Dopo 15 anni riecco i Bad Boys contro lo Show Time… le emozioni saranno le stesse?
Sono passati sette mesi dall'inizio di questa ennesima stagione e alla fine ci siamo.
Domenica 6 giugno, il pomeriggio di Los Angeles vedrà il traffico in prossimità dello Staples Center ingrossarsi come un onda e il pubblico della California, così come quello dell'intera nazione collegato alle frequenze della ABC, potrà salutare l'inizio delle NBA Finals.
Attori della sfida, già conosciuti da chi ha seguito i play-off conclusi appena poche ore fa, due squadre il cui nome accomunato evoca nella memoria gli echi di sfide vecchie ormai 3 lustri: i Detroit Pistons, gli eredi dei Bad Boys e i Los Angeles Lakers, gli eredi dello Show Time.
Soltanto questo basterebbe per attrarre davanti ad un video qualche spettatore in più rispetto alle nobilissime, ma non proprio cariche di appeal, finali di 12 mesi fa.
La sfida fra Pistons e Lakers infatti è qualcosa di molto sentito a livello sociale negli USA. Senza mezzi termini e senza paura di cadere nella pura retorica, si tratta della sfida fra due culture sportive, due modi di intendere il basket, due stili di vita, da sempre agli antipodi.
Ma questo è solo il lato più sociale della medaglia.
Importante. Importantissimo. Ma quello che giustamente affascina di più è il alto tecnico della sfida prossima ventura.
In una grande sfida di tennis, si dice che il confronto di stili rende una partita emozionante.
Nulla di più vero. E proprio in questo stanno riposte le speranze degli uomini ABC. Riuscirà la grinta, la motivazione, la difesa e il genio di un grande vecchio del gioco accampati all'angolo di Detroit a sormontare il pronostico che vede quattro All Star, l'allenatore più vincente degli ultimi 30 anni e il favore del campo, quali elementi imprescindibili per arrivare alla conquista di un anello?
In sostanza la domanda è una sola: avrà ragione ancora una volta Pat Riley? Cosa centra Riley? C'entra.
Sì perché l'ex allenatore proprio dei Lakers anni '80, ribattezzato dalla mia mamma un sabato pomeriggio “…un avvocato un po' mafioso”, coniò ai tempi una frase che sembra calzare ancora oggi a pennello per questa finale: l'attacco porta il pubblico allo stadio, la difesa vince le partite!
E allora ecco che il sovracitato, protagonista della disfida di 15 anni fa, torna eccome di attualità , sintetizzando e forse banalizzando il concetto che vede la difesa e la fisicità quasi mostruose dei Pistons di oggi come unico rimedio al debordante talento generale presente nello spogliatoio giallo viola.
Analizziamo ruolo per ruolo la sfida che ci attende:
Playmaker
Il confronto nel ruolo di play, o di point-guard, se vogliamo essere più attuali, vedrà principalmente avversari Chancey Billups e Gary Payton.
Fino all'inizio della post season, questa sfida non avrebbe avuto storia. Payton ha rappresentato per tutto l'anno il tallone d'achille del progetto Fab four, Billups è da due anni l'anima orgogliosa, il guizzo di genio nella macchina difensiva dei Pistons.
Le ultime serie però, hanno visto le azioni di un Payton finalmente coinvolto e interessato alle vicende cestistiche, in netto rialzo, mentre Billups pur avendo portato triple come sempre importanti anche contro i Pacers, non è stato immune da critiche.
Ad oggi però è ancora quest'ultimo il più pericoloso dei due atleti. Il vecchio The Glove dovrà lavorare parecchio per non farsi maltrattare.
Vantaggio: Pistons
Guardia
Se qualcuno conosce ad oggi un giocatore che possa battere in un confronto diretto l'attuale Kobe Bryant è pregato di farcelo sapere.
Al momento, Kobe nel suo ruolo è quanto di più devastante, prezioso e crudele esista su di un parquet e difficilmente i suoi standard caleranno in queste finali, viste dall'interessato come un momento di rivalsa verso mezzo mondo.
Eppure, dall'altra parte si troverà un avversario come Rip Hamilton, assolutamente non un difensore come avrebbe potuto essere Artest, come è stato Bowen, ma un giocatore letteralmente indiavolato, il vero ed unico dispensatore di punti per i suoi nei momenti fondamentali. Basterà ? Il dubbio esiste.
Vantaggio: Lakers
Ala Piccola
In questi play-off Devean George si è tolto non pochi sassolini dalle scarpe. Ha dato energia e punti pesanti quando ve ne è stato bisogno, ma in queste finali se la dovrà vedere non con uno, ma con tre avversari differenti.
La rotazione geometrica messa in campo da coach Brown, potrà contare infatti sull'apporto alternato di Tayshawn Prince che nonostante qualche calo di tensione è un atleta molto più forte di quello che stupì la lega nei play-off 2003 (per referenze chiedere a Miller); di Corliss Williamson, un giocatore di enorme generosità , ben inserito nel sistema e capace di dare un apporto a rimbalzo degno di tante ali grandi; e di Rasheed Wallace, che visto l'odio puro che nutre per i giallo viola, saprà dare apporto anche in questa sua terza espressione di gioco…fosse per lui contro i Lakers farebbe anche il play…
Vantaggio: Pistons
Ala Grande
Di Rasheed Wallace abbiamo appena detto. In una formazione tipo, questo è il suo ruolo naturale. Quattro anni fa, diede lezioni di pallacanestro per troppo pochi minuti alla versione migliore di O'Neal e quest'anno si è liberato del deleterio (per lui) ambiente di Portland per venire alla corte di coach Brown e vincere qualche cosa.
Trovarsi davanti i Lakers è in parti uguali sogno e incubo, ma che lui darà il 110% è scontato. Si troverà contro un ragazzino di 40 anni affamato almeno quanto lui. Se andiamo a guardare la lista dei giocatori limitati o fermati da Karl Malone in questa corsa alle finali c'è da rabbrividire: Yao Ming, Tim Duncan, Kevin Garnett.
L'anello inseguito per anni al fianco di Stockton è a portata di mano e il contributo del postino sarà determinante per i Lakers quando ci sarà da muovere la palla e arginare la fisicità degli avversari.
Vantaggio: pari
Centro
Lo spot numero 5 dei roster è forse quello che riserva la sfida più affascinante. Da una parte Shaquille O'Neal, quest'anno MVP dell'All Star Game, il giocatore che tutti amano o che tutti amano odiare al pari della sua metà di combo. Sulla carta un giocatore non fermabile o limitabile.
Sulla carta. Perché i Pistons potranno mettere contro di lui, Ben Wallace, il fisico più incredibile che si muove nella NBA, un giocatore che non si può non rispettare e che aspetta queste finali come il banco di prova ideale per misurarsi.
Per limitare Shaq le proverà tutte, specie con la collaborazione dell'altro Wallace e probabilmente fino a quando la gara resterà incerta il suo apporto sarà determinante.
Vantaggio: Lakers
Panchine
Anche in questo caso, sulla carta ci dovrebbe essere poca storia.
La panchina dei Pistons, mossa come una scacchiera dall'allenatore Larry Brown, potrebbe apparire qualitativamente troppo superiore a quella dei Lakers.
In questi play-off però, ancora una volta gli eventi hanno spesso convinto atleti dall'unico destino di rincalzi a divenire appunto, uomini del destino, termine tanto amato dalla stampa USA.
Così prima Fisher, poi Rush, hanno messo la propria impronta sulle vittorie fin qui riportate dalla propria squadra, andando spesso oltre i limiti accreditati loro dai pronostici. Molto conterà anche l'approccio e la rotazione che sceglierà di usare Phil Jackson, che si troverà per la seconda volta, dopo le finali 2001, opposto a Brown.
In attese di smentite comunque è ancora la panchina sulla quale siedono Okur, Ham, Hunter e sulla quale fa polvere Darko Milicic ad essere favorita.
Vantaggio: Pistons
Questo è il quadro.
Per ripetere il programma vincerà l'attacco dei Lakers o la difesa dei Pistons? E ancora saprà attaccare meglio Detroit o difendere meglio Los Angeles?
Quali punti di forza prevarranno? Quali saranno le pecche maggiori nell' impianto di gioco della squadra perdente?
Tante domande che non resteranno senza risposta per molto.
L'appuntamento è per domenica.
Buone NBA Finals!
Alla prossima…