Altra prova maiuscola in attacco e difesa del futuro MVP della NBA
In settimana i giocatori dei Denver Nuggets avevano parlato molto della vittoria in gara3 su Minnesota. Il dominio incontrastato della prima sfida al Pepsi Center li aveva gasati non poco, e dalle loro parole si evinceva una profonda fiducia nella possibilità di pareggiare la serie e mettere enorme pressione nei T-Wolves.
Kevin Garnett in primis e tutti i Wolves hanno ascoltato e letto tutte le parole dette e hanno voluto dimostrare sul campo perché sono la testa di serie n.1 a Ovest, vendicandosi di tutto quello che è stato scritto e detto dopo gara3 e mettendo una grossa ipoteca sul passaggio del turno, che sarebbe come tutti forse sanno il primo nella storia della franchigia.
La vittoria per 84 a 82 ha un sapore particolarmente piacevole per i T-Wolves, perché ottenuta in seguita ad una partita molto maschia che ha rispecchiato nelle statistiche quella vinta da Denver, ma a differenza di quella gara, Minnesota ha avuto un impatto difensivo decisamente più aggressivo e ha saputo sfruttare al meglio la pessima serata al tiro di molti giocatori di coach Bzdelik, primo fra tutti Carmelo Anthony.
Il rookie dei Nuggets, dopo essersi ripreso dall'empasse delle prime due gare con un'ottima prova in gara3, è incappato in una di quelle serate che definire tragiche è dir poco. I numeri a fine incontro parlano chiaro e mettono in luce soprattutto quell'orribile 1/16 dal campo che non ammette repliche. Coach Bzdelik a fine partita ha parlato di cattivi movimenti offensivi fatti dall'ex Syracuse, ma Melo oltre a non esser riuscito in alcun modo a liberarsi della marcatura di un mastino come Trenton Hassell, ha sbagliato e non di poco anche i tiri in cui aveva un certo spazio, frutto probabilmente di una tensione accumulata in questi giorni, in cui il ragazzo si sentiva pronto per dare a Denver il pari e riaprire la serie. Troppa responsabilità potrebbe aver avuto un effetto boomerang sulla prestazione di Anthony.
Le statistiche della loro stella hanno contribuito non poco a far scendere la percentuale dal campo dei Nuggets, che a dire il vero hanno fatto ancora la voce molto grossa a rimbalzo offensivo, soprattutto con il backcourt, replicando i 20 rimbalzi in attacco di gara3 e superando ancora una volta nel totale la squadra di coach Saunders. I tanti rimbalzi offensivi hanno generato come nella precedente gara numerose seconde chance e tanti tiri in piu' (92 contro 66), ma questa volta la difesa dei T-Wolves e le mani fredde di parecchi giocatori hanno tenuto in equilibrio la partita fino alla fine e come si diceva in preview, in questi casi, l'esperienza di Minnesota è decisamente superiore ed infatti nella volata finale sono stati loro a prevalere.
Con Spreewell un po' fuori giri soprattutto nel primo tempo, Cassell tenuto ancora lontano dal vivo del gioco e Sczerbiak out per un brutto colpo subito in gara3, tutto l'attacco dei T-Wolves è stato, per lunghi tratti, Kevin Garnett, autore di una partita come al solito all-around, chiusa con 24 punti 15 rimbalzi 5 assist e 2 stoppate e una difesa ottima dell'area in particolare contro Marcus Camby, tenuto a soli 7 tiri dal campo con 3 soli canestri.
A dare manforte a KG stavolta ci ha pensato un protagonista a sorpresa, Trenton Hassell, finora sempre positivo in difesa contro Carmelo Anthony, ma in questa partita produttivo anche in attacco, con 14 punti e 7/10 dal campo e 3 importantissimo rimbalzi d'attacco. In difesa poi la pressione messa sul rookie meraviglia dei Nuggets è stata formidabile e le 5 rubate sono li' a dimostrare il valore della partita di Hassell, chiamato ad un surplus di minuti dovuto all'infortunio di Wally World e alle difficoltà di alcuni uomini della panchina.
Ecco, appunto la panchina sembra essere il vero problema attuale di coach Saunders. Fuori Sczerbiak che regalava punti importanti in uscita dal pino, rimane solo Hoiberg a dare qualche contributo, dato che Olowakandi è completamente sparito dalla scena e vede i suoi minuti di impiego scendere esponenzialmente e Madsen e Trent sono ai minimi termini come utilizzo. Soprattutto in chiave futuro se Minnesota dovesse passare la serie, un'eventuale semifinale contro Kings o Dallas potrebbe essere rischiosa se affrontata con un roster cosi' scarno di uomini in grado di dare un contributo dalla panchina.
Denver, pur tirando molto male, è arrivata con due canestri da 3 punti di un eccellente Voshon Lenard (autore di 28 punti con 6/7 nelle triple) ad un solo punto nell'ultimo minuto, ma Spreewell con una tripla dall'angolo ha tagliato le gambe ai padroni di casa anche se, dopo il canestro di Nene del -2, proprio l'ex Knicks con 2 errori ai liberi ha regalato l'ultimo tiro a Denver, poi fallito da Andre Miller.
L'esultanza fin troppo eccessiva di Spree davanti alla panchina dei Nuggets ha provocato un accenno di rissa, subito sedata dagli arbitri, con il n.8 dei Wolves che uscendo provocava il pubblico del Pepsi Center con gesti eloquenti.
Il siparietto finale fa capire come Minnesota temesse molto l'esito di questa gara e l'averla vinta, nonostante le difficoltà incontrate, lottando fino alla fine, l'ha liberata di una pressione che probabilmente darà un input decisivo in gara5 per chiudere la serie ed approdare per la prima volta alle Semifinali di Conference.