La gioia di Malone copre Payton: i due si avvicinano al loro sogno
I Los Angeles tornano alle finali Nba, battendo i Minnesota Timberwolves 96-90 e chiudendo la serie sul 4-2. Minnesota chiude una stagione che l'ha definitivamente proiettata nella elitè della lega, grazie al primo posto al termine della regular season e a 68 vittorie in 100 partite.
Siamo stati abituati, sin dall'inizio della stagione a considerare Devean George il quinto, fra il poker di stelle. Per una sera il quinto è stato Kareem Rush, il giocatore che due anni fa, alla notizia che era stato scelto dai Raptors, se ne andò per il disappunto, e solo qualche ora dopo seppe di essere diventato un Laker.
Rush ha segnato 18 punti con 6-7 al tiro da tre ed è stato fondamentale: nel quarto periodo, con la partita in equilibrio ha segnato tre bombe fondamentali, sfruttando lo spazio lasciatogli da Minnesota. Stanislav Medvedenko gli ha dato una mano con 6 punti, 3-3 nell'ultima frazione.
I Lakers sono partiti subito forte. Una bomba dello stesso Rush, a 1' dalla fine del primo quarto, segna il 28-15 per gli uomini di Phil Jackson. Nel secondo quarto Minnesota decide che è il caso di provarci. Garnett segna da fuori contro la feroce marcatura di Malone. Bryant e Shaq hanno problemi di falli. Il primo tempo si chiude con i padroni di casa sul 48-46.
Nel terzo quarto O'Neal segna subito tre tiri consecutivi. Phil Saunders decide di sfidarlo dalla lunetta. Il centro si mantiene su un 50% scarso e addirittura commette il quinto fallo. Spree porta in vantaggio la sua squadra con un piazzato dalla media distanza. Siamo al 2', 52-50 per Garnett e compagni.
Minnesota prova addiruttra a scappare. Ma il massimo vantaggio rimane il 56-52 del minuto successivo. Nel quarto periodo la terza tripla di Rush, ha portato il punteggio sull'89-79 quando mancavano 3':24" al termine. I Lakers hanno controllato sino al termine
La chiave della partita: le 18 palle perse di Minnesota hanno fruttato 33 punti ai Lakers. Los Angeles ha invece sofferto ai tiri liberi con 17-36, 7-20 per il solo O'Neal. La panchina di Los Angeles ha "battuto" 30-20 i pariruolo dei T-Wolves. I Lakers entrano in finale e scoprono di essere una squadra.
E' finita con Karl Malone che, osservando la festa dei tifosi, ha esclamato: "sono venuto qui per questo." Nel frattempo Kareem Rush stava sollevando il trofeo destinato ai vincitori della Western Conference.
Nel dopo partita l'uomo del giorno è stato Rush: "Phil Jackson - ha detto il "secondo anno" - mi ha mandato in campo per contrastare il loro quintetto piccolo. Io so di poter fare canestro e so di dover sfruttare lo spazio che i campioni di questa squadra creano. Solo così diventiamo inarrestabili."
"E' un giocatore - lo ha omaggiato Bryant alla fine - che lavora sodo in allenamento ed è molto convinto dei suoi mezzi. Quando tira non lo fa perché deve. E' convinto di fare canestro."
In sala stampa O'Neal si è complimentato. Rush, al suo fianco, quasi non credeva ai suoi occhi. "Ha giocato la miglior partita - ha detto coach Jackson - ma noi sappiamo di poter contare su di lui."
"Abbiamo scelto di raddoppiare Bryant - ha commentato Flip Saunders - e di non concedere spazio a Shaq. Rush è stato bravo a punire le nostre scelte. Complimenti a lui ed ai Lakers."
"Quando perdi - ha detto Kevin Garnett, 22 punti e 17 rimbalzi - c'è la tendenza a distruggere tutto quello che hai fatto in un anno. In spogliatoio Spreewell ha parlato di come dobbiamo ripartire da queste basi e tornare più forti di prima."
Phil Jackson ha teso una mano agli sconfitti: "La serie sarebbe stata diversa - ha detto - con Cassell ed anche Hudson. Ora noi siamo sotto la grande pressione di vincere il quarto titolo in 5 anni. Una cosa unica."
Nel dopo partita è scoppiato il definitivo amore fra Shaq O'Neal e Karl Malone. In spogliatoio il postino ha abbracciato e baciato Shaq sulla "pelata". Qualche minuto dopo Shaq, 25 punti con 11 rimbalzi, ha detto: "Sono davvero soddisfatto perché sento di aver mantenuto la promessa che gli avevo fatto quest'estate. E sono davvero felice che lui abbia una possibilità che merita davvero."
"Non abbiamo ancora fatto niente - ha risposto Malone, 10 punti, 10 rimbalzi e 7 assist - perché dobbiamo vincere il campionato. E' stato un anno duro: il mio infortunio, la vicenda di Kobe. Ma siamo arrivati sino in fondo."
Si comincia domenica allo Staples Center contro Detroit oppure alla Conseco Filed House contro Indiana. Non è dettaglio da sottovalutare. Ma la finale NBA torna a Hollywood.