Kidd è tornato: triple – double per Jasone e Pistons ko.
Fino a ieri Jason Kidd era passato sulle prime tre gare della serie come un flebile vento primaverile su di un campo di granturco, ovvero senza lasciare il segno; di lui ci si ricordava per le pessime percentuali al tiro e per la poca assistenza (leggi assists) verso i compagni. Una presenza sul parquet se non impalpabile quanto meno non all'altezza della fama e del talento di quello che da tutti viene considerato il miglior play della Lega.
Fino a ieri.
Uscito dal torpore che l'aveva fin qui attanagliato, Jasone ha ricominciato a dispensare delizie a ripetizione, conducendo la squadra ad un'importantissima vittoria e adesso la serie ritorna in perfetta parità . La sua settima tripla doppia della carriera nei playoffs ( 22+11+10) coincide con una prova corale di grande spessore e il cast di supporto ha recitato il proprio ruolo alla perfezione, mettendosi a disposizione del numero 5 e facendosi trovare sempre puntuale all'appuntamento con il canestro.
La differenza l'ha fatta in gran parte l'attacco, nuovamente a pieno regime quello dei Nets e inconsistente quello dei Pistons. I padroni di casa hanno dimostrato di possedere più frecce al proprio arco rispetto a quelle di Detroit la quale, nella partita di martedì sera ha goduto unicamente del contributo di Hamilton (30 per lui), mentre i compagni sono rimasti a guardare, non riuscendo a superare quota 8.
Kenyon Martin (16+15) è riuscito a contenere senza patemi di sorta Rasheed Wallace, in difficoltà anche per via del problema al piede sinistro e di conseguenza incapace di contenere la furia dell'avversario. Le non ottime condizioni fisiche hanno fin qui limitato e di molto l'ex Portland e Detroit avrebbe bisogno come un pesce dell'acqua di uno Sheed al 100%, in modo da trovare maggiori soluzioni in fase offensiva, garantendo opzioni diverse nei giochi di un attacco prevedibile, visto che l'arancia finisce quasi sempre tra le mani di Hamilton.
"Non mi piace vedere i ragazzi scendere in campo e non dare il massimo, sapendo di che cosa possiamo essere capaci", si legge delusione e rabbia nelle parole di Big Ben ("solo" 15 rimbalzi in gara 4).
"La cosa scioccante è che non abbiamo giocato come sappiamo, senza mai credere di poter vincere", aggiunge Lindsey Hunter.
New Jersey è riuscita a fare ciò che nelle prime due sfide era riuscito ai Pistons: limitare l'avversario, metterlo sotto pressione e condurlo all'errore, facendoli perdere il pallone con frequenza e infine conducendolo a commettere falli tecnici.
Tanto per fare un esempio, durante il secondo quarto di gioco, nel giro di neanche 120 secondi gli ospiti perdevano palla 6 volte su 7 possessi (quattro volte di fila su palle rubate da Kidd e compagni).
Serataccia per i ragazzi di coach Brown e campanello d'allarme per tutto il gruppo, il cui obbligo è ora di scacciare i fantasmi di un possibile sorpasso attraverso una prova in grado di riportare sulla terra il Flying Circus.
Attenzione però a New Jersey, pienamente consapevole della grande opportunità che le si è parata davanti: ottenere una W in trasferta e tornare alla Continental Arena con il matchpoint in tasca.
Stay tuned!