I due qui sopra sono diversi come notte e giorno, ma come si fa a non volerli vedere su di un campo insieme?
E rieccoci in ballo!
Da qualche stagione a questa parte (per l'esattezza 6 visto l'albo d'oro) ci si interroga su quali nuove realtà saliranno definitivamente alla ribalta della lega e della Western Conference in particolare ed ogni sono sempre due le squadre da battere: San Antonio Spurs e Los Angeles Lakers.
Ma come, diranno giustamente i tifosi di Minnesota, chi occupa il primo posto nel seeding a Ovest? Ma come, ribatteranno i tifosi di Indiana e Sacramento, chi ha dominato per tutto l'anno le classifica della regular season? Tutto giusto, tutto accettabile.
Ma con buona pace dei tifosi di queste grandi franchigie, la semifinale di conference che da domenica sera vedrà in campo le due grandi rivali guidate da Jackson e Popovich, è ormai da tutta la stampa stelle e strisce come la vera sfida stellare per accaparrarsi il sesto anello in altrettanti anni o se volete il terzo per i texani ed il quarto per i californiani.
Come stanno i nostri contendenti a questo punto?
Per dovere di fattore campo e di gioielleria, appare d'obbligo cominciare con i campioni in carica.
I San Antonio Spurs sono semplicemente lanciati. La squadra non perde una singola partita di pallacanestro dal 23 marzo scorso e cosa più grave per chiunque nel prossimo futuro debba incrociare le scarpette mezze alte con loro, la difesa, tanto vituperata per via del cambio di roster ad inizio anno è tornata almeno al livello di 12 mesi or sono, se non forse qualche cosa di più. Motivo? I motivi sono sempre complicati e di non facile analisi.
Una cosa però è certa. Infischiandosene altamente delle critiche, Gregg Popovich ha lavorato davvero bene in questa stagione. Dopo alcuni esperimenti falliti nel medio periodo ha ricondotto sulla strada del ruolo di sesto uomo di lusso Manu Ginobili, ha inserito in quintetto Hedo Turkoglu, ha rifondato la fiducia in se stesso di Robert Horry ha inserito nel suo sistema due signori nessuno come Hart e Carter.
Ma non è ovviamente finita qui. Sì, perché i sovracitati nomi sono solo quelli dei rincalzi"e hai detto nulla. Le vere star della squadra sono sempre gli altri.
Tim Duncan ha dimostrato in questo 2004 una versatilità e una intelligenza magnifiche. Dopo qualche acciacco ha dovuto riprendere piano il suo ruolo e a differenza di altre star ha accettato e anzi sfruttato al meglio il minutaggio limitato e addirittura la partenza dalla panchina.
Parker e Nesterovic sono migliorati di partita in partita, tanto che il primo ha letteralmente dominato il suo ruolo nella prima serie ed il seconda lavora alacremente per far dimenticare l'indimenticabile Robinson.
Infine Bruce Bowen è tornato sui livelli di difesa dei tempi migliori.
Nota a margine, per chi scrive il miglior difensore della lega è lui, senza discussioni.
Dal canto loro i Los Angeles Lakers restano quell'enigma oggi bellissimo domani orrendo che i tifosi amano detestare. La squadra, lo sanno anche i sassi, era partita per spaccare in due la lega, ma come spesso è già accaduto gli dei del gioco non hanno gradito questo presunto strapotere e hanno punito gli avventati giallo viola con infortuni, beghe interne, pruriti sessuali malconsigliati.
Oggi però la sfida è quella attesa da una stagione e non è difficile prevedere che la squadra darà il meglio proprio per la sfida per la quale è stata costruita.
Il gruppo è senza dubbio migliore rispetto a quello buttato fuori dalla corsa al titolo proprio un anno fa. La panchina è più profonda, con Medvedenko non proprio in salute ma certamente più utile di un Samaki Walker, Fisher che può sempre mettere una tripla al momento giusto e perché no, gente come Rush, Walton o George (se non partirà da titolare) la cui fame di notorietà potrà pesare nella spinta emotiva complessiva.
Chi però si giocherà serie e faccia saranno i Fab Four.
Ognuno per motivi propri; Malone e Payton sono attesi a dimostrare la bontà della scelta fatta in estate con l'ala grande finalmente in grande condizione e vero fattore per cercare di limitare il numero 21 avversario.
Kobe e Shaq hanno vissuto invece fino ad oggi di alti e bassi, cosa che in questa serie dovranno dimenticare. Il primo dovrà fare cose grandi per passare oltre la difesa di Bowen, il numero 34 invece dovrà mostrare il suo volto da MVP dell'All Star Game per non farsi etichettare come campione in parabola ineluttabilmente discendente.
I confronti fino ad oggi nella stagione dicono 3 a 1 Lakers, ma è da ricordare quanto la condizione delle squadre fosse differente in ogni singola sfida e quanto importante sia stata proprio l'ultima vittoria in casa L.A. fatta registrare da Parker e soci.
Il fattore campo sarà , per una partita di bilancio dei campioni carica.
Infine la possibile mossa a sorpresa. Per gli Spurs, come già dimostrato in stagione regolare, potrebbe essere enorme il peso di un Kevin Willis pronto a dare fiato al reparto lunghi dei suoi e a far correre Shaq a partita inoltrata.
Per i Lakers, sarà da vedere la difesa sul pick 'n roll che un Gary Payton motivato e finalmente in sintonia potrebbe mettere sul terreno di gioco.
Il resto saranno scontri stellari e vecchie ruggini da riacutizzare, Kobe vs Bowen, Horry vs Jackson, Shaq vs arbitri, tifo avversario e chi sa quanti altri"
Sarà bello e probabilmente durerà per almeno sei partite.
Alla prossima" domenica sera in Texas!