Rasheed Wallace-Jermaine O'Neal: sfida stellare
Questa notte alla Conseco Field House di Indianapolis comincia anche la finale di Eastern Conference tra i padroni di casa, gli Indiana Pacers, e la squadra allenata dal futuro coach di Team USA Larry Brown, i Detroit Pistons.
Sicuramente è la finale più attesa perché i New Jersey Nets, campioni nelle ultime due stagioni, non apparivano brillanti come in passato e la loro egemonia ad Est sembrava destinata a finire.
Ed è finita proprio contro i Detroit Pistons, molto diversi rispetto all'anno passato, con un nuovo allenatore con molta esperienza playoff ed un acquisto in front-line che avrebbe fatto la differenza anche ad Ovest: Rasheed Wallace.
L'innesto per il momento perfettamente riuscito dell'ex Tar-Heel nel meccanismo già rodato di Detroit ha permesso alla squadra del Michigan di fare quel salto di qualità che nel 2003 non gli aveva permesso di battere gli imprendibili Nets di Jason Kidd.
Quest'anno però, grazie anche ad una condizione fisica tutt'altro che ottimale del playmaker ed indiscusso trascinatore di New Jersey, la serie ha avuto un esito diverso, con i Pistons che hanno rimontato da una situazione di 2-3 vincendo Gara-6 alle Meadowlands e sfruttato il fattore campo in Gara-7 ad Auburn Hills.
Larry Brown torna quindi in finale di Conference dopo 3 anni, quando raggiunse poi le NBA Finals con i Philadelphia 76Sixers di Allen Iverson, e può contare su una squadra più mai completa e motivata.
Una batteria di lunghi che ad Est non può vantare nessuno, dotata di potenza ed energia difensiva, Ben Wallace, e di talento e versatilità in attacco, Rasheed Wallace.
Il reparto dietro è di sicuro affidamento, con un playmaker realizzatore come Chauncey Billups e due giocatori di grande intelligenza e disciplina tattica come Richard Hamilton e Tayshaun Prince.
Anche la panchina offre a Brown molte alternative, a partire da Mehmet Okur passando per Corliss Williamson per finire con guardie come Lindsey Hunter e Mike James.
Detroit sembra avere le carte in regola per approdare in finale, ma in questa serie dovrà fare i conti con la miglior formazione, regular season alla mano, della stagione: gli Indiana Pacers.
La squadra costruita dal GM Larry Bird è molto giovane ma ha già dimostrato di poter vincere e di riuscire a competere con continuità ai vertici della lega.
Allenati dall'ex coach proprio dei Pistons Rick Carlisle (e questo sarà un tema in più della serie), i Pacers hanno iniziato i playoff con la testa di serie numero uno, che hanno onorato in pieno demolendo nel primo turno gli impotenti Boston Celtics.
In semifinale però si sono dovuti confrontare con gli emergenti Miami Heat che hanno causato a Carlisle parecchi grattacapi soprattutto grazie alla loro travolgente intensità nelle gare casalinghe.
Grazie alla solidità difensiva ed alla interminabile panchina di cui possono disporre i Pacers sono riusciti ad aggiudicarsi la serie senza passare per l'incognita Gara-7 e sono approdati ad una finale di Conference che mancava loro dal 2000, anno in cui poi andarono a sfidare i Lakers per il titolo.
I precedenti in stagione vedono Indiana in vantaggio 3-1 ma la sensazione è che questa serie, attesa da entrambe le squadre sin dall'inizio dei playoff, sarà molto lunga ed equilibrata.
Si possono infatti paragonare le due formazioni sotto diversi punti vista, a partire dalla componente fisica del loro gioco.
Ad Est infatti nessuno è mai riuscito a contrastare la forza non solo sotto canestro dei due team e le sfide combattute con le corazzate dell'Ovest ne sono una dimostrazione.
Entrambe le squadre puntano molto sulla propria difesa, potendo annoverare i vincitori del titolo di Miglior Difensore dell'Anno delle ultime 3 stagioni, Ben Wallace da una parte e Ron Artest dall'altra.
Infine sia Pacers che Pistons possono contare sull'apporto di una panchina molto profonda, che ha offerto spesso a due allenatori molto preparati quali l'esperto Brown e l'emergente Carlisle opzioni importanti per rovesciare le partite.
Anche i duelli individuali si annunciano molto interssanti, a partire dalla sfida da All-Star tra due delle ali forti più talentuose della NBA: Jermaine O'Neal e Rasheed Wallace.
Entrambi con un passato burrascoso ai Portland Trail Blazers i due saranno probabilmente l'attrazione principale della sfida, con Wallace che cercherà di portare O'Neal il più possibile lontano da canestro e O'Neal che invece proverà a far valere la sua maggiore attidudine, soprattutto mentale, sotto canestro.
Interessante sarà anche scoprire chi sarà considerato da Carlisle l'attaccante più pericoloso di Detroit, decisione che determinerà l'uso che il coach dei Pacers farà di Ron Artest nella fase difensiva: sulle piste di Rip Hamilton, miglior esponente di quel gioco dalla linea del tiro da tre a quella di tiro libero (il cosiddetto “in-between game) un po' scomparso di recente, oppure se a contrastare la prestanza fisica di Chauncey Billups, spesso troppo alto e possente per essere marcato da un play nelle situazioni di post.
Fondamentale, come in tutte le serie di finale, sarà anche l'impatto dei giocatori che usciranno dalla panchina perché il risultato della serie ed il suo equilibrio potrebbero dipendere proprio dalla sfida più o meno diretta tra Jonathan Bender, Al Harrington, Fred Jones ed Austin Croshere da una parte e quelli che ai tempi di Carlisle a Detroit erano gli “Alternatorz” dall'altra: Mehmet Okur, Corliss Williamson e Lindsey Hunter.
Adesso la parola spetta al campo, e come recita molto sportivamente il sito ufficiale dei Pacers: “May the Best Team Win”.