I Maple Leafs hanno raddrizzato una situazione difficile
Le due semifinali della Eastern Conference hanno entrambe superato la boa del quarto incontro, che spesso è la gara chiave di ogni serie: tuttavia, l'andamento generale delle due sfide si è rivelato profondamente diverso, poiché mentre Tampa Bay ha completato lo sweep su Montreal, Philadelphia e Toronto sono in perfetta parità (2-2), con i prossimi incontri che promettono scintille.
Le quattro partite tra Flyers e Maple Leafs hanno sempre rispettato il fattore campo, con la squadra di casa che ha dettato il ritmo: in nessun incontro, la formazione in trasferta ha avuto reali possibilità di vittoria, venendo superata in quasi tutte le fasi di gioco.
Nei primi due incontri, Philadelphia si era presentata molto sicura e determinata, forte anche del lungo riposo: i Flyers, infatti, avevano chiuso la serie di primo turno in sole cinque partite, a differenza dei Maple Leafs, che hanno dovuto soffrire per sette match, prima di eliminare i Senators.
Poi, considerando il comportamento dei Flyers tra le mura amiche, le due vittorie iniziali non sono state una sorpresa, anzi potevano essere anche nelle previsioni: l'MVP dei primi due incontri è stato indubbiamente Robert Esche, che ha ancora smentito i suoi detrattori, subendo appena due reti e bloccando gli attacchi di Toronto.
“Esche seems like he's on a mission of proving he's the goalie of the future” - con queste parole, Jeremy Roenick ha commentato l'incredibile stato di grazia di Esche, che fino a gara 2 sembrava assolutamente intoccabile: nonostante le evidenti difficoltà dei Maple Leafs nel costruire gioco e finalizzare le occasioni da rete, Esche stava offrendo agli appassionati uno spettacolo incredibile, soprattutto se si considera la giovane età ; dall'altra parte, invece, Belfour pareva la brutta copia del campione visto contro gli Ottawa Senators.
In verità , neanche l'attacco di Philadelphia aveva particolarmente entusiasmato, solo che era riuscito a sfruttare meglio le occasioni a propria disposizione, soprattutto nel secondo incontro: le due squadre, infatti, hanno avuto a disposizione diversi power play (4 Toronto, 5 Philadelphia), soltanto che i Maple Leafs li hanno sprecati tutti, mentre i Flyers hanno segnato due reti, poi risultate decisive.
Nonostante lo 0-2 (che molto spesso è sinonimo di eliminazione), tra i giocatori di Toronto era presente un certo ottimismo, una convinzione che la serie non fosse ancora chiusa: il recupero di Mats Sundin, un sicuro miglioramento di un deludente Ed Belfour uniti al sicuro apporto dei tifosi dell'Air Canada Centre erano certamente delle buone basi per sperare in una rimonta.
E così è avvenuto: le due partite giocate in Ontario sono state l'esatto opposto di quelle viste in Pennsylvania, nonostante il primo periodo di Gara 3 avesse fatto pensare ad un nuovo successo dei Flyers.
Toronto, invece, ha resistito agli attacchi iniziali di Phila (che ha tirato 8 volte contro 3 nei primi 20 minuti), per poi esplodere nella seconda frazione, segnando tre reti e scagliando 13 tiri verso la porta di Esche, che non ha ripetuto gli exploit delle gare precedenti.
Ma i Leafs hanno surclassato i Flyers non solo sul gioco, ma soprattutto dal punto di vista fisico: i ragazzi di Pat Quinn hanno dominato nettamente gli avversari, forse convinti di avere già un piede nella finale di conference.
“I think our level of intensity dropped and Toronto's went up and that was the difference” - con queste parole il coach di Philadelphia Ken Hitchcock ha voluto commentare la sconfitta, evidenziando la netta supremazia dei Canadesi.
Protagonista del successo di Toronto è stato Alexander Mogilny, che oltre a segnare la prima rete dell'incontro, si è distinto per alcune dure cariche, in particolare una su Danny Markov; importante è stato Wade Belak, che, al debutto nella post-season (a causa dell'infortunio di Joe Nieuwendyk), ha contribuito ad aumentare l'intensità fisica dell'incontro. Infine, necessaria è una menzione per Eddie Belfour, che ha riscattato le opache prestazioni a Philadelphia, con 18 parate.
Confortati dall'esito del terzo incontro, i Maple Leafs si sono ripetuti anche in gara 4, impattando la serie sul 2-2: se nella partita precedente la spinta era arrivata da Mogilny, in questo confronto è stato il capitano Mats Sundin a guidare i suoi compagni verso la vittoria; nonostante Philadelphia avesse preso il vantaggio iniziale, il fuoriclasse svedese ha realizzato la rete del pareggio, per poi raddoppiare nel secondo periodo. Finalmente al massimo della forma dopo l'infortunio, Sundin si è dimostrato un vero leader, vincendo 16 dei 22 faceoff in cui è stato coinvolto.
Anche la difesa è stata perfetta, limitando al meglio gli attacchi di Philadelphia, che è pericoloso come pochissimi altri nella NHL: e poi ci ha pensato Eddie Belfour, che ha sicuramente pareggiato il conto con Esche nella sfida dei portieri; nel primo tempo, the Eagle ha effettuato una parata su un tiro di Keith Primeau, che avrebbe potuto portare i Flyers sul 2-0.
Ora, la serie torna a Philadelphia per gara 5, in situazione di perfetta parità , anche se forse l'inerzia è favorevole ai Maple Leafs: inoltre, Esche sta affrontando il primo momento di difficoltà nella serie, che, non dovesse essere superato, potrebbe creare molti problemi ai Flyers; tuttavia, Phila ha ancora a proprio vantaggio il fattore campo e sappiamo tutti che vincere al Wachovia Center è un'impresa davvero difficile.