Wade, un rookie in missione…
D'improvviso s'accesero i playoff. Son bastati i due risultati della notte scorsa a riaccendere clamorosamente le due serie dei playoff che sembravano poter essere le meno combattute; infatti alla vittoria esterna all'overtime dei Wolwes alla Arco arena di Sacramento, ha risposto il risultato proveniete dal sud della Florida, agli esatti antipodi simmetrici del grande continente nord-americano, dove i Miami Heat son riusciti a superare gli Indiana Pacers.
Ma andiamo con ordine: nei due giorni che precedevano l'incontro Stan Van Gundy si era detto sicuro dell'importanza di questo match, la cui valenza poteva davvero dare un gusto diverso alla stagione di Miami, e allo stesso modo la pensava Lamar Odom che aveva chiesto una partita da veri Heat ai suoi compagni.
E così è stato, Miami è stata bravissima a respingere sin da subito il break imposto da Indiana, arrivata comunque alla American Airlines arena con l'intento di sbancarla per portarsi sul 3-0, e partita 20-14 al primo quarto.
Ma è stato nel secondo quarto che gli Heat hanno vinto la partita, recuperando il “gap”iniziale ma sopratutto imponendo il proprio gioco non solo in difesa ma anche in attacco, cosa che a Indianapolis Miami non era riuscita a esprimere a pieno; i grandi penetratori degli Heat hanno tagliato in due per tutta la partita la difesa dei Pacers e i soli Odom, Wade e Butler hanno collezzionato ben 32 tiri liberi, caricando di falli Jermaine O'neall e sopratutto Ron Artest, apparso un pò in difficoltà in gara 3.
Offensivamente Indiana si è affidata essenzialmente a O'neall cercando quasi sempre conclusioni ad alta percentuale, ma isolando di conseguenza MIller e Artest; secondo miglior marcatore per Indiana è stato Jamal Tinsley, che in attacco accende e spegne, ma quando accende lo fà sul serio con un filotto di bombe.
Indiana veniva da una serie nella post-season di 6-0, frutto delle 4 vittorie contro i Celtics e delle due vitttorie interne con gli Heat, e questa gara 3 potrebbe rivelarsi fondamentale per far capire a Miami che Indiana non è imbattibile, sopratutto quando la sua panchina non offre a Carlisle il solito fatturato.
Insomma a Van Gundy e allo staff di Miami non mancheranno certamente i temi di discussione e di studio per approfondire le pecche di Indiana, e in gara 4 Miami dovrà fare un'altro miracolo per poter coltivare ancora qualche sogno ancora nascosto nel cassetto.