Only the strong survive!

Il Barone non si arrende!

Ed è gara sette!
Dopo due sweep e le cinque serie terminate alla quinta gara, gli appassionati Nba potranno finalmente godersi un no tomorrow game!.

Nella notte, infatti, i New Orleans Hornets hanno sconfitto i Miami Heat per 89-83, pareggiando così i conti nella serie: 3 a 3, con Indiana che saprà  il proprio avversario solamente domani sera al termine della settima gara.
Aveva ragione Stan Van Gundy, quando alla vigilia della partita diceva che non si sa mai cosa aspettarsi quando si incontra una squadra che può solo vincere"possono arrivarti venti punti da un gregario oppure un giocatore fino a quel momento deludente, ti può mettere la gara della vita".Dobbiamo temere questa gara, dobbiamo andare in campo sapendo che di fronte avremo degli Hornets arrabbiati.

Analisi perfetta quella del coach di Miami: gara-6, che ha visto svanire il primo match-point degli Heat, è stata una gara rivoluzionaria rispetto alle precedenti.Gli Hornets non sono stati guidati offensivamente dal loro leader Baron Davis, autore comunque di 15 punti e 12 assist, ma hanno avuto un efficace supporto dal frontcourt: il Barone non è stato così costretto a predicare nel deserto, ma ha trovato nei compagni degli importanti compagni di viaggio.

Davis, non spettacolare come nell'occasione dei 33 punti di gara-5, ha focalizzato i propri istinti non sulla possibilità  di vincere la partita da solo, ma sul coinvolgimento dei compagni: "E' vero, stasera non ho giocato come mio solito, ho attaccato molto meno e servito maggiormente i compagni. Il motivo? Vi svelo un segreto: ho pensato che anche se avessi vinto gara- 6 con una mia straordinaria prestazione e una mediocre produzione dei compagni, mercoledì ci saremmo trovati allo stesso punto delle gare casalinghe della serie. Quindi ho cercato di coinvolgere fin dal primo minuto chiunque entrasse sul parquet e il risultato mi sembra sia stato uno dei migliori!
Abbiamo parlato di cast di supporto, parliamo ora dei protagonisti; tre sono i nomi uber alles: Magloire, Brown e Lynch.

Il centro canadese ha vinto il duello con Brian Grant, grazie a 14 punti e 9 rimbalzi, mentre Lynch ha messo a segno il suo record playoff di punti con 16.
La sorpresa della serata è stato però P.J.Brown, un non fattore fino alla quinta gara: l'ala grande ex Heat aveva, infatti, racimolato solamente 7.2 punti di media, tirando con il 29% dal campo.

Nella gara di ieri P.J. è salito in cattedra, segnando 16 punti, conditi da 9 rimbalzi e 3 assist: "Avevamo le spalle al muro, dovevamo vincere e per farlo dovevamo andare sul campo e dare tutto ciò che avevamo in corpo. Mi sembra che ci siamo riusciti, giocando una gara molto fisica e intensa; ora ci aspetta gara 7, si gioca a Miami, ma noi non abbiamo paura di nessuno: sarà  una sfida, perderà  chi farà  il primo passo falso. Penso che sia una gara che si deciderà  negli ultimi 2 minuti: allora ci rivolgeremo a Baron"

Fattore importante è stata anche la rotazione di Tim Floyd, allargata da otto a dieci giocatori: finalmente il coach ex Bulls ha fatto giocare Robert Traylor(4 punti per lui,ma sette rimbalzi di tutto rispetto) che non aveva più calcato il campo dopo la brutta prestazione di gara 2: un'iniezione di fiducia in vista della gara decisiva.

La partita è stata dominata dagli Hornets, che hanno preso il comando delle azioni fin dal primo momento: gli Heat hanno anche sbagliato dieci conclusioni consecutive e a dodici minuti dalla fine il punteggio era di 69-55 con la partita virtualmente finita.

Ma Dwyane Wade non si è arreso, vincendo il parziale per 28-20 e sfiorando l'incredibile rimonta:"Non sono sicuro che saremmo usciti perdenti dal campo, se si fossero stati 3-4 minuti in più sul cronometro: è un peccato, perché ci siamo lasciare sfuggire l'opportunità  di chiudere la serie e invece ora dovremo affrontare una drammatica gara-7″

Wade ha guidato gli Heat con 27 punt e sei assist, ma non è stato aiutato nel suo tentativo dal peggior Lamar Odom della serie e da un Eddie Jones, che ha chiarito al massimo il detto per cui le statistiche non sono nulla nel basket: per l'ex Lakers, prestazione nettamente sotto il par nonostante i 21 punti finali.

GAME SEVEN IS COMING!!!
E ora gara 7: non mi sbilancio certamente in pronostici, ma la chiave dell'incontro sembra essere semplice.

Se gli Heat riusciranno a far prevalere la loro atleticità  e gioventù, tornando magari ad applicare il terrificante contropiede che ne aveva contraddistinto le prime due vittorie, per gli Hornets non ci sarà  scampo: bye bye alla stagione e Floyd costretto alle dimissioni.

Se al contrario, New Orleans si manterrà  in partita e la gara si risolverà  negli ultimi minuti, beh… le mie cento lire le gioco sulla squadra di Tim Floyd!

Le precedenti sei gare sono state tutte vinte dalle squadre che ospitavano l'incontro e gli Heat non perdono una gara casalinga dal 15 marzo: i fans della squadra della Florida ringraziano che il basket non segua le regole perfette e insindacabili della matematica!

Stay tuned!

P.S.: PARTICOLARITA'
– Cresce a dismisura la tensione tra le due squadre, proporzionalmente al numero dei falli tecnici: dopo i sei fischiati in gara5, ieri sera ne sono stati fischiati cinque, di cui tre nei primi 51 secondi. In bocca al lupo agli arbitri di gara 7: dalla mia umile sedia di camera mia, ipotizzerei una designazione del buon vecchio Dick Bavetta"
– L'arbitro Crawford è stato costretto ad abbandonare l'incontro dopo dieci minuti di gioco a causa di in infortunio al piede destro. Gli altri due commissari Corbin e Reichelt hanno portato a termine la partita senza troppi problemi.
– Finalmente gli Hornets sono riusciti a segnare almeno 18 punti nel terzo quarto, autentico punto debole della squadra della Louisiana: 26 i punti nel terzo parziale, che vanno a cancellare i 15, 10, 16, 18, 17 delle precedenti partite.

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