Finalmente una vittoria per il Barone, in non perfette condizioni fisiche…
It didn't matter how you win, as long as you win: non importa come vinci, l'importante è che vinci!
I New Orleans Hornets sconfiggono 77-71 i Miami Heat, dopo una partita non certo dominata dagli attacchi e vanno sul 2-1 nei quarti di finale della Eastern Conference: ad attendere la vincente di questo combattimento, sono già pronti gli Indiana Pacers, già volati al secondo turno dei playoff dopo lo sweep rifilato ai poveri Boston Celtics.
Gli Hornets hanno vinto la gara con l'unica arma da cui possono trarre vantaggio nelle condizioni (fisiche e psicologiche) in cui si trovano: difesa, difesa, difesa!
La squadra di Tim Floyd ha concesso solamente 71 punti agli Heat, incapaci di produrre punti in contropiede al contrario delle prime due gare della serie, dove questa statistica era stata la chiave delle vittorie rossonere, e autori di ben 17 palle perse, che sommate al raccapricciante 33% dal campo, spiegano benissimo la sconfitta di Odom e compagni.
Lo stesso Baron Davis ha ammesso: " La chiave della nosta vittoria è chiara, li abbiamo costretti a un sacco di palle perse, che abbiamo tramutato successivamente in punti in contropiede. Li abbiamo feriti con la stessa arma che loro avevano utilizzato per portarsi sul 2-0.
Ora la serie è apertissima, soprattutto se difendiamo con questa grinta e coesione di gruppo: una difesa così l'abbiamo giocata solamente a inizio stagione"chi si ricorda il nostro record a inizio stagione?
Anche un po' di sarcasmo, quindi, nelle parole del Barone, l'autentico leader di questa squadra, autore in pessime condizioni fisiche (anche durante questa gara è stato costretto a tornare negli spogliatoi per curare la caviglia malata) di sette punti e tre assist nel parziale iniziale di 13-2 che ha infuocato i 13 mila della New Orleans Arena.
Il primo tempo si è concluso sul 41-29, grazie alle incursioni di Wesley(18 punti per lui) e Davis, che ha letteralmente dominato Wade ( 1/8 per il rookie di Marquette, partita disastrosa), ma anche all'ottimo lavoro del sempre-eterno David Lynch, che nel solo primo quarto ha messo a segno tutti i suoi nove punti per poi tornare a dedicarsi al suo lavoro, rimbalzi e difesa. Per parlare di vecchietti, ottima la prova di P.J Brown, che ha dominato sotto le plance catturando 11 rodman.
Nel secondo tempo però è cambiato tutto, e il perchè ha un nome e cognome: Caron Butler, che si è letteralmente caricato sulle spalle la squadra e l'ha portata, con due tiri liberi, sul 73-71 con uno minuto e 47 da giocare.Mentre i suoi compagni continuavano a giocare l'esatto contrario delle prime due sfide (Jones ha dato di che scrivere ai suoi detrattori: 2/13 dal campo, mentre Lamar Odom ha chiuso con un pessimo 5/18 al tiro) il secondo- anno di Miami ha dominato l'incontro nel terzo quarto, conclusosi con un parziale di 21-16.
Complice del ritorno in carreggiata di Miami, la cocciutaggine di Floyd nel tenere in campo Darrell Amstrong nel terzo quarto: il play ex Orlando, nettamente debilitato dall'infortunio pre-gara 1, ha giocato 26 minuti senza segnare, portando a 62 i suoi minuti di utilizzo nella serie..per la cronaca, con un solo canestro dal campo.
Purtroppo per gli Heat, la squadra della Florida è arrivata stanca a pochi metri dal traguardo e non è stata capace di dare la zampata decisiva: "Ci siamo creati una buca immensa nel primo tempo, quando non abbiamo giocato bene in attacco e siamo andati a -12; abbiamo giocato poi due ottimi quarti, ma a due minuti dalla fine è sorta la stanchezza e siamo stati assaliti dalla confusione, soprattutto in attacco, dove non abbiamo seguito nessuno schema"solo uno contro uno!"
Queste le parole di uno Stan Van Gundy arrabbiatissimo con i suoi, rei di non aver seguito le sue indicazioni nei minuti finali della partita: sul -4, Caron Butler ha voluto fare il salvatore della patria ed è stato punito da Magloire, autore di una netta stoppata.
Il centro canadese è stato spedito in lunetta, dove ha messo in cassaforte il risultato: "E' stato bellissimo tornare alla vittoria, dopo gara 2 ci eravamo vergognati di noi stessi e se avessimo perso anche stasera"beh..la serie poteva considerarsi conclusa. Invece siamo ancora vivi e lo saremo anche nelle prossime partite: l'ho già detto e lo ridico, chiuderemo il conto in gara 6!"
Dichiarazioni di fuoco di Magloire, in una serie molto dura dal piano fisico, ma che non aveva ancora avuto screzi tra le due squadre: ma a 5 minuti dalla fine del primo quarto, si è sfiorata la rissa, con protagonisti Brian Grant e il suddetto centro di New Orleans"i due si ritroveranno contro ancora in due partite"non ci vuole un indovino per ipotizzare nuovi scontri!
Punteggi bassi, risse, difese dominanti, un Van Gundy in panchina"sbaglio o l'abbiamo già vista da qualche parte?
Domani sera, si giocherà gara 4: a contare saranno soprattutto le condizioni fisiche del Barone ("Ci sono abituato, sono i playoff Nba, non ci si può tirare indietro. Certo, riconosco di sapere che finita la stagione, me ne dovrò stare 3 settimane fermo immobile a casa mia, ma le emozioni che ti dà la post-season sono indimenticabili"), ma soprattutto gli attacchi delle due squadre.
Appurato che queste due squadre difendono, eccome se difendono, ogni azione offensiva sarà importantissima per le due squadre, ogni canestro dovrà essere sudato fino alla fine, ogni palla nel cilindro arancione sarà paragonabile a un goal: p-l-a-y-o-f-f-N-b-a al loro massimo, guyz!