Richard Hamilton ed i suoi Detroit Pistons sfideranno i Los Angeles Lakers per il titolo
Dopo la vittoria dei Los Angeles Lakers nella finale della Western Conference anche dall'altra parte degli Stati Uniti è stata proclamata la squadra che andrà a giocarsi il titolo nelle NBA Finals.
Con il vantaggio del campo riconquistato in Gara-5 i Detroit Pistons avevano la possibilità di chiudere la combattuta serie contro gli Indiana Pacers in casa ed evitare di tornare ad Indianapolis per Gara-7.
Il quintetto di partenza di Rick Carlisle offre subito nuovi spunti interessanti, con Al Harrington, solitamente sesto uomo di grande impatto, tra i titolari al fianco di un acciaccato Jermaine O'Neal comunque in campo.
Le non perfette condizioni di Jamaal Tinsley non impediscono al play newyorkese di scendere sul parquet dall'inizio, ma lo limiteranno molto nel corso della partita costringendo l'ex coach dei Pistons ad affidarsi per lunghi periodi alla regia del più ordinato ma sicuramente meno fantasioso Anthony Johnson.
La partenza dei Pacers è però fulminante: gli uomini di Carlisle sfruttano probabilmente la pressione che i Pistons avvertono per la grande possibilità che si presenta loro davanti al proprio caldissimo pubblico e sorprendono Ben Wallace e compagni.
Harrington non è un fattore né in attacco né soprattutto in difesa dove subisce la fisicità dei due Wallace; Tinsley lascia il campo “alla Cassell” dopo appena 3 minuti di gioco ed Anthony Johnson è chiamato a dirigere l'attacco di Indiana contro il muro di Detroit.
L'applicazione dell'ex play dei Nets e l'innesto sin dal primo periodo di un Austin Croshere formato Gara-4 consentono però ai Pacers di scappare anche a +14 dopo una sua schiacciata (23-9).
A questo punto però la difesa degli uomini di coach Larry Brown torna ad essere quel fattore dominante che è stato per tutta la serie ed Indiana non segna dal campo per oltre 7 minuti.
Comincia così la lenta ma inesorabile rimonta dei padroni di casa che con il solito Richard Hamilton (21 punti e due canestri decisivi nel finale, vero MVP della serie) ed un paio di tiri da tre punti di Chauncey Billups riecono ad agganciare i Pacers sul 57-57 nel quarto periodo.
Con Jeff Foster per lungo tempo seduto la front-line di Indiana si affida a Jermaine O'Neal ed a Ron Artest; ma se il primo si batte stoicamente anche da infortunato segnando 20 punti e catturando 10 rimbalzi, il secondo nonostante le cifre (11 punti e 10 rimbalzi) non si dimostra all'altezza della situazione, confermandosi la grande delusione per i Pacers di questa serie.
Proprio Artest, con il punteggio in perfetto equilibrio, è il protagonista in negativo della giocata che probabilmente decide partita e serie: Hamilton cerca di liberarsi dalla marcatura del miglior diensore dell'anno per prendere posizione, qualche contatto di troppo e Artest restituisce una gomitata alla guardia di Detroit per un inevitabile flagrant foul.
Hamilton viene soccorso in panchina ma rientra per realizzare i 2 liberi ed assistere alla schiacciata sul possesso aggiuntivo di Rasheed Wallace per il +4 Detroit (63-59).
Il tempo per recuperare ci sarebbe ma le percentuali dei Pacers sono al solito molto basse, e sia O'Neal che Johnson sbagliano i tiri del possibile pareggio.
La fotografia della partita e dell'intera serie è probabilmente la schiacciata sbagliata proprio da Ron Artest con meno di 1 minuto sul cronometro ed il successivo canestro di Tayshaun Prince per far calare il sipario sulla finale della Eastern Conference e riportare i Detroit Pistons alle NBA Finals dopo 14 anni.
Sicuramente il 69-65 finale ed in generale l'andamento della serie avranno fatto storcere il naso agli esteti del gioco, facendo rimpiangere le serie ai 120 tra Kings e Mavericks, ma questa finale è stata tra le più combattutte degli ultimi anni ed anche la sfida con i Lakers di Kobe e Shaq potrebbe rivelarsi la più equilirata della dinastia di Phil Jackson.
Per il momento complimenti a Los Angeles Lakers e Detroit Pistons.