Ricominciamo

Francis con la nuova maglia: la faccia non è propriamente quella delle grandi occasioni…

Come perdere il miglior giocatore della lega e dormire felici e contenti.

Ci sono quattro tipi di progetti nella NBA.

I progetti seri che puntano al titolo: di solito portati avanti da General Manager in grado di veder giocare la loro squadra ancor prima che esista. Non per forza arriveranno al titolo ma si imporranno come squadre competitive. Facciamo un esempio: San Antonio, Utah, Sacramento, Memphis, Denver, da quest'anno Miami etc. etc.
Per inciso, può anche capitare che progetti seri falliscano. In questo caso Houston, una delle nostre protagoniste, calza a pennello in categoria. Non possono essere catalogati alla quarta voce perchè il loro progetto fallito è durato svariati anni, ma non sempre si prende la strada giusta.

Esistono i progetti di incapaci che malgrado abbiano la pretesa di essere seri non trovano il bandolo della matassa e mai lo troveranno. Hawks, Celtics fino a prova contraria etc etc

Esistono i progetti apparenti o progetti bluff e cioè quei progetti che in realtà  non esistono, ma che fingono di esistere. Altrimenti chi ci viene all'arena! Facciamo un esempio: I Clippers ovviamente ( un paio di anni fà  si diceva avrebbero puntato al titolo con Magette, Richardson, Odom, Miller, Olowokandi….chi poteva non essere fiducioso?) La finta squadra della lega. un Bleuf colossale

Esistono poi progetti seri che cambiano in continuazione detta anche categoria Moratti dal nome di un beneamato imprenditore di zona milanese. Per conoscere questo genere di organizzazione prendiamo come punto di riferimento la squadra Totem di categoria nonchè coprotagonista della trade. Nati nel vicino 1989 ai Magic di Orlando di rivoluzioni se ne contano almeno 3 con quella attuale, che in un decennio sono un pò tantine per pensare ad un progetto serio.Dato però che la meta è sempre stata quella di puntare alto e dato che molti demeriti non dipendono dalle decisioni ma da agenti esterni come infortuni, non è possibile rinchiudere questa squadra nella categoria Clippers.

La notizia ufficiale del giorno è, McGrady a Houston con Juwan Howard, Reece Gaines e Tyronn Lue. Come contropartita ai Magic arriveranno Steve Francis, Cuttino Mobley e Kelvin Cato e cioè i rockets senza Yao Ming.

Il protagonista principale della trade è ovviamente “The big Sleeper” Tracy McGrady.

Cosa ottengono i Rockets
Cerchiamo di capire la portata dell'avvenimento. Le forze spostate in questa trade, un paio di stagioni orsono avrebbero fatto tremare le fondamenta della lega. Da un paio di anni a questa parte però siamo abbituati a sconvolgimenti cestistici cosi incredibili che nulla ci sconvolge come dovrebbe. (scusate il gioco di parole)
Immagino il tifoso Rockets che legge sul giornale la notizia. Un pò come quando i tifosi interisti lessero di Ronaldo nella città  della madonnina (oggi vedo solo nero azzurro). Il delirio. Tracy McGrady, probabilmente il miglior giocatore di Basket del pianeta.

Inutile dirlo, ottengono insieme a Garnett ( e da quest'anno spunta il nome di Odom, anche se non ancora a questi livelli) il miglior tuttofare della Lega. Gioca da guardia, ala piccola, ha movimenti da lungo, dispensa assist, prende rimbalzi, fa di tutto. Nulla da eccepire. E' principalmente un esterno a differenza dei due sopracitati che da quest'anno in pratica si sono spostati in zona pitturata.

Il progetto di Houston come dicevamo, è naufragato insieme alla riluttanza di Steve Francis, leader a quel momento della squadra, di inserire uno dei quattro lunghi più dominanti della lega, tale Yao Ming all'interno di un impianto gioco di fatto mai esistito. Lo spostamento nel ruolo di play maker per Francis non ha dato gli effetti sperati e nemmeno la pretesa che lui divenisse il leader. Non era l'uomo giusto per la squadra di Van Gundy.

I Rockets necessitavano di creare con Yao una coppia di impatto devastante e la missione è compiuta con il massimo dei voti. Viene ovviamente scontato paragonare i due alla combo Shaq-Kobe dei Lakers che probabilmente, ma non certamente sparirà  la prossima stagione.La nuova accoppiata avrà  quasi dieci anni per dominare il mondo della palla a spicchi.

McGrady ovviamente rinuncerà  ad un discreto numero di tiri a favore del team e del Cinesone e malgrado molti credano l'ex mago sia reticente al riguardo, la realtà  è che il numero 1 da almeno un paio di stagioni chiede di poter condividere il peso offensivo. A Houston non chiedono nulla di meglio che coinvolgere al massimo il centro cinese nel gioco del team, cosa mai riuscita con l'allontanato Francis. Il sostanziale motivo della trade in casa houston è proprio questo.

Resta solo il punto di domanda sulla scarsa leadership se non in termini numerici e cestistici del neo acquisto. Non era lui a tenere unito lo spogliatoio dei maghi e questo è risaputo. Certo che ai Rockets c'è coach Van Gundy che di problemi non dovrebbe averne data la sua immagine carismatica. L'ineccepibile voglia di vincere e di mettersi a disposizione del team dell'ex mago numero 1 ed ora numero 1 dei Rockets McGrady faranno poi il resto.

Nell'affare entreranno anche Tyronn Lue e Juwan Howard.
Il primo un discreto pseudo play maker che non potrà  di certo essere titolare nel ruolo. E' quindi lecito attendersi trade per un ruolo sicuramente da rivedere.
Il secondo è l'ala grande che tutti attendevano la scorsa stagione al salto di qualità  definitivo. Nulla del genere è accaduto. Si è capito che fatica anche ad essere una seconda opzione offensiva. Con l'aiuto di Ming però il suo contributo come conprimario diventerebbe del tutto interessante nonchè fondamentale, a meno di eventuali scambi. Stiamo parlando comunque di un giocatore con 15 punti a sera.
Resta un solo problema tecnico per i due lunghi dei Rockets. Howard non è un rimbalzista in grado di fare la differenze e Ming ha ancora da lavorare. Tutto da verificare. Staremo a vedere. Una cosa è sicura: Il prossimo anno i Rockets partiranno tra i superfavoriti della stagione.

Cosa ottengono i Magic
Inizia l'ennesima rivoluzione ad Orlando.
Quando si sposta un giocatore come McGrady, a meno che la contropartita si chiami Kobe Bryant l'unica cosa che si può fare è limitare i danni. Così ha fatto Orlando. La cessione di Tracy ” the big sleepers”, il dormiglione come affettuosamente lo chiamano gli amici per la sua intelligenza fresca e vivace era l'unica scelta possibile per i Maghi. La squadra, che di giocatori con infortuni è stanca ( vedi Penny Hardaway, vedi Grant Hill, vedi la schiena dello stesso McGrady) non voleva rivedere i propri piani stroncati da ennesime cause non controllabili. L'ago della bilancia aveva un nome. Emeka Okafor richiesto proprio da TMAC. Okafor che sarebbe di suo un giocatore incredibile avrebbe però secondo molti una schiena di vetro. L'equazione non tornava.

La richiesta di McGrady, rischiava di essere l'ennesimo flop cestistico per una squadra che di tempo ne ha perso troppo e troppe sono state le scelte sbagliate in nome di un titolo solo sfiorato e mai arrivato. Inutile sarebbe stato il miglior giocatore della lega senza poterlo affiancare ad un team coi controfiocchi. Anche sua maestà  Michael Jordan non ha vinto nulla da solo. Ha trovato la miglior ala piccola degli ultimi 20 anni Scottie Pippen e due rimbalzisti devastanti come Horace Grant prima e Dennis Rodman poi.

La nuova squadra cambia totalmente dalla precedente ed ha il compito di ritrovare un pò di chiarezza anche in termini organizzativi.

La decisione presa è stata chiarissima quindi. Via Tracy, via il deludente Juwan Howard che nulla ha fatto se non togliere spazio al promettente Godden e spazio alla decisione cardine per la nuova, l'ennesima rivoluzione di Orlando. Spazio a Dwight Howard, prima scelta assoluta che ha scalzato il pronosticato Okafor dal primo gradino del podio. Ala grande di oltre 2.10 cm e destinato ad un grande futuro in NBA. Dovrà  solo attendere un paio di anni per maturare ed acquisire gioco per essere dominante.

Era proprio questo il nocciolo della questione McGrady che di tempo per aspettare non ne aveva. Ecco servita la trade.
Howard, che andrebbe per assurdo insertito come giocatore relativo alla trade, consieratao che è stato scelto solo dopo aver detto “ciao ciao” al dormiglione, arriva sulla scia dei liceali vittoriosi che lo precedono. Nessuno attende un fenomeno alla Lebron James o alla Carmelo Anthony che è si colleggiale ma di fatto ha giocato un solo anno e subito da più forte del lotto; ma, se si ritrovassero un giocatore in grado da subito di incidere come Amare Stuodemire, nessuno si stupirebbe. Il giocatore è un prospetto di livello assoluto. Più dello stesso Okafor.

A lui e Godden quindi il compito di governare l'area pitturata dei Magic. Una coppia tutta da modellare.

La scelta dei Magic non è stata solo Howard. E' stata anche Steve Francis. Colui che è chiamato come ruolo naturale a sostituire il partente campione. All'ex promessa dei Rockets si chiede il riscatto.
I Magic questa volta hanno fatto le cose per bene ed al draft non hanno lasciato nulla al caso tradando (l'italiano che cosa meravigliosa) un certo Jameer Nelson, play-maker, destinato Denver, pronto fin da subito ad un posto da titolare ( di ottimo livello) ed in grado di far passare Francis al ruolo di guardia sicuramente a lui più gradito.

Francis non è un leader e mai lo sarà . Non si discute però il suo talento cestistico: un giocatore del genere può contribuire comunque malgrado non sia McGrady con dei punteggi da capogiro. Le sue cifre parlano chiarissimo, si tratta sempre di un All-star. L'esperienza Sheed Wallace insegna che a volte basta cambiare squadra per trovare ogni genere di motiazione possibile. Vedremo come lui e Mobley altra pedina dello scambio(che potrebbe essere un sesto uomo di lusso, scalzato nel ruolo dallo stesso Francis) si porranno nei Magic.

Solo un grosso dubbio: Francis ha già  fatto sapere di non gradire particolarmente la sistemazione in Florida e passate esperienze dicono che se un giocatore ,Francis sopratutto, non vuole stare in una squadra, c'è poco da fare. Non ci sorprenderebbero eventuali trade quindi, malgrado non sicuramente nell'interesse dei Magic.

Se non accadesse, i Magic potrebbero ritrovarsi, nonostante la cessione del numero uno al mondo, una squadra fin da subito in grado di dire la sua nella division sulla carta più debole della lega scoprendo di essere usciti in gran forma da una delle trade più colossali degli ultimi anni. Notizie recenti parlano di un ulteriore “acquisto”, tale Grant Hill che secondo roumors sarebbe in procinto di reindossare la canotta magica. In realtà  ogni anno è la stessa solfa: torna, non torna, torna e non torna. Sembrerebbe però imminente il suo possibile reintegro nel roster. Staremo a vedere. Il buon Grant sarebbe un gran bel colpo.

Ai nuovi Magic il compito di costruire e di dominare in un prossimo futuro. In realtà  entrambe le squadre hanno le medesime esigenze solo con scadenze differenti.
Entrambe hanno ottenuto il loro scopo. La prima affiancare a Yao quel giocatore di prima grandezza che Francis non ha voluto essere.
La seconda limitare i danni di una cessione clamorosa e ricominciare la costruzione del team in maniera più coscienziosa e meno sprovveduta.
Per assurdo, Orlando non esce ridimensionata dal colpo dei Rockets. Si ritrova al punto di partenza come già  era, ma con più talento e maggiormente distribuito nel rooster.

A Houston l'ingrato compito di vincere tutto e il più presto possibile invece. Ingrato compito che peraltro molti vorrebbero avere. Si aprano le danze del duo Yao-Tracy.

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