Spurs, missione compiuta

Tony Parker: già  in forma NBA Finals?

Pratica archiviata: questo il responso di Gara-4 della serie tra San Antonio Spurs e Memphis Grizzlies.

Pratica archiviata per i campioni in carica che in quattro secche partite, vincendo l'ultima con il punteggio di 110-97, si sono sbarazzati con disarmante facilità  di una delle squadre più in forma del momento, una formazione pericolosa nonostante tutte le attenuanti che l'inesperienza e la giovane età  gli consegnavano.

Le prime tre gare avevano dimostrato quanto gli uomini di coach Gregg Popovich sapessero gestire al meglio le situazioni più importanti nel corso di un incontro, e quanto giocatori chiave come Tim Duncan e Tony Parker fossero in grado di salire di livello nei momenti più delicati delle partite, i pochi in cui i Grizzlies cercavano dei break.

Gara-4 si presentava più come una possibilità  di dimostrare il proprio orgoglio ferito dalle tre sconfitte per Memphis che come partita chiave per l'esito finale della serie.

Sicuramente però gli Spurs non avevavno intenzione di abbassare la guardia, per evitare di perdere concentrazione e di conseguenza una partita che, se vinta, avrebbe concesso ai campioni preziosi giorni di riposo supplementari.

Difficile pensare comunque ad uno scontro dello stesdso livello di intensità  di altre Gare-4 (Lakers-Rockets su tutte).

La partenza della squadra di Popovich infatti chiarisce sin dal principio quali saranno i temi della serata, che poi sono stati quelli visti per tutta la serie: palla in mano a Tony Parker dal quale parte la stragrande maggioranza dei giochi offensivi di San Antonio, e Memphis che in 4 partite, questa compresa, non è riuscita a trovare un antidoto ai pick and roll alti eseguiti in maniera chirurgica dal francese, che ha insistito sul “punctum dolens” della difesa avversaria come fece Elmer Bennett contro la Virtus Bologna nella serie finale di Eurolega del 2001.

La differenza tra quella e questa serie, oltre alla categoria ovviamente, sta nel fatto che la squadra che subì quella impressionante serie di giochi a due aveva opzioni offensive tali da rendere meno devastanti Bennett e compagni.

In questa di serie invece l'attacco dei Grizzlies non ha mai trovato il ritmo giusto per impensierire una difesa inarrivabile nel portare gli attaccanti, in particolari i penetratori, verso il centro dell'area tra le grinfie di maestri della stoppata quali Duncan, Horry e Nesterovic.

Primo quarto quindi dominato dal giovane playmaker transalpino, che realizzava 14 dei suoi 29 punti finali nella prima frazione che si chiudeva con San Antonio in vantaggio 32-21.

Il trend della partita non cambiava nei successivi tre periodi, in cui ancora Parker ed un precisissimo Robert Horry infilavano tiri da tre punti a ripetizione con percentuali irreali (8 su 10 in due), mantenendo la propria squadra in totale controllo.

Memphis si aggrappava a Pau Gasol, decisamente più convincente nelle 2 partite casalinghe, e ad un James Posey in formato “simil” regular season, ma i due, autori a fine serata di 42 punti in coppia con un 16 su 28 dal campo, non riuscivano mai a ridurre il gap a meno di 10 punti (57-45 a metà  partita, 87-72 a fine terzo quarto).

Ultima frazione quindi giocata in scioltezza per Duncan (più tranquillo del solito anche se con 26 punti finali ma non in doppia-doppia) e compagni, che chiudevano la partita con un comodo 110-97 tirando il 59% dal campo.

Bonzi Wells, eletto dallo spogliatoio a portavoce della squadra, commenta la serie con molta delusione ed una cospicua dose di rammarico: “E' imbarazzante: subire uno sweep non fa mai piacere, ma ricordiamoci che siamo una squadra da 50 vittorie in stagione; solamente avremmo voluto essere più pronti verso la fine dell'anno, intendo ai playoff“.

Ed in effetti non bisogna dimenticare che i ragazzi di Hubie Brown sono stati protagonisti di una regular season esaltante, conclusasi con la sorprendente qualificazione ai playoff e che ha portato all'esperto coach un più che meritato premio come Allenatore dell'anno.

L'appuntamento con questa squadra elettrizzante sotto molti aspetti è dunque per l'anno prossimo, quando i tanti giovani a roster saranno più maturi e più abituati ad atmosfere playoff.

Per i San Antonio Spurs invece la stagione entra nel vivo, con un secondo turno molto probabilmente contro gli eterni rivali Los Angeles Lakers, per una semifinale di Conference che vedrebbe opposte le squadre che si sono aggiudicate gli ultimi 5 titoli NBA.

Gli Spurs ci arrivano in forma sostanzialmente perfetta, riposati più dei futuri avversari e con la convinzione di essere ancora tra i grandi favoriti.

Il Tony Parker da 29 punti e 13 assist di Gara-4 ma in generale dell'intera serie si sta confermando come uno dei playmaker-realizzatori più immarcabili della lega, ed il già  citato pick and roll con l'amico Tim Duncan è diventato l'arma totale contro tutti i tipi di avversario, soprattutto in prospettiva Los Angeles, una della squadre più in difficlotà  nel difendere questo tipo di situazioni.

Quindi per l'ex di lusso Robert Horry ed i suoi nuovi compagni non resta che aspettare ed osservare davanti alla tv le gesta dei prossimi avversari in giallo-viola, Yao Ming permettendo…

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