Per Walton una serata in grande spolvere grazie alle sue doti di passatore
Detroit Pistons 91 @ Los Angeles Lakers 99
"Nella seconda partita avremo tutta la pressione sulle nostre spalle."
Shaquille O'Neal, capitano sconfitto degli strafavoriti Lakers, aveva chiuso con questo commento la conferenza stampa del post gara 1 delle NBA Finals, dopo che la difesa dei Pistons gli aveva permesso di dominare ma aveva tarpato letteralmente le ali al resto dei suoi compagni che non indossassero una canotta numero 8.
Non ci voleva davvero molto per essere d'accordo con il centro angelino.
Dopo che Los Angeles aveva perso per la prima volta nei play-off il predominio sulle assi dello Staples Center, la pressione per gara 2 è infatti salita alle stelle.
Commenti, battute o semplici critiche devono avere inondato le orecchie dei diretti interessati, ma alla palla due della scorsa notte Phil Jackson non se ne è dato per inteso.
Dopo aver rimediato una batosta da quello che per forza di cose deve essere considerato il guru degli allenatori NBA d'oggi (Hubie Brown escluso), il coach zen ha inizialmente ributtato nella mischia gli stessi uomini ed è stato a vedere il risultato.
Dall'altra parte, la soddisfazione appariva palese. Ma non è certo nello stile di Detroit lasciarsi andare a smaccati atteggiamenti di superiorità , perciò è stata solo lucida concentrazione quella che si è letta negli sguardi dei protagonisti nel pre-gara.
Il film della partita è stato davvero interessante.
Il pallino del gioco, se così si può dire, è stato da subito nelle mani dei padroni di casa.
Senza forzare ma senza neppure dare la sensazione di riuscire ad operare uno strappo decisivo, per due quarti abbondanti i Lakers hanno tenuto la testa davanti, grazie soprattutto ai soliti due noti componenti di combo e ad un attacco avversario che ha "consentito" di chiudere sotto di 8 all'intervallo (36 a 44) arrivando a quota - 11 durante il terzo quarto.
A questo punto però, nuvole oscure si sono materializzate sui Lakers.
La squadra che normalmente dominava la terza frazione ha cominciato a subire il gioco sotto le plance degli avversari, complici i problemi di falli di Shaq e una distorsione subita dal Postino e questo ha permesso a coach Brown di aprire la scatola facendo arrivare tiri giusti per Rip Hamilton, che con 16 punti nel quarto ha riportato i suoi sul - 2 (30 a 24 il parziale in favore di Detroit!).
Nell'ultimo quarto i cardiopatici sono stati invitati a lasciare il palazzetto.
Il livello del gioco è infatti salito di intensità e la maggiore carica dei Pistons ha permesso loro di scappare sul + 5 ad un minuto dal termine della gara con la seria prospettiva di tornare nella Motown con due vittorie in terra californiana.
A questo punto però Kobe Bryant si è messo in moto e dopo aver sbagliato 4 tiri da 3 di fila nel corso della sfida, a 2.1 secondi dalla sirena il pallone del pareggio è arrivato nelle sue mani.
Esito?
Finta su Hamilton e canestro del pareggio a quota 89: overtime.
Un overtime nel quale l'entusiasmo della squadra in rimonta è stato evidente ed il mattatore alla fine è risultato ancora Bryant che con un paio di numeri ad effetto e un assist per la schiacciata di O'Neal ha permesso di chiudere non senza patemi d'animo la gara sul 99 a 91.
Alla fine di una gara del genere l'MVP è l'uomo che la risolve al di là del reale andamento.
Kobe Bryant in quest'occasione ha mostrato il killer instinct che gli era mancato 48 ore prima. Alla fine le sue statistiche hanno detto 33 punti, con 7 rimbalzi ma ancora 5 palle perse e 1 su 5 da tre: la differenza è arrivata dal momento nel quale sono state fatte le cose giuste.
Accanto alla guardia numero 8, eroe della gara è risultato inaspettatamente Luke Walton. Inserito da coach Jackson per razionalizzare il gioco grazie alle sue doti di passatore e tamponare l'infortunio occorso a Malone, il figlio del grande Bill non ha tradito le attese e come era già successo qualche volta in stagione, ha portato a casa una prestazione tutta sostanza con 7 punti, 5 rimbalzi, 8 assist (quelli che non ha dato Payton, anche ieri sera al limite dello sconcertante) 2 stoppate e nessuna palla persa.
Per il resto, il già citato Shaq ha convissuto con i problemi di falli segnando 29 punti con 7 rimbalzi, mentre Malone e Fisher hanno riscattato parzialmente gara 1. Il primo con una partita da 9 punti e altrettanti rimbalzi (nonostante per lui le notizie siano di una distorsione simile a quella riportata in stagione regolare) il secondo con 2 bombe venendo dalla panchina e un mulinare le gambe continuo in difesa.
Dall'altra parte il giudizio non può che essere condizionato.
Se la partita fosse finita 5 secondi prima, si parlerebbe di squadra compatta e di un esito ribadito rispetto a gara1.
Billups e Hamilton in una sera hanno messo insieme numeri importanti (il primo 27 punti e 9 assist, il secondo 26 con 8 rimbalzi) anche se condizionati da 8 palle perse; mentre il reparto lunghi ha visto in evidenza un maestoso Ben Wallace, autore di una gara 12 punti e 14 rimbalzi.
A conti fatti la sconfitta dei Pistons pesa un po' di più sulle spalle della panchina rosso blù, questa volta incapace di dare un contributo all'altezza degli avversari e su Rasheed Wallace, che nonostante i problemi di falli di Shaq si è limitato in attacco a 11 punti con 5 su 14 al tiro e 7 rimbalzi.
Ma come già detto queste valutazioni devono per forza di cose condizionarsi ad una prodezza firma Kobe. L'autore del tiro decisivo la vede così:"Richard mi ha messo pressione, sentivo che avrebbe cercato di impedirmi quel tiro perché sapeva che l'avrei provato. Ho semplicemente cercato di prendere i miei tiri."
Dall'altra parte è Billups ad analizzare il risultato: "Li abbiamo messi alle corde. Non ci sono scuse o giustificazioni. Li abbiamo spinti alle corde e ne sono usciti."
Infine una nota di Shaq sulla gara di Walton:"E' fantastico come mi serve il pallone. Compagni che sono con me da 4, 5, 6 anni non passano come lui. Mi ha cercato almeno 6 volte stasera."
A questo punto la serie passa a Detroit.
Per il ventesimo anni di fila si gioca con la formula di finale 2 - 3 - 2 e nessuna squadra è riuscita a vincere 3 gare in fila sul proprio terreno.
I Lakers devono aggrapparsi a questo e alzare il volume del proprio gioco ma contro questi Pistons potrebbe comunque non essere sufficiente.
Vantaggio pari e fattore campo ai Pistons.
Alla prossima"