La difesa di L.A. è riuscita solo a stare a guardare lo show del giovane Tony nell'ultimo quarto
Los Angeles Lakers 78 @ San Antonio Spurs 88
Forse non rientrerà propriamente nei sogni segreti di David Stern, ma la pallacanestro che si è cominciato a vedere ieri notte al SBC Center di San Antonio, ha cominciato ad assomigliare fortemente al livello di gioco richiesto per mettersi al dito un po' di gioielleria firmata NBA Finals.
Le formazioni che sono scese in campo per la prima attesa sfida di queste semifinali di Conference hanno rispettato in pieno le previsioni degli osservatori.
Coach Popovich confortato dalla striscia di vittorie che i suoi atleti stanno cavalcando ormai quasi da due mesi (23 marzo l'ultima sconfitta), ha schierato la squadra come sempre, con Hedo Turkoglu partente e Manu Ginobili a fare da sesto uomo, anche se alla fine il minutaggio e il coinvolgimento nel gioco dei grigio neri sarà tutto a favore dell'argentino.
Per Phil Jackson invece, la partenza di questa sfida rappresentava certamente un'incognita maggiore, essendo i suoi usciti da un primo turno vincente ma non senza polemiche. Alla fine la squadra messa in campo è stata quella con Devean George da titolare e con la rotazione di piccoli fra Payton, Fisher e Rush.
La gara ha vissuto immediatamente sul filo di una grande intensità . Entrambe le compagini si sono dimostrate pienamente consapevoli del fatto che statisticamente, in una serie di semifinale, nelle ultime 80 sfide, la prima a risultare vincente avrebbe passato il turno per 66 volte.
Nei primi due quarti è stato un sostanziale equilibrio a regnare, anche se sono stati i padroni di casa a mettere per primi alle corde i rivali.
La fiducia che Popovich ha riposto nel suo play francese è stata palese, vista la libertà concessa di chiamare giochi a piacimento ed il continuo ricorso da parte di Parker all'odiato (dai Lakers) al pick 'n roll.
Nel terzo quarto di gioco, la svolta.
Dopo aver chiuso il primo tempo sotto di "soli" 8 punti, con il rientro dagli spogliatoi la squadra angelina ha ingranato la marcia. Kobe Bryant ha cominciato a superare la difesa, come sempre ottima di Bowen mentre i compagni pensavano a coinvolgere il più possibile O'Neal.
Risultato: 32 a 21 di parziale e Lakers in vantaggio di 5 punti a dieci minuti dalla fine della gara.
Partita compromessa? No, perché proprio nell'ultimo parziale, le stelle degli Spurs hanno preso in mano la gara. La difesa non ha ceduto di un millimetro mentalmente, Parker ha continuato a battere sul tasto delle penetrazioni centrali e Duncan ha cominciato a giocare in maniera pressoché perfetta.
Con la combo texana che segnava 20 punti combinati, San Antonio ha forzato un parziale di 24 a 9 chiudendo la gara sui troppi errori dalla lunetta degli avversari (Shaq 3 su 13) e sulla loro scarsa capacità di esecuzione (21 palle perse a 15 il bilancio per i Lakers).
Per i vincitori è difficile stabilire un MVP. Da una parte Tony Parker ha convinto davvero tutti della sua qualità di competitore e di esecutore nel traffico. Le sue penetrazioni hanno messo in luce le carenze difensive di Payton e compagnia, chiudendo con 20 punti e 9 assist.
Per Tim Duncan invece, la solita straordinaria presenza, che gli ha fruttato 30 punti con 11 rimbalzi, 3 assist e 3 rubate, anche se a referto il numero 21 ha messo anche 7 palle perse, per lo più registrate nel miglior momento avversario.
Buon contributo poi dalle seconde linee, con Nesterovic e Ginobili a fatturare 10 punti a testa ed il già citato lavoro ai fianchi di un Bowen con al proprio attivo una sola bomba da tre.
Per L.A. il bilancio è magro. In una partita che per ammissione di tanti poteva essere vinta, spiccano le prove di un Kobe Bryant da 31 punti, 10 rimbalzi, ma anche 4 assist e altrettante palle perse. Shaquille O'Neal ha messo in cascina una prova nella quale ha dimostrato voglia e cuore, vincendo la sfida sotto i tabelloni, ma quel bilancio ai liberi fa passare un po' in secondo piano i 19 punti con 13 rimbalzi e 5 stoppate.
Per il resto, Gary Payton è attesa urgentemente da una rivincita, visto il bilancio 4 punti con 1 su 8 al tiro, mentre Malone ha segnato 10 punti, con 11 rimbalzi e 5 assist ma non è servito a fermare Duncan e alla fine non si è sentito soddisfatto: "Mi prendo gran parte della responsabilità per la sconfitta di stasera." – ha dichiarato - "So che avrei potuto giocare meglio in tante occasioni, sento che avrei potuto dare di più. Molto di più."
Per chiudere è da ricordare che la prossima sfida si terrà già martedì sera.
Le carte sono sul tavolo ed è Tim Duncan a spiegare la filosofia dei suoi nel dopo partita: "Non ci sono segreti in una sfida come questa, specie contro L.A. che abbiamo fronteggiato tante volte negli ultimi anni. Non ci sono segreti su quello che faremo noi e loro. Bisogna solo andare fuori, rispettare il piano di gioco e credere in quello che stai facendo!"
Il primo vantaggio è di San Antonio.
Alla prossima"