“Rip” contro Ron: ieri notte la sfida l'ha vinta Hamilton
Gara-5 è considerata in tutte le serie che si trovano sul 2-2 una partita fondamentale per l'esito finale della sfida, e l'incontro giocato ieri notte alla Conseco FieldHouse di Indianapolis tra Indiana Pacers e Detroit Pistons non ha fatto eccezione.
L'importanza della partita era doppia perché nella precedente sfida Rick Carlisle, allenatore dei Pacers, sembrava aver trovato la chiave per risolvere i problemi offensivi dei suoi, abbassando il quintetto ed inserendo un lungo atipico come Austin Croshere.
Visti gli ottimi risultati ottenuti in Gara-4 a Detroit e fedele alla calcistica legge “squadra che vince non si cambia”, Carlisle ripropone in Gara-5 lo stesso starting-five della partita precedente, con la front-line composta da Croshere-O'Neal-Artest.
L'inizio però non è dei più confortanti per i padroni di casa, che per i primi 12 minuti appaiono, nonostante il nuovo set offensivo, quelli delle prime partite della serie.
Le percentuali dal campo tornano molto basse e la mira da lontano degli specialisti come Reggie Miller e lo stesso Croshere è di quelle da serata-incubo: 0 su 5 il primo, 0 su 3 il secondo.
I Pistons invece sembrano aver dimenticato in fretta la lezione subita in Gara-4 e riprendono a difendere come avevano fatto nelle vittoriose partite precedenti.
L'area pitturata torna ad essere la “no-fly zone” che Ben Wallace domina a piacimento ed in generale tutta la front-line di Detroit ritrova lo smalto perso nell'ultima sconfitta.
Il parziale del primo periodo è significativo ma non certo definitivo, 25-17 Pistons, e nel secondo quarto i soliti black-out offensivi degli uomini di Larry Brown consentono ai Pacers di provare una lenta rimonta.
Il secondo quintetto agile di Carlisle, Fred Jones ed il solito Al Harrington su tutti, sovrasta in energia ed aggressività quello degli ospiti, con Corliss Williamson non all'altezza del suo abituale livello (1 su 7, 3 palle perse) e Lindsey Hunter poco aggressivo in difesa e non molto preciso al tiro.
Anche in questo caso non si può parlare di break importante, ma Indiana riesce comunque ad andare al riposo con uno svantaggio che appare più che recuperabile: 36-41.
L'inizio del terzo periodo appartiene però agli ospiti, anzi sarebbe più preciso dire a Rip Hamilton, che realizza i primi quattro tiri del quarto e chiude con un comodo lay-up il parziale che riporta i Pistons a +11.
Indiana subisce nettamente la fisicità degli avversari e Austin Croshere non riesce a ripetere la memorabile Gara-4 (chiuderà con 2 punti e 0 su 7 dal campo in 33 minuti).
Jermaine O'Neal non è al meglio fisicamente e si vede, Ron Artest dimostra che questa non è la sua serie neanche difensivamente, dove prova ad inseguire l'indemoniato Hamilton su tutti i blocchi senza riuscire però a contenere il gioco del mascherato avversario.
I movimenti senza palla di “Rip” sono uno spettacolo nello spettacolo e le sue conclusioni dopo i “riccioli” sui blocchi sono una sentenza, stasera più che mai.
I Pacers riescono ancora con l'aiuto della propria motivata panchina a ricucire parzialmente un gap che si era fatto pesante (da -16 a -11), ma nel quarto periodo i Pistons tornano ad affidarsi ai loro uomini simbolo e la luce per Indiana si spegne di nuovo.
La sfida tra le guardie è nettamente a favore degli ospiti, con Hamilton che chiude la serata con 33 punti (career-high nei playoff) e 8 su 8 ai liberi mentre il suo diretto avversario nonché grande modello Reggie Miller non riece ad essere un fattore come in Gara-1 (5 punti, 2 su 5).
Il resto lo fanno le stoppate dei lunghi di Detroit, 5 per Big Ben, 3 a testa per Tayshaun Prince e Rasheed Wallace, ed un paio di giocate in attacco dell'ex TrailBlazer, che segna 4 punti in meno di 100 secondi alimentando il decisivo 8-0 per i Pistons negli ultimi 5 minuti.
Gara-5 va quindi ai Detroit Pistons che vendicano così la bruciante sconfitta precedente con un risultato molto simile, 83-65, assicurandosi la possibilità di chiudere la serie in casa.
L'inerzia è tornata dalla parte di Detroit, che oltre ad aver riconquistato il vantaggio del campo ha anche demolito le convinzioni di Rick Carlisle, spazzando via il quintetto piccolo dei Pacers e vincendo in trasferta con solo due uomini in doppia cifra (Hamilton 33, Rasheed Wallace 22).
Si potrebbe pensare che le Finals siano già assicurate per la formazione del Michigan, ma un Elimination Game può riservare molte più sorprese di quante se ne possano immaginare.
Gara-6, che può essere dunque già decisiva, è in programma al Palace of Auburn Hills di Detroit martedì notte.