Kidd, qui impotente nei confronti di Billups, e la sua serata da incubo: 0 punti e Nets eliminati!
Il regno dei New Jersey Nets, padroni incontrastati della Eastern Conference nelle ultime 3 stagioni, si è dissolto ieri sera tra le mura del Palace di Auburn Hills, al termine di un incontro che non ha mai avuto storia. Vittoria netta dei padroni di casa i quali, utilizzando la loro arma migliore, una difesa che non ha concesso nulla all'avversario, sono riusciti ad avere la meglio su di una squadra incapace di reagire.
Jason Kidd, il cui rendimento nei playoffs è stato inferiore alle attese, per la prima volta dopo 10 anni di carriera ha chiuso a quota zero punti una gara di postseason e proprio la pessima prova del numero 5 ha messo in luce tutta l'inconsistenza di New Jersey, con i giocatori che hanno girato a vuoto sul parquet nella partita più importante della stagione, lasciando strada ad un team che soltanto un anno fa si era dovuto inchinare 4 volte su 4 davanti a Martin compagni.
Una giocata durante il terzo quarto riassume alla perfezione quanto accaduto in campo tra i due contendenti: Mike James andava per il lay-up ma sbagliava, gli ospiti immobili a guardare il pallone e Ben Wallace (autore di 18 punti con un ottimo 8 su 10 dal campo, più 8 rimbalzi), dopo aver catturato l'arancia con gli avversari ancora a chiedersi cosa fosse successo, schiacciava violentemente la stessa nel canestro (+24 il vantaggio), per il delirio di un pubblico già gasato a sufficienza dall'andamento della partita; a seguire gli altoparlanti diffondevano i rintocchi del Big Ben e per gli ospiti era davvero la fine.
La caduta dei vice campioni del mondo avveniva rapidamente, con la stessa velocità degli stessi contropiedi di Kidd e soci, marchio di fabbrica di un gruppo mai così in balia dell'avversario e da ieri fuori dai giochi che contano.
Che non fosse la serata di New Jersey lo si era del resto capito fin dall'inizio: Ben Wallace infilava due jumpers nei primi minuti neanche fosse Jordan mentre Kidd e Jefferson (17 alla fine) sparavano due air-ball da brividi.
A proposito di Jasone e del suo attuale stato d'animo, ecco le dichiarazioni di un raggiante Joe Dumars: "So che per lui ora sarà dura ma come loro ci dissero l'anno scorso quando a star male era Chauncey (22 punti + 7 assists), anche questo fa parte dell'NBA e bisogna andare avanti".
Da parte sua, il play dei Nets commenta così la propria prestazione: "Pensavo che i miei fossero buoni tiri ma la palla non ne voleva sapere di entrare. Non ci sono scuse".
Chi non sta nella pelle per la gioia è il numero 3 in maglia bianca, nell'occasione decisivo anche in fase offensiva: "Sapevo che era nelle nostre possibilità - dice Big Ben - ma se mi aveste desto che li avremmo spazzati via vi avrei risposto che eravate dei pazzi!".
Infine, una consideraziine doverosa. Si parla quasi sempre di chi scende in campo ma il grande artefice del fenomeno Pistons è a mio avviso coach Brown, arrivato nella Motown al posto di Carlisle, guarda caso allenatore di quei Pacers che se la giocheranno con Detroit per un posto in Finale, e capace di creare un gruppo affiatato privo di una superstella ma ricco di giovani promettenti e con tanta voglia di fare bene.
E adesso Indiana, vero Larry? "Non ne voglio parlare - risponde ridendo il 63 anni allenatore dei nuovi Bad Boys - godiamoci questo successo".
Già , un successo da non dimenticare e, secondo alcuni columnists del mondo Pistons, Carlisle farebbe meglio a non far vedere ai suoi neanche un secondo di Gara 7, già ribattezzata Detroit Demolition!
Stay tuned!