Joe e Gavin Maloof, la nuova generazione di proprietari NBA…
Nel 1853 nella città di Sacramento, nata nel 1839 come uno dei tanti avamposti per la nascente corsa all'oro, le discussioni erano all'ordine del giorno. La città , in realtà un piccolo villaggio, alla confluenza dell'"American River" con il "Sacramento River", subì due devastanti innondazioni nel giro di tre anni.
Il punto della discussione riguardò le misure e gli interventi necessari per rendere piu' sicuro il villaggio che, nel corso dell'ultima decade, si era segnalato come uno dei centri di maggiore attrazione per i commercianti del midwest. In particolare la città si divise sull'entità della spesa.
Sono passati 151 anni dall'approvazione parziale di quei lavori. Oggi Sacramento torna a dividersi per interventi che dovrebbero cambiare la topografia della città . La questione è nota: la Arco Arena, la cosiddetta Gas Station, costruita sul niente al confine della città non va piu' bene.
Bisogna costruire una nuova arena, "downtown", in centro. Lo richiede lo status della squadra, l'entusiasmo dei tifosi, ben diverso da quello di dieci anni fa. Ma soprattutto lo richiedono i fratelli Maloof, proprietari dei Sacramento Kings e di diversi casinò ed hotel a Las Vegas.
Visitare la capitale della California lascia uno strano sapore nella bocca di un europeo: un fiume, anzi due, sui quali navigano quei Ferry Boat che fanno molto "Tom Sayer" e Mark Twain. La "Pacific Rail Road", uno scampolo della parte vecchia, un porticato, sullo stile delle città di Trinità , ma piu' pulito ed un po' artefatto. E il solito, tremendo, Campidoglio, che segnala l'importanza politica.
E poi un paio di grattacieli, nella zona commerciale, non molto lontano dal posto in cui alcuni tifosi di Sacramento, nel 2002 spergiurarono d'aver visto Bryant ubriaco prima di gara2. Qui dovrebbe nascere l'arena. E fino a qui tutti d'accordo.
Il problema è decidere chi dovrebbe pagare per costruirla. Il piano sarebbe pronto da mesi. L'equivalente del consiglio comunale, capeggiato dal sindaco Heather Fargo, ambientalista convinta, è favorevole. E sta spingendo perché la decisione definitiva sia presa con l'avvallo di un referendum popolare.
Ecco perché la città si divide. Ha scritto qualche settimana fa Marcos Breton sul Sacramento Bee: "Chi è disposto a pagare per una nuova arena da 300-400 milioni di dollari. I fratelli Maloof vogliono per la costruzione del palazzetto (che poi avrebbero in gestione ndr) ma non vogliono investire molto. A Washington Abe Pollin sborsò di tasca sua la cifra necessaria. I Maloof cercano i guadagni senza però volerci investire."
Il business è effettivamente notevole: parcheggi, nuove salette da affittare a prezzi salatissimi alle aziende, che della nuova arena farebbero punto di incontro per relazioni d'affari e quant'altro. Un business doppiamente importante per una città che deve rivitalizzare la sua economia e che non offre alla sua squadra NBA un mercato degno di nota.
I Maloof questo lo sanno. E non lo nascondono. Il solo fatto che Sacramento, pur essendo una delle squadre piu' competitive della lega, non abbia un contratto televisivo di primo livello è dovuto a questo aspetto. I Kings in una città più in vista potrebbero essere più attraenti.
Nonostante il referendum non sia ancora stato indetto sono già cominciate manovre da campagna elettorale: "Non si tratterà comunque di un voto sul nostro operato - ha dichiarato di recente uno dei più stretti collaboratori della Fargo - ma se dovessero bocciare questa proposta la cosa avrebbe di sicuro delle ripercussioni ad ampio raggio."
"E' giusto - ha detto Joe Maloof qualche giorno fa - che i cittadini possano decidere." "La sensazione - ha replicato Breton nel già citato articolo - è che si faccia votare la gente nascondendo loro che l'opera sarà finanziata da soldi pubblici".
Il vero taboo, per un americano del nord della California, verosimilmente conservatore, scottato dall'esperienza di Cruz Bustamente, democratico, affossato dall'incapacità di contenere la spesa e rimpiazzato da Terminator Schwarzenegger: le tasse.
Siamo pur sempre nell'America di provincia in cui le scuole pubbliche chiudono per risparmiare sulle spese di riscaldamento, dove autorevoli esponenti del nuovo Partito Repubblicano sostengono "tutti sono capaci a dare più servizi, facendo pagare più tasse."
Il referendum dovrebbe tenersi per il 22 di luglio. La questione in gioco è alta e la NBA la osserva interessata. Più volte i Maloof hanno velatamente minacciato di spostare la franchigia. Qualcosa di simile è successo proprio nei giorni della finali del '99 a San Antonio: gli Spurs spingevano per lasciare l'enorme Alamodome e dissero che la squadra oteva anche lasciare la città .
In una realtà sociale simile a quella della capitale della California qualche anno dopo è arrivato l'Sbc Center.