La pagelle delle escluse #2

Steve Nash ancora sotto accusa dopo l'esclusione di Dallas.

Boston Celtics
Annata contraddittoria, come era abbondantemente pronosticato con l'arrivo di un General Manager vulcanico come Ainge. Partiti con il roster dello scorso anno hanno finito la stagione con un'altra squadra totalmente. I playoff sono arrivati solo grazie ad una prima parte di stagione decente, ma soprattutto grazie agli infortuni di Cleveland e Philadelphia. Lo stesso Ainge in più di una occasione aveva manifestato la volontà  di non farli, ma poi alla fine ci si sono ritrovati, i Pacers non si sono nemmeno accorti di loro. Escono di sicuro con le ossa a pezzi e le idee poco chiare in apparenza, ma il lavoro impostato da Ainge è svolto soprattutto in chiave futura (ha parlato di squadra da titolo in tre anni!), e le tre prime scelte al prossimo draft, saranno una bella addizione per una squadra in definitiva molto giovane. C'è da individuare anche un allenatore, Ainge ha parlato di un lotto di 5-6 nomi da cui uscirà  il prossimo coach che dovrà  per forza di cose avere idee offensivistiche in prim'ordine. Per quanto riguarda la stagione appena chiusa non c'è molto di cui sorridere, LaFrentz non ha di fatto giocato, le due prime scelte dello scorso giugno Banks e Perkins hanno avuto stagione diverse, il primo ha giocato evidenziando buoni doti fisiche e difensive, ma anche lacune al tiro preoccupanti, comunque ha ampi margini di miglioramento, Perkins ha lavorato molto ai margini della squadra, non giocando praticamente mai, lavorando soprattutto sul suo fisico in proiezione futura. L'unica vera nota lieta si chiama Jiri Welsch arrivato nello scambio con Dallas in cambio di Walker e autore di una splendida annata dove ha fatto vedere cose egregio sui due lati del campo, di sicuro uno su cui scommettere in futuro. Per il resto il solo fatto che l'annata sia finita è già  una notizia.
Voto 5

New York Knicks
Sono e saranno sempre la piazza più calda dell'NBA, e finalmente sono tornati (con scarsissimo successo) alla post season, passerella a cui i palati fini di New York non possono proprio rinunciare. La stagione dei Knicks è stata un vero e proprio susseguirsi di eventi, il principale è stato ovviamente l'arrivo a casa di Stephon Marboury, il giocatore più desiderato da tutti i tifosi dei Knicks. Marboury è arrivato ad inizio anno, ma poi ci sono stati altri cambiamenti in corso coach compreso, quindi i Knicks in pratica sono stati un laboratorio aperto per tutto l'anno per cui dare ogni tipo di giudizio è prematuro. Di sicuro in nuovo GM Isaih Thomas di carne al fuoco ne ha messa tanta come sempre fregandosene dei conti e del salary cap. I playoff poi non fanno minimamente testo per il futuro, i Nets erano inarrivabili per una squadra che non si conosceva, poi gli infortuni di Allan Houston e Tim Thomas hanno chiuso ogni speranza. I Knicks del futuro dovrebbero essere questi, perchè per mettere insieme uno scambio con la loro situazione salariale ci vuole fantasia, devono trovare amalgama ed equilibrio, probabilmente i giorni bui sono alle spalle, ma è anche vero che difficilmente questo gruppo avrà  margini di miglioramento tali per arrivare al vertice anche del derilitto est. Di sicuro però saranno una squadra di alto livello nell'immediato futuro, molto dipenderà  anche da chi li allenerà . Per il resto la stagione appena conclusa ha avuto almeno il pregio di non farli andare in lotteria, parolaccia se ce ne è una per i tifosi dei Knicks.
Voto 6

Milwuakee Bucks
Sono stati la grande sorpresa della Eastern Conference, dati da tutti alla vigilia della stagione più o meno sulle venti vittorie, si sono qualificati in completa tranquillità  per i playoff, con una prima parte di stagione frizzante e una seconda in controllo, il tutto con un occhio di riguardo ai conti (la franchigia è in vendita), senza una stella, e con un coach come Terry Porter alla prima esperienza. E due parole su Porter vanno senz'altro spese, ha dimostrato di essere valido, di avere idee chiare e soprattutto di aver impostato il lavoro a lungo termine senza mettersi a fare il difensivismo che tanto paga ad oggi nell'immediato. I playoff sono arrivato con un gioco brillante spesso fatto di velocità  e di attacco, il che da ancor maggior valore alla stagione se si considera che il roster era in partenza dei più poveri. all'inizio dell'anno doveva essere la squadra di Tim Thomas, eterna promessa mai mantenuta, ma anche quest'anno non ha cambiato di molto il suo gioco, cosi ché all'eroe della stagione Michael Redd sono bastate poche gare per prendere in mano la squadra, e per lui sono arrivati riconoscimenti importanti come la convocazione all'All Star Game e il terzo quintetto NBA a fine anno. Per il resto va fatto notare la buona stagione di Joe Smith che in un reparto lunghi povero di talento ha spesso fatto pentole e coperchio coprendo entrambi i ruoli. Desmond Mason, ha fatto molti progressi aggiungendo ad un atletismo da anni fuori discussione tanta grinta, diventando così un difensore coi fiocchi. Altalenante la stagione di TJ Ford rookie che fino a che si tratta di correre e far giocare gli altri ha pochi uguali, poi però nel basket bisogna fare canestro e qui cominciano i dolori, perchè per lui il tiro sia dalla media che dalla distanza è un problema, buono invece il suo apporto in difesa dove a dispetto della statura mette in crisi molti dei pari ruolo. Il loro futuro ovviamente dipende molto dalla eventuale cessione o meno, in caso che il Senatore rimanga al timone è difficile che il roster venga rinforzato, per di più non hanno nemmeno la prima scelta al draft, dunque la prossima stagione ci dirà  se sono stati un fuoco di paglia o meno. La serie contro i Pistons se la sono giocata davvero, hanno sbancato Detroit in gara 2 e hanno rischiato di portare a casa gara 3, poi la differenza si è sentita troppo.
Voto 7

New Orleans Hornets
Usciti sconfitti dall'unica serie finita alla settima partita gli Hornets hanno chiuso una prima era della loro esistenza, infatti come noto saranno spostati nella Western Conference, ed in un attimo il futuro si fa più grigio, perchè nonostante un tasso di talento non indifferente sono sempre stati un'eterna incompiuta anche nella Eastern Conference, con risultati sempre al di sotto delle aspettative di tutti, e anche i playoff appena conclusi non hanno detto nulla di nuovo in merito, anche se l'infortunio in gara 7 del Barone lascia qualche dubbio in sospeso, ma credo che Miami alla fine avrebbe vinto la serie comunque. Il tutto a novembre era semplicemente impensabile con New Orleans che era partita a mille e Miami con uno sconfortante 0-7. Poi come sempre gli Hornets sono stati falciati dagli infortuni, Davis come sempre è andato fuori condizione prima ed è stato spesso forzato a giocare infortunato con il risultato di portarlo come sempre nelle peggiori condizioni ai playoff cosa già  vista negli ultimi tre anni. In più è esploso anche lo spogliatoio perdendo un pezzo importante come Mashburn che ha finito l'annata in contrasto con tutto lo spogliatoio, saltando completamente la serie per problemi fisici non ben definiti che sono sembrati a tutti problemi diplomatici. Mashburn è di fatto ormai un ex Hornets. Si ritroveranno ad a partire nella Western Conference con un roster molto vecchio, ma soprattutto senza concrete prospettive perchè nell'Ovest altre alle grandi cinque (Lakers, Spurs, Kings, Minnesota e Dallas), ci sono realtà  in crescita come Denver Houston e Memphis, che di fatto gli precludono ogni speranza di ingresso alla post season. La stagione appena chiuso è di fatta durata un mese e mezzo, in cui si è visto bel gioco, poi una lenta agonia terminata con la sconfitta in una serie contro una squadra che aveva un decimo di talento, per di più con una rotazione ristretta al solo quintetto base.
Voto 5

Memphis Grizzlies
La vera grande sorpresa della stagione, passati dalla mediocrità  alle 50 vittorie, nella Western Conference è un'impresa assoluta, anche perchè le modifiche a roster ci sono state (Wells e Posey), ma non è che è stato aggiunto uno dei primi giocatori della lega. Il gruppo è cresciuto insieme sotto la guida di un coach come Hubie Brown, premiato giustamente come coach dell'anno, che ha passato gli ultimi tre lustri a commentare gare alla TV, vedendo sedersi sulle panchine NBA la gente più strana. La squadra più squadra della lega, una rotazione vera di 10-11 uomini che spesso già  nel primo quarto sono in campo, un sistema di gioco che spiazza totalmente gli avversari non dando nessun punto di riferimento fisso alla difesa altrui. La serie contro San Antonio non fa testo, avevano fatto due mesi alla morte a loro bastava esserci, chiaramente in futuro si amministreranno di più, ma arrivare a 50 vittorie è costato molte energie, però sapendo che il titolo non era roba per loro hanno fatto benissimo a fare così. Sono giovani e sono sicuramente la squadra NBA con maggiori margini di miglioramento della lega, ecco perchè il giocattolo messo insieme dalla coppia di “Matusa” Jerry West e Hubie Brown è visto con terrore da tutta l'NBA in proiezione futura, anche perchè quello che poi è atteso ai margini di miglioramento maggiori è Pau Gasol che ha poco più di vent'anni. Il catalano deve lavorare maggiormente sull'approccio al basket e sulla difesa, per il resto quando ci si mette diventa un affare immarcabile per chiunque. Ecco perchè i Grizzlies ad oggi sono la vera alternativa ai Lakers per Bryant nel caso che Kobe decida di lasciare Los Angeles. Se non arrivasse Kobe non ci saranno manovre di mercato, perchè a quel punto i due Free Agent a Roster Mike Miller e Stromile Swift saranno riconfermati senza pensarci. Un vero miracolo, ma la grande cavalcata verso il titolo è solo all'inizio, complimenti vivissimi a chi in due anni e poche decisioni ha trasformato una squadra anonima in quella più futuribile della lega, ossia Mr logo Jerry West, non a caso considerato il miglior GM di ogni epoca.
Voto 10

Houston Rockets
Finalmente sono ritornati ai playoff dopo anni di magre, cosa peraltro inevitabile se in squadra hai Yao Ming, la stagione regolare è stata altalenante, dove si è visto poco bel gioco, tanta difesa, ma soprattutto un lavoro finalizzato a lungo termine dal nuovo coach Van Gundy. poi la serie contro i Lakers, una delle più intense degli ultimi anni, dove si e visto di tutto e il contrario di tutto, una prima gara decisa da un tap in di Shaq su cross di Kobe, una gara 4 finita ai supplementari dopo che prima i Lakers avevano rimesso in gioco i Rockets e poi nel finale Francis ha ridato vita ai Lakers con due tre sciocchezze inaudite. Doveva essere la serie dei due grandi centri, ma alla fine sottocanestro è stato un tutti contro tutti, con i due impossibilitati a giocare a modo loro e affrontarsi l'uno contro uno, così Yao si limitava al tiro dalla media, e Shaq spesso era un corpo estraneo alla squadra. Alla fine come si suol dire “tra due litiganti il terzo gode” e così Karl Malone ha deciso gara 4 con una prestazione che ha fatto interrogare molti sulla sua carta d'identità . I Rockets però nel complesso hanno vissuto una stagione travagliata. L'annoso problema della gestione palla da parte del duo Francis Mobley, che era costato i playoff nella stagione precedente, si è nuovamente ripresentata, nonostante il cambio di coach, e se lo scorso anno a Yao non gliela passavano mai, quest'anno gliela passavano nelle situazione meno opportune. A metà  annata l'ambiente era saturo, Francis complice una bravata la notte del SuperBowl ha seriamente rischiato di finire altrove, lo stesso Mobley ad inizio anno era di fatto già  stato ceduto a Boston, solo che la situazione “legale” di Eddie Griffin coinvolto nello scambio ha fatto saltare tutto. Insomma per essere brevi può anche darsi che i Rockets si preparino a vivere un'estate di fuoco, perchè Francis nei playoff ha dimostrato ancora una volta che nonostante sia un giocatore di prim'ordine non è in grado di gestire una squadra, Mobley invece soprattutto nella serie contro i Lakers è sprofondato in un preoccupante anonimato offensivo. L'obbiettivo primario è un play, magari provando Francis da guardia alla Iverson, ma può anche darsi che lo stesso Francis venga ceduto in cambio magari di un lungo, visto che oltre a Yao sotto le plance c'è poco o nulla.
Voto 6

Denver Nuggets
Cuore, grinta, atletismo, fisicità  sono stati i fattori chiave della grande stagione dei Nuggets. Beneficiati dalla scelta dei Pistons di rinunciare all'anti LeBron, al secolo Carmelo Anthony, hanno cominciato già  da questa stagione a costruirgli intorno una squadra su misura, i risultati attesi nella migliore delle ipotesi nella prossima stagione sono già  arrivati, con la conquista in volata dell'ottava piazza ad ovest, a spese di Utah e Portland. I motivi per cui gioire sono molti, oltre alla sorprendente stagione di Anthony, che dopo l'All Star Game ha viaggiato a quasi 25 a sera. Andre Miller arrivato dopo una deludente annata ai Clippers ha ritrovato fiducia, il talento poi non gli è mai mancato, ovvio che sia risultato alla fine il regista perfetto per i Nuggets, spesso però è stato chiamato a giocare anche da guardia accanto a trottolino Earl Boykins, e anche da guardia ha dato risultati eccellenti. L'uomo però della svolta per Denver è stato Marcus Camby, che una volta ritrovato la salute è ritornato un fattore dominante perchè un fisico con il suo atletismo non si trova tutti i giorni. Il resto lo hanno fatto i progressi di Nenè ma soprattutto il ciclone Carmelo Anthony andato come James a Cleveland abbondantemente meglio di ogni previsione, i suoi tanto sbandierati limiti difensivi, sono stati un po' mascherati dagli schemi di coach Bzdelik, un po' si sono rivelati minori di quanto erano stati sbandierati in estate. Tutto era in mano ad un coach giovane come Bzdelick che già  nella stagione precedente, affrontata con un roster modesto, e finita con solo 17 vittorie, aveva messo in mostra qualità  di gestione del gruppo di tutto rispetto. Sono arrivati ai playoff con il fiato corto, ma questo non gli ha impedito di mettere in difficoltà  Minnesota più di quanto dica il 4-1 finale, rifilando a Garnett e soci un +20 in gara 3 che ha segato le gambe a Minnesota risvegliando in loro antichi dubbi, poi in gara 4 sono partiti con il piede sbagliato, a metà  partita Anthony si è infortunata e la stagione è finita lì. Per il futuro sono alla finestra con tanti soldi da spendere, di sicuro sarà  riconfermato Camby, e il resto sarà  speso per arrivare giocatori di alto livello, il sogno si chiama Kenyon Martin per i lunghi, mentre tra gli esterni almeno uno tra Quentin Richardson, Manu Ginobili e Brent Barry dovrebbe arrivare. Da valutare anche il coach Bzdelick è reduce da due annate di ottimo lavoro, ma qualcuno insinua che tutto quello che ha fatto potrebbe non essere sufficiente per mantenere la panchina, nonostante che Anthony si sia espresso in suo favore.
Voto 9

Dallas Mavericks
La grande delusa della stagione, partiti alla caccia dell'anello senza esitazioni, grazie agli arrivi di Antoine Walker e Antwan Jamison, non hanno mai ingranato la marcia giusta, una stagione regolare altalenante, con tante sicurezze in casa, e molte incertezze in trasferta, ma il vero problema è che il sistema di gioco di Nelson ha evidenziato tutti i suoi limiti, e soprattutto e che ormai tutti hanno capito come limitare tale sistema, ovviamente ci sono serate in cui tutto il loro talento offensivo non è limitabile, però almeno all'ovest c'è chi ormai li contrasta abbastanza agevolmente. Una prima parte di stagione buona ma non ottima, che faceva prevedere a molti una gestione del roster più oculata rispetto a quelle spensierate degli scorsi anni. Invece nella seconda parte di stagione sono crollati riuscendo solo nell'ultima settimana a strappare il quinto posto ai sorprendenti Memphis Grizzlies, peraltro a causa di un calendario che vedeva Memphis opposta a tutte le grandi nell'ultima settimana di regoular season. A livello di gioco Nelson ha provato a sopperire alla mancanza di chili e centimetri in tutti i modi, con Nowitski da centro, con Bradley in mezzo e a fine stagione con Scott Williams, il tutto giocando spesso e volentieri con due ali eclettiche come Walker e Jamison ad aprire l'area. Il primo in definitiva è stato una gran delusione, il secondo utilizzato come sesto uomo (ha vinto il premio) ha dato molto e soprattutto ha convinto i dirigenti anche per il futuro dopo essere stato un uomo mercato fino a febbraio. Due grandi sorprese sono arrivate dal draft, il primo Josh Howard non può essere definito una scoperta visto che al college aveva già  dimostrato tutto il suo valore, solo che poi i misteri del draft lo hanno relegato a fine primo giro, il secondo Marquis Daniel è partito in sordina ma a fine hanno ha conquistato di forza il quintetto. E' ovvio che con questi due talenti in molti cominciano a pensare che Finley e il suo onerosissimo contratto sono una cosa rinunciabile per il futuro. I playoff poi non hanno detto nulla di nuovo, Dallas si è ingolfata da sola in attacco e i Kings, nemmeno i migliori degli ultimi anni sono passati agevolmente su di loro. Come due anni fa Bibby ha completamente spento Nash costringendolo a cifre ridicole, ma soprattutto ponendo a Cuban l'interrogativo sul da farsi la prossima estate quando il canadese sarà  Free Agent, perchè ormai sono tre anni che Nash nella serie che è costata l'eliminazione a Dallas è stato un fattore molto negativo, due volte contro i Kings, e lo scorso anno contro gli Spurs di Parker. Di sicuro a Dallas cambieranno molte cose in estate e potrebbe (anzi sicuramente sarà ) la volta che Nelson dovrà  abbandonare almeno la panchina. Pat Riley è dato da molti in pole posizion, ma anche il roster potrebbe subire molti scossoni, Walker entra nell'ultimo anno di contratto e quei giocatori sono spesso cercati da chi vuole scaricare contratti. Di sicuro si chiude una stagione deludente, il prossimo anno però rischiano di trovarsi sempre ad alto livello, ma impossibilitati ad arrivare al top.
Voto 5

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