Kobe arriva tardi… ma arriva

L'adrenalina di un Bryant che non si è risparmiato nonostante le poche ore di sonno

Houston Rockets 78 @ Los Angeles Lakers 97

Nei giorni che hanno seguito gara 4 della serie di primo turno fra gli Houston Rockets ed I Los Angeles Lakers, molti columnist texani si sono concentrati sul far notare come la squadra di coach Van Gundy non riuscisse a trovare una soluzione per fermare il "vecchio" Karl Malone.
Lo stesso allenatore aveva più volte ribadito alla stampa la necessità  non tanto di giustificarsi sfruttando l'argomento gioco sporco, piuttosto di far proprio il concetto che l'ala grande numero 11 giocava e avrebbe giocato sempre il più duramente possibile e che era una necessità  riuscire a limitarlo giocando più duro di lui.

Purtroppo per i Rockets, il Postino non si è rivelato l'uomo decisivo per la vittoria dei Lakers in gara 5. Alla palla a due di ieri notte si sono presentate in campo due formazioni in opposto stato di condizione.

I padroni di casa pur in vantaggio nella serie e con il fattore campo a proprio favore, hanno vissuto una settimana travagliata.

Shaquille O'Neal si è dovuto prendere un paio di giorni di stop dal lavoro in palestra per via della ormai quasi cronica tendinite. Il suo alter ego, Kobe Bryant si è dovuto occupare soprattutto di giurisprudenza nel corso della settimana, arrivando allo Staples Center a meno di mezz'ora dall'inizio del confronto. Non meno negative le condizioni di Rich Fox, che sarebbe poi stato utilizzato solo 5 minuti e di Slava Medvedenko sempre condizionato da un problema al tendine d'achille provocato da una distorsione rimediata alla fine della regular season.

Il capitolo Rockets parlava invece di un gruppo in salute fisica, ma un po' sfiduciato, visto il trattamento riservato loro dai mezzi di comunicazione, che già  lunedì hanno cominciato a discutere sulle alchimie che gli avversari avrebbero dovuto utilizzare nella futura sfida contro gli Spurs.

La partita è durata lo spazio di due quarti.
Nei primi 24 minuti infatti i Lakers pur passando meglio e attaccando con una certa fluidità  non sono riusciti a scrollarsi di dosso la caparbia resistenza di una squadra cocciuta e quadrata, che nonostante una evidente scarsa vena offensiva, non ha mollato un centimetro arrivando all'intervallo sul punteggio di 48 a 47, addirittura in vantaggio.

Purtroppo per i bianco rossi, il terzo quarto ha trovato in Bryant il suo protagonista assoluto. Arrivato stanchissimo alla partita, la guardia numero 8 è sembrato nella prima parte di gara realmente in difficoltà  nel tenere gli occhi aperti. Complice però l'adrenalina e un paio di piccoli riposi concessi da coach Jackson, nel secondo tempo è stato lui il primo protagonista del parziale di 25 a 9 che ha spaccato in due il match, mostrando al pubblico la migliore pallacanestro offensiva della serie e chiudendo in scioltezza il discorso qualificazione, senza che gli avversari, tramortiti dall'uscita dallo spogliatoio riuscissero a fare qualcosa di concreto per ricucire lo strappo.

Alla fine il bilancio di Bryant è stato di 31 punti con 12 su 21 dal campo, 6 rimbalzi e 10 assist. Numeri da MVP della partita, che nel dopo gara gli hanno fatto commentare: "Non sono mai stato così stanco dopo una partita. Ma l'unica cosa che conta è che ho giocato, fatto ciò che dovevo e aiutati i miei compagni a vincere. Ora prendo le mie cose e me ne vado a dormire!"

Seconda bocca da fuoco dei giallo viola, ancora una volta The Mailman, che ha dimostrato una costanza sconosciuta a molti compagni di squadra, mettendo a referto 18 punti, con 9 rimbalzi e 5 assist, mentre da parte sua, O'Neal, è sembrato concentrato soprattutto su di un inaspettato lavoro difensivo e alla fine le sue statistiche sono state 12 punti, 9 rimbalzi, 5 assist con 4 stoppate e palle perse ed una rara concentrazione sull'intimidazione pura degli avversari.

Dal canto loro i Rockets hanno giocato una partita certamente più timida e meno cattiva del previsto. A condannarli il numero di palle perse, (22 a 12) e il conto degli assist (31 a 13).

Nonostante queste statistiche, che hanno lasciato l'amaro in bacca a coach Van Gundy, Steve Francis e Cuttino Mobley hanno disputato una gara da 16 punti per ognuno, con il condimento di 9 assist per il piccolo numero 3, che esce comunque dalla serie notevolmente rinfrancato per la grande qualità  di pallacanestro dimostrata.

Per Yao Ming poco da fare. Il centro cinese ha vissuto la giornata più difficile della serie, lottando caparbiamente ma perdendo per la prima e unica volta il confronto di fisico e intensità  con il numero 34 avversario. Alla fine per lui 10 punti, 5 rimbalzi, 4 stoppate e 2 rubate.

A questo punto, il futuro è di nuovo Lakers - Spurs, un confronto che per molti è ancora una volta una finale anticipata. Probabilmente interessante, certamente più combattuta e intensa dei primi turni visti fino ad oggi.

Alla prossima"

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