica dello spazio libero, man. Voglio dire, insieme al formato settimanale la rinascita di ASB passa per un’organizzazione più costante e definita che ti porta poi ad affezionarti a questa o a quell’altra rubrica.
In tal senso la “puntata perfetta” è andata in onda col numero 16 della rivista. Billups va in layup lasciandosi alle spalle Shaq, in bianco, di titoli, e ora pronto a riabbronzarsi sulle spiagge di Miami cantate da quel gitano mondano di Rossella.
Bene, andiamo con la “puntata perfetta”. I commenti di Limardi, Gotta, Buffa, Peterson, Bagatta e Benzoni, inventati di sana pianta dal sottoscritto, sono però tutti nei loro stili personali.
NBA Finals 2004, Claudio Limardi
Gotta : “Non vogliamo farci pubblicità , che peraltro che è la vera arte del Terzo Millennio, vedi gli spot sempre belli e diversi, ma insomma, ci sono anche i ritratti delle città di Los Angeles e Detroit, sempre nei limiti che una rubrica di basket e lo spazio a disposizione ci possono consentire”.
Buffa : “The Real Deal” on the “Hair Force One”.
Peterson : “Le finali NBA ? Col suo racconto ci sono andato anch’io. Su questo non di discute”.
Bagatta : “ Bellissimo, come il nuovo film di Vin Diesel”.
Benzoni : “La verità sta nel mezzo, come disse Aristotele il filosofo”.
Barbershop Conversation, Federico Buffa
Limardi : “Poco chiaro ai non addetti ai lavori, che certo non conosceranno il giocatore Iguodala sapendo che è the best motherfucker in the draft, ma certo sempre originale e divertente”.
Gotta : “Premesso che non si può porre nessuna questione morale su cosa sia giusto o bello o divertente, e sfido i sempre più numerosi sapientoni dell’etica che giudicano sempre chiunque e chissà da quale pulpito, ecco, i commenti di Buffa vanno presi per quelli che sono e quindi, in fin dei conti, staremmo qui a discutere per secoli su cosa siano in realtà ”.
Peterson : “Il primo genio compreso della storia, come mi disse di Maravich un suo compagno di squadra a LSU”.
Bagatta : “Bellissimo, come una villa con giardino sull’Oceano Pacifico”.
Benzoni : “Nato a Milano, cresciuto a Milano, errante per l’America ma ritornato grande scivendo per un giornale nato, cresciuto e con, si spera, pochi errori a Bologna”.
Nessuno mi ha chiesto però, Dan Peterson
Limardi : “Informazioni preziose e dall’alto valore storico che solo un protagonista diretto e navigato come Dan ci può fornire”.
Gotta : “Dice un altro dei tanti proverbi che abbiamo imparato a memorizare con la nostra crescita psico-fisica, che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Dan qui non ha perso nessun pelo perché ha ancora stile e personalità , ma ha forse perso il vizio di dire le cose che pensa. Nowitzki miglior giocatore della NBA ? Come ??!!”
Buffa : “Old fa ancora rima con Gold”
Bagatta : “Bellissimo, come un poliziotto che acchiappa un aspirante suicida sul punto di buttarsi dal balcone”.
Benzoni : “Penso che sia sempre importante ascoltare il maestro”.
Playground Stories, Daniele Vecchi (un saluto, collega !)
Limardi : “Il racconto della vita dei playground americani, fonte primaria della bellezza del basket statunitense, non può prescindere dall’eperienza diretta di un esperto e di un appassionato, proprio come il bravo Daniele”.
Gotta : “Premesso che non sempre le leggende metropolitane, anzi quasi mai, corrispondono a quella realtà così tanto amata oggi in TV (leggi Grande Fratello e simili…) ammetto che i viaggi di Daniele, è vero, non tornano a illuderci, ma sono un bello spaccato di vita moderna degli USA, pur sempre ammettendo e non concedendo che si possa tracciare un seppur minimo profilo della società in poche righe”.
Buffa : “I’m straight ballin’ ”.
Peterson : “Andai al Rucker per la prima volta nel 1978 e sinceramente non pensavo a tutte le leggende che si dicevano in giro. Poi vidi un ragazzo che toccava facilmente la parte alta del tabellone. Ok, da allora non ci credo un po’ meno. E quel ragazzo era poco più alto di me”.
Bagatta : “Bellissimo, come il nuovo singolo di Lenny Kravitz”.
Benzoni : “Niente male”.
In your face, Guido Bagatta
Limardi : “La sua è una rubrica di opinione e di preview, per cui va sempre considerata come uno spazio estremamente personale che apprezzo anche quando ci fornisce i suoi rumor in esclusiva”.
Gotta : “Di solito, e certo già qui non è poi così tanto facile dire cosa sia solito o forse, come dice il…solito benpensante… “anormale”, una rubrica d’opinione andrebbe affibiata a un Premio Nobel, ma non è detto che Guido non lo diventi dopo aver vinto l’Oscar, anche se non so in quale specifica categoria”.
Peterson : “In America si fa così, ci si espone alle proprie più sincere opinioni”.
Buffa : “Real TV che è stata spostata di notte o Fake TV in prima serata di sabato sera ?”.
Benzoni : “Bah, diciamo, forse mi sbaglio, ma a me piace”.
Face to face
Limardi : “Un piacevole epilogo che spero possa fornire ai lettori un confronto sincero tra opinioni diverse e su questioni attuali, che interessano a tutti”.
Gotta : “La democrazia, si sa, è come il draft, è una scienza imperfetta, e come tale offrire ai lettori solo un biunivoco commento dei fatti può certamente deviare da quella molteplicità di visioni che certo già gli antichi Sofisti capirono che non si può escludere nell’ordine di domanda e risposta ma che va ampliato a comprendere il più possibile il mondo. E il nostro mondo è la redazione, si capisce.”
Buffa : “One on one, man. Ma non c’è nessun isolamento. E’ il lettore che decide”.
Peterson : “Il prossimo autunno se la vedranno in TV John Edwards e Dick Cheney. Lasciate stare, qui la propria tesi si argomenta meglio. Sicuro”.
Bagatta : “Bellissimo, come quel gioco in cui bruciavamo gli orsacchiotti nel Chiapas”.
Benzoni : “Non pensavate che il rivoluzionario ero io, isn’t it ?”
Puntata perfetta. Con il dossier storico del preparatissimo Christian Giordano, con i profili degli sfigati e dei dimenticati, con le lettere dei lettori, con i gli articoli interni di Limardi e di Gotta sui prospetti e con altri due gioielli.
Primo : lo spazio riservato agli articoli dei lettori. Secondo : le news, prima sulla NBA, poi sul Draft ( e prima su college e high school), addirittura su Minor Leagues e WNBA. Non sapete quando mi diverta nel cercare di scoprire in quali news c’è la mano di Gotta…
ASB ha raggiunto un alto livello. Una piccola provocazione : cambiate il generoso Benzoni con qualcun altro, date una camomilla anti-moralità a Gotta e ricordategli che è un grande e che ha un talento…già …nel suo stile unico, rendete la rubrica storica un appuntamento fisso e niente…continuate con quei meravigliosi fascicoli On the road sulle città d’America.
Ok, ho finito…Un attimo. Dai, Stefano, stavo scherzando, lo giuro, sono un povero cretino, lo so, è solo che potresti comunque evitare di essere così lineare apostrofando troppo il detto altrui per poi sfogarti manco fossi Mao nell’ultima pagina.
MaraMao perché, sei morto ? Certo che no, voglio bene anche a te. Grazie ASB per tutto il lavoro e la passione.