Big Ben, ancora una gara da dominatore!
"We're going back to the D - urlava il panchinaro Mike James (5 punti, 3 rimbalzi, 3 assists e 1 palla rubata ) al pubblico di casa - we're going back to the D!".
La D sta ovviamente per Detroit e, a essere sinceri, pochi nella Motown credevano al miracolo che invece si è puntualmente avverato.
"E' un sollievo ma la tensione rimane alta - le parole di uno stravolto Joe Dumars - questa era una gara ad eliminazione ma anche quella di giovedì lo sarà .La pressione sarà identica".
E' stata una vittoria in classico stile Pistons: pochi punti, da una parte e dall'altra e una difesa, quella di Big Ben e compagni, aggressiva al punto giusto, in grado di togliere fiato all'avversario.
Dunque tutto è rimandato a Gara 7, in programma giovedì 20 al Palace di Auburn Hills e c'è da giurare che l'arena sarà una bolgia.
Sabato, alla vigilia della partita che avrebbe dovuto portare New Jersey in paradiso e Detroit all'inferno, fu chiesto a Richard Jefferson se pensava ad un eventuale ritorno nel Michigan per giocare la sfida decisiva. La sua risposta fu chiara: "Dopo ciò che abbiamo fatto? No guarda, se succedesse ci dovrebbero arrestare, lì non ci voglio tornare e basta!". L'ipotesi meno probabile è diventata realtà e non solo Jefferson , ma tutti i Nets dovranno ancora una volta fare tappa nella Motown.
Domenica è stato Richard Hamilton l'uomo in più dei Pistons (24 per l'ex Wizard), con un tiro a 15,5 secondi dalla sirena che regalava il + 4 agli ospiti, una perla messa nel canestro dopo una finta ai danni di Kidd (solo 11 con 4 su 11 dal campo). New Jersey riusciva a rispondere con Martin (19 per Kenyon) ma Billups, con 8,8 secondi sul cronometro, riportava a distanza di sicurezza i suoi.
Ancora Jefferson (23+7+5) sull'incontro: "Siamo arrabbiati, ma loro erano forse demoralizzati dopo aver perso gara 6? Lo eravamo noi dopo lo 0-2 iniziale? No, vai avanti, non puoi permetterti di essere fragile a livello mentale!".
"Tutti avevano pronosticato una gara 7 per questa sfida - dice Jasone - adesso ci siamo e a vincere sarà il team migliore. Dobbiamo trovare il modo per imporci a Detroit e non sarà una passeggiata".
Tatticamente parlando la partita è stata preparata con cura da Brown il quale ha schierato per i primi tre quarti un quintetto di lunghi, affidandosi alle lunghe braccia di Big Ben, Sheed e Okur (5 punti+6 rimbalzi+2 stoppate) mentre per il quarto periodo si è affidato a tre guardie, togliendo centimetri ma guadagnando in rapidità d'azione. I Nets, nonostante un ottimo avvio (parziale di 13-2), facevano fatica a mettere l'arancia nel canestro per quasi tutti i 48 minuti, tirando con una percentuale dal campo inferiore al 40%.
La difesa dei ragazzi di Brown è stata impeccabile e le prestazioni di Ben Wallace ormai non fanno quasi più notizia (20 rimbalzi per il guerriero in maglia blu).
"Si, stiamo bene ma il nostro lavoro non è finito. Abbiamo lavorato per tutta la stagione con l'obiettivo di ottenere il vantaggio del campo, proprio in funzione di una situazione come quella in cui ci troviamo ora". Le parole sono di Big Ben e il significato è chiaro: il gruppo non vuole fermarsi ma completare l'opera interrompendo il regno dei Nets.
Vincere fa sempre bene e lo stesso Rasheed Wallace, pur non in perfette condizioni fisiche per via del già noto infortunio al piede sinistro, sembrava camminare a due metri da terra al termine della gara, tanta era la felicità per un risultato che darà morale in vista di giovedì.
Gia, giovedì una di queste due splendide contendenti dovrà abbandonare la scena e lasciare strada ad una squadra che comunque vada, potrà dire tranquillamente la sua nella Finale di Conference.
Ma sto correndo troppo, c'è ancora una Game Seven da giocare!
Stay tuned!