Sembravano invincibili, invece…
E' pressochè inevitabile guardando i Lakers delle meraviglie non pensare a qualche barzelletta. Ovviamente nulla toglie merito a questi incredibili Pistons, assolutamente dominanti. La barzelletta vera è data dalla premessa di queste finals.
La cavalcata solitaria dell'ovest padrone incontrastato del basket universale sembra dover, almeno per questa annata giungere al capolinea. Anche se i grandi sconvolgimenti non arrivano inaspettati, la possibile disfatta lakers arriva invece all'improvviso: se non altro per la serie con i San Antonio riacciuffata con i denti; se non altro per la serie con Minnesota, condotta con grande autorità .
Lo stato attuale delle cose, parla invece di una squadra spiazzata, con 3 dei suoi 4 pezzi da novanta abbandonati ad un destino crudele che prende a seconda le sembianze di un piccolo numero 1 rossoblu che oltre a portar palla e rubarla riesce persino nell'impresa di sfilare i guanti all'avversario, o meglio il “guanto”.
Lo stato delle cose parla di un grande eroe dalle mille battaglie che di sfere nella rete ne ha depositate quasi più di chiunque altro e che forse con un anno di ritardo e con quache acciacco di troppo ha deciso di incamminarsi per terre lontane da dove lui è divenuto leggenda scoprendo poi che due immense torri gemelle (anche nel nome) gli avrebbero impedito di varcare i cancelli del monte Olympo dove gli dei del basket gli avrebbero consegnato l'anello del potere a lungo cercato.
Lo stato delle cose parla anche di un giovane condottiero, che molti credevano , forse a ragione, fosse riuscito nell'impresa di estrarre dalla roccia la spada Excalibur lasciata del grande re conosciuto anche dal nome della sua armatura, il 23, ma che si trova il cammino della gloria sbarrato da un altro Principe, più umile e meno conosciuto ma che ha posto il cuore alla felicità dei suoi sudditi lavoratori . Il grande re 23 aveva abituato a imprese ben più leggendarie del suo discepolo che forse la spada non l'ha ancora estratta e forse non l'estrarrà mai.
Resta un unico punto fermo, il guerriero Achille che sul suo petto ha posto un numero il 34. Lui è realmente invincibile, lui ha il potere e lo sta usando, ma i suoi compagni di legione arrancano tra le impervie difficolà dei monti di Detroit. I suoi detrattori dicono che il suo tallone è rimasto nei Mc Donalds di mezza america e che se si fosse presentato alla battaglia senza questa pecca, le cose sarebbero andate diversamente.
Poco male dicono i suoi compagni, Achille ha depositato 16 sfere su 21 nella rete e ne ha strapate da soto il cerchio della gloria ben 20. Lo stato attuale delle cose è quasi ironico. Ci troviamo di fronte ad una finale che se fosse a punteggio invertito sarebbe decisamente noiosa, proprio come quella dello scorso anno ma, che in questa stagione prende una connotazione diversa perchè tutti aspettano con impazienza la possibile ma non ancora certa disfatta degli eroi, da parte di quella che molti consideravano l'armata BrancaLeone.
Tutti attendono la caduta del regno dell'ovest che non ha certo intenzione di cedere le sue terre e il suo dominio ma che questa volta non porterà lattacco finale, dovrà invece resistervi. A questo punto bisogna solo ed esclusivamente attendere l'epilogo: i rossoblù potranno ribaltare il destino che li aveva voluti come vittima sacrificale o di nuovo gli eroi perduti, come già accaduto anche se con difficoltà minori, ma mai all'ultima battaglia, troveranno nella loro unione la forza per ritrovarsi e per riprendersi la gloria tanto attesa e ricercata.
I dolori fisici e gli strascichi da guarire sono molti e forsealcuni dovranno reindossare i guanti e riprendersi da un torpore troppo a lungo assecondato, forse anche parlando di meno. Achille sta chiamando a raccolta gli altri e tutti pensano che solo lui e il nuovo re, il famoso erede, ritirando fuori la spada magica, possano portare a compimento ciò che avevano iniziato mesi addietro.
Tutto è ancora possibile, in fondo stiamo parlando di leggende.