Francis sta diventando un problema per i Rockets
Tracciare un bilancio della stagione degli Houston Rockets è davvero un'impresa proibitiva perché non si sa se vedere nella franchigia texana un cantiere in piena lavorazione o un caos totale.
Propendere per la seconda ipotesi potrebbe essere a prima vista difficile visto che l'uomo al comando dei "Razzi" è nientemeno che Jeff Van Gundy forse il più grande maniaco del gioco fra gli attuali allenatori NBA, come possono testimoniare perfettamente i leggendari borsoni da viaggio che campeggiano sotto i suoi occhi dai tempi di New York, frutto delle mille notti insonni passate davanti al video a studiare ogni minimo dettaglio del gioco della propria squadra e degli avversari.
Dato certo è il record di 45-37 ottenuto in regular season che ha portato al settimo record della Western Conference e alla secca eliminazione nei playoff per opera dei Lakers (4-1); cifre che potrebbero suscitare sensazioni di buona prestazione accompagnate dalle solite filastrocche sulla forza della concorrenza e di chi ha eliminato Houston dalla post season.
Dato il potenziale degli uomini guida, sarebbe legittimo aspettarsi un bilancio ben più soddisfacente visto che, con l'arrivo di Van Gundy, Tomjanovich non può più fare da capro espiatorio com'era avvenuto fin dal ritiro di Olajuwon, vera cartina al tornasole delle mille lacune dello staff tecnico dell'epoca. L'idea della dirigenza di porre il valoroso Capitan Van Gundy alla guida di una nave che stava andando alla deriva è senz'altro da lodare, ma guardando i risultati, qualificazione ai playoff compresa, non si può certo esultare più di tanto.
La squadra lungo l'arco della stagione si è rivelata piena zeppa di incognite e limiti tecnici ai quali Van Gundy non è sicuramente riuscito a porre rimedio. Il caso sicuramente più scottante è l'ormai difficile coesistenza fra Steve Francis e Yao Ming: il regista da Maryland ha prodotto sicuramente la sua peggior stagione da pro dimostrando di soffrire e non poco la perdita di leadership e attenzioni generali a vantaggio del cinese.
Il rendimento di Francis è calato paurosamente in tutte le voci statistiche: rispetto allo scorso anno le uniche cifre aumentate sono quelle riguardanti i falli e le palle perse a partita classifica che vede Francis al secondo posto assoluto. Per il resto saltano agli occhi i 5 punti in meno prodotti di media e l'incapacità di confermarsi il leader carismatico della squadra che era stato negli anni scorsi.
Yao invece ha continuato a progredire diventando il miglior realizzatore (17,5) e rimbalzista (9) della squadra e confermando le impressioni di chi lo vede come il giocatore più dominante della Lega nel prossimo decennio. Il cinese ha mostrato grossi miglioramenti dal punto di vista tecnico mettendo in mostra grande efficacia in difesa e più costanza in attacco dove non è parso minimamente intimorito dalle maggiori responsabilità dategli dallo staff tecnico.
Chiaramente viste le incredibili doti fisiche e tecniche Yao dovrà ancora migliorare soprattutto a rimbalzo dove 9 carambole a partita sembrano pochine per un giocatore della sua stazza ma i season high di 41 punti e 20 rimbalzi fanno ben sperare.
Coach Van Gundy si è quindi trovato fra due fuochi, dovendo decidere se lasciare carta bianca a Francis rallentando la prepotente ascesa di Yao Ming o imbrigliare il suo play facendo del centro il pilastro della squadra. Il risultato è stato un caos organizzato nel senso che l'unico atteggiamento tattico di Houston è parso più volte quello di produrre isolamenti in quantità industriale per le due star.
Il risultato che ne è conseguito può dirsi tutto sommato decente, visto il raggiungimento dei playoff, ma il mancato scontro definitivo fra le due stelle della squadra è frutto della natura caratteriale diametralmente opposta dei duellanti, visto che il cinese non pretende mai nulla e non sa ancora imporsi di prepotenza cosa che invece riesce benissimo a Stevie Franchise.
Van Gundy comunque sa benissimo che questa situazione non può durare a lungo e che molto probabilmente sarà necessario risolvere il problema alla radice, forse con la partenza di uno dei due che ovviamente sarà Francis.
Il roster dei Rockets rimane abbastanza valido e avrebbe bisogno di un lungo più incisivo a rimbalzo al fianco di Yao ruolo, rimasto scoperto dopo la drammatica dipartita di Eddie Griffin, che è stato coperto da un comitato formato da Cato, Mo Taylor e Weatherspoon ma non con risultati entusiasmanti specie a rimbalzo dove è stato chiamato a dare una mano addirittura Charles Oakley.
Il backcourt ha visto come partenti assieme a Francis, Cuttino Mobley e Jimmy Jackson; il primo è stato come al solito il terzo polo della squadra ma rimane un giocatore fisicamente inferiore alle grandi guardie della lega e forse troppo legato al suo tiro dalla distanza, mentre il secondo sarebbe forse molto più utile come sesto/settimo uomo come ai tempi di Sacramento.
Il playmaker di riserva, dopo la partenza del fantasioso Moochie Norris, è stato il veterano Mark Jackson, probabilmente al suo ultimo anno, mentre a dare pericolosità dal perimetro doveva essere Eric Piatkowsky che, però non ha prodotto quasi nulla. Prestazioni confortanti, soprattutto nei playoff, sono venute da Bostjan Nachbar, ragazzo sul quale era stata già posta l'etichetta di oggetto misterioso, ma sul quale d'ora in poi si dovrà puntare maggiormente.
In futuro quindi Van Gundy dovrà cercare di fare chiarezza all'interno dello spogliatoio dando alla squadra un'identità ben precisa, mentre il roster dovrà essere notevolmente arricchito di riserve in grado di incidere ma anche a livello di quintetto base sono attese novità anche grosse, ma quando si parte da Yao Ming tutto diventa molto più facile"