Caron Butler proverà ad essere decisivo anche contro i Pacers
Finalmente dopo una lunga attesa dovuta alla lunghezza della serie che ha visto protagonisti i Miami Heat ed i New Orleans Hornets, protrattasi per più di 2 settimane, comincia stanotte alla Conseco Field House di Indianapolis l'ultima semifinale di Conference, quella tra gli Indiana Pacers, miglior record dell'intera NBA, ed appunto i Miami Heat, galvanizzati dal successo in una tiratissima Gara-7 contro gli Hornets e quello che restava di Baron Davis.
E per analizzare la serie che verrà non si può non cominciare dall'aspetto fatica, che dovrebbe nettamente agevolare la squadra di Rick Carlisle.
Infatti gli Heat arrivano a Gara-1 con solo 48 ore di riposo, ed in più con un viaggio sulle spalle, dopo 7 partite durissime sia dal punto di vista psicologico ma anche sotto l'aspetto fisico.
Le partite alla New Orleans Arena sono state dominate dai contatti fisici e dalla maggiore prestanza muscolare di Jamal Magloire e soci, e questo su giocatori non completamente sani come Brian Grant o non ancora del tutto abituati a simili fatiche come il rookie Dwayne Wade, peraltro assolutamente privo fino ad ora di soggezione, non potrà non essere un fattore.
Se aggiungiamo poi che gli stessi Pacers, che intanto hanno potuto studiare e preparare scrupolosamente la serie, si sono rivelati in stagione regolare una delle formazioni più fisiche della lega tanto da battersi alla pari con le corazzate dell'Ovest, le speranze per Miami di passare il turno sembrano minime.
Anche il talento complessivo dei quintetti ma soprattutto delle panchine appare sbilanciato a favore di Indiana, che può contare sul terzo classificato nella corsa al titolo di MVP, Jermaine O'Neal, e sul miglior difensore della stagione, Ron Artest.
Per Miami l'obbiettivo sarà quello di far valere il fattore campo grazie all'apporto del pubblico, decisamente rilevante nelle 15 vittorie consecutive all'American Airlines Arena, e poi tentar di strappare un miracolo ad Indianapolis puntando tutto su ritmi di gioco alti ed energia nella difesa a tutto campo.
Infatti con le difese schierate appare difficile pensare che gli Heat possano venire a capo di alcuni accoppiamenti, soprattutto in trasferta.
Il primo problema sarà quello di arginare il primo terminale offensivo dei Pacers, Jermaine O'Neal.
Il migliore difensore di front-line di Miami è sicuramente lo stoico Brian Grant, che però manca per infortuni vari di esplosività e per carenze genetiche di centimetri, e nonostante la sua eccelente mobilità laterale aggiunta alla sua esperienza non sembra poter contrastare lo strapotere fisico e tecnico dell'ala avversaria, almeno non in maniera costante.
Chi invece avrebbe le doti fisiche nonché atletiche per stare con O'Neal è Lamar Odom, autentico trascinatore dei suoi in alcuni momenti contro gli Hornets, ma anche spettatore non pagante in alcune situazioni in cui il suo talento gli imporrebbe invece una leadership autoritaria.
Le capacità difensive dell'ex Clippers non si discutono, soprattutto quelle di stoppatore in aiuto, ma la sua applicazione non sempre si dimostra continua, e questo su un giocatore come O'Neal potrebbe essere un grosso rischio.
La soluzione adottata da Stan Van Gundy potrebbe essere dunque quella di un marcatura di Jermaine O'Neal con Brian Grant, ma con un raddoppio quasi sistematico di Lamar Odom, che ha dimostrato contro Magloire di possedere tempi di aiuto assolutamente non comuni.
Un raddoppio big-on-big che non dovrebbe essere punito tanto dall'altro lungo di Indiana, quel Jeff Foster grande rimbalzista ma non eccelso realizzatore, quanto piuttosto dagli esterni dei Pacers, Reggie Miller su tutti.
Il tiro perimetrale infatti potrebbe essere una soluzione per Indiana vista la presenza in squadra di specialisti quali il già citato veterano, Austin Croshere e Ron Artest.
Riguardo quest'ultimo sarà interssante scoprire su quale esterno avversario lo dirotterà Carlisle, se per contenere lo straordinario atletismo di Caron Butler o per impedire a Dwayne Wade di attaccare furiosamente il canestro e spezzare in due la difesa con le sue penetrazioni.
Importante sarà anche il contributo che la lunga panchina di Indiana potrà dare alla causa, considerando che la difesa degli Heat si allungherà in un pressing a tutto campo nelle situazioni delicate delle partite e blizzerà sulla maggior parte dei pick and roll, avendo a disposizione uno dei maggiori esponenti del cosiddetto “wolfing out” in Brian Grant.
Dovranno essere di qualità quindi i minuti che Carilisle concederà a giocatori quali il già citato Austin Croshere, al play “d'ordine” Anthony Johnson, e soprattutto ai tre super atleti Al Harrington, Jonathan Bender e Fred Jones, che nei piani dell'ex coach dei Pistons dovranno cambiare ulteriormente ritmo agli incontri aggiungendo freschezza atletica alla rotazione dei suoi.
Infine da segnalare un duello assolutamente da non perdere tra due dei giocatori più spettacolari e divertenti della lega, i due playmaker newyorkesi Jamaal Tinsley e Rafer Alston, che ci regaleranno sicuramente momenti irripetibili in una sfida dal sapore playground.
Adesso la parola spetta al campo, perché le serie, si sa, non si giocano nelle preview…