Dwayne Wade, finora l'uomo della serie!
The Clutch Man, Version Two!
Amici dell'Nba, abbiamo forse un nuovo Jerry West?
Nella notte Dwyane Wade, rookie da Marquette, ha messo a segno il suo secondo canestro decisivo in una serie playoff, canestro che ha permesso ai suoi Miami Heat di spezzare il dominante equilibrio di gara- 5 (quattro volte le due squadre sono state in parità e sette volte si sono alternate al comando della sfida) e di portare così a casa la vittoria, che li proietta in vantaggio per 3-2 nella serie con due match- point da sfruttare prossimamente, a New Orleans domenica o in un eventuale gara sette in Florida.
Il play di Miami, come detto prima, non è nuovo a queste imprese: già in gara-1, aveva segnato il jump dalla media che aveva inaugurato la serie e la sua prima partita playoff; ieri sera sull'80-80 a 1 minuto a quindici dalla fine, era chiaro che la palla sarebbe andata nelle mani di Wade.
Unico problema per i rossoneri era la difesa arcigna di New Orleans, capace di arrestare il ritmo degli Heat e di raddoppiare efficacemente Lamar Odom: "Non siamo stati capaci di giocare lo schema dettato dal coach e mi sono ritrovato raddoppiato, con il pallone in mano a 3 secondi dallo scadere dei 24". Con la coda dell'occhio ho visto Dwyane che si sbracciava nell'angolo, sono riuscito a passargli la palla e appena ho visto il tiro partire, ho alzato le braccia: sapevo che sarebbe entrato!"
E così Wade ha deciso un'altra gara, ciliegina sulla torta di una partita fantastica per il play, autore di 21 punti, 5 rimbalzi e 5 assist: "Sono emozionato e felice: seppur non fossimo a pochi secondi dalla fine come in gara-1, era un tiro decisivo per la sorte della partita. Non abbiamo giocato bene lo schema e siamo stati fortunati che Lamar sia stato capace di eludere il raddoppio e di servirmi: sono stato messo in grado di fare la mia parte. In quei momenti non pensi a nulla se non che al tiro:ho chiuso gli occhi e sperato che entrasse, il boato del pubblico mi ha fatto capire che avevo fatto bene il mio lavoro!"
Sul possesso successivo, un Caron Butler evanescente in attacco (1/6 al tiro), ma autore di un'ottima prestazione a rimbalzo (11 rodman per lui) ha stoppato Darrell Amstrong, per poi chiudere definitivamente la gara dalla lunetta, dando cosi a Miami la 14° vittoria consecutiva in casa.
Co-protagonisti della vittoria di Miami un efficace Eddie Jones, 25 punti per lui nonostante il 4/9 ai liberi, e Udonis Haslem, che dalla panchina ha garantito difesa e 8 fondamentali punti.
Da ricordare come per la prima volta nella serie, Miami sia stata battuta alla voce"punti in contropiede "per 10-7: stranissimo che New Orleans, nonostante abbia colpito il punto debole degli Heat, non sia riuscita ad approfittarne.
AHI,AHI,AHI HORNETS!!
Altra occasione sprecata quindi per i New Orleans Hornets, che per la seconda volta nella serie si sono fatti scappare l'opportunità di sfatare il fattore campo. Protagonista per la squadra della Lousiana uno stupendo, favoloso, straordinario Baron Davis: in condizioni precarie dall' inizio della serie, il numero 1 degli Hornets ha sfornato una prestazione da autentico campione, mettendo a referto 33 punti, 4 rimbalzi e 7 assist.
Il Barone non è stato coadiuvato dai suoi compagni in zona offensiva: se escludiamo Davis, la produzione degli Hornets in attacco è stata orripilante. I compagni dell'All Star hanno concluso la serata con un terribile 17/61..con percentuali del genere, è difficile portarsi a casa una vittoria.
Sotto accusa è nuovamente Tim Floyd, protagonista di alcune scelte azzardate, come quella di porre le proprie ultime speranze nelle mani di un sofferente Darrell Amstrong: pronto per l'uso in panchina, sedeva un tale Steve Smith, che di tiri da tre decisivi qualcosa se ne intende.
Anche in caso di un difficile superamento del turno, la sua conferma a New Orleans rimane difficile.
LET'S GET READY TO RUMBLE!
La sfida è stata combattutissima, come si capisce dalle parole di coach Van Gundy: "[I]E' stata un'autentica battaglia, dal primo all'ultimo minuto ci siamo scannati, abbiamo lottato per ogni singolo successo e per questo voglio fare I complimenti non solo alla mia squadra, ma anche alla squadra di Tim (Floyd).
Parole sacrosante quelle del minore dei Van Gundy: gli arbitri sono dovuti intervenire spessissimo, fischiando sei falli tecnici ed espellendo la guardia di Miami Rafer Alston, reo di aver colpito David Wesley al ventre.
Chissà se in gara 6 il clima sarà rovente come a Miami o se addirittura scoppierà in una vera e propria rissa..
MATCH-POINTS HEAT
Cinque sfide, cinque vittorie casalinghe: la logica porterebbe a pensare a una vittoria Heat alla settima gara, magari combattutissima e decisa da un canestro alla fine di Dwyane Wade.
A parte gli scherzi, Miami ha ora nelle mani una ghiotta occasione di chiudere la serie a New Orleans, dove la pressione sarà tutta sugli Hornets ("THE HORNETS NOW FEELS THE HEAT" titolava il Times Picayune stamani con un divertente gioco di parole); anche in caso di sconfitta, gli Heat potranno approfittare del fatto di poter giocare la gara decisiva all'American Airlines Arena, dove non perdono dal 14 marzo.Obbligatorio per i giocatori in turchese l'uscita dal campo con la W; in caso contrario, la stagione per loro è finita.
Sul piano atletico, la serie sembra pendere totalmente dalla parte dei rossoneri: New Orleans è arrivata a giocarsi l'ultimo e decisivo quarto con l'acqua alla gola e il risultato è stato un bel 29-20 di parziale, – 9 in dodici minuti, partita persa e 3-2 Heat!
Delusissimo P.J.Brown a fine partita: "Non so spiegarmi questo calo d'intensità : abbiamo seminato molto bene per tre quarti, e non siamo stati capaci di allungare la mano e raccogliere ciò che ci eravamo guadagnati.
Nell'ultimo quarto abbiamo perso stupidamente tre, quattro palloni: è inammissibile che una squadra esperta come la nostra faccia cose del genere, dovremmo sapere che ogni possesso è cruciale in una serie playoff!"
Domenica si gioca gara 6"chissà se potremo veramente mettere la parola fine alla serie più combattuta di questo primo turno o se dovremo aspettare gara 7 per designare la vittima sacrificale degli Indiana Pacers.