Il postino anche a 40 anni non ha mancato di mettere il suo marchio sulla serie di L.A.
Los Angeles Lakers 92 @ Houston Rockets 88
La scorsa notte di play-off NBA ha consacrato le due finaliste uscenti come le più serie pretendenti a tornare a giocarsi il titolo, grazie a due eloquenti cappotti rifilati a New York e Memphis.
Le emozioni più intense però, si sono vissute al Toyota Center di Houston, dove i Rockets hanno ospitato per la seconda volta i Lakers alla ricerca di un colpo, forse decisivo, per gli esiti della serie.
Da una parte, i padroni di casa si sono presentati all'appuntamento sull'onda dell'entusiasmo per la bella vittoria di due giorni prima, mettendo a referto lo stesso quintetto base e dando quindi fiducia alla straordinaria vena di Steve Francis e Yao Ming, esordienti (è bene ricordarlo) di lusso in post season.
Dall'altro lato, tanto per cambiare, le cose si presentavano un po' più turbolente, con Gary Payton non proprio felice del proprio utilizzo, specie nell'ultima sconfitta, con George preferito ad uno spento e acciaccato Rich Fox in quintetto e con Bryant finalmente di nuovo in possesso dell'uso della parola, dopo l'autoimposta serrata post Sacramento, ma con problemi di stomaco prima della palla a due.
La partita ha rispettato le attese.
Il livello del gioco, se non proprio eccelso, almeno ha consentito di vedere al pubblico texano una pallacanestro di buona intensità , con Shaq e Yao pronti a rinnovare il proprio scontro, un match che doveva essere il motivo principale di interesse dell'intera contesa e che fino adesso è sembrato passare un po' in secondo piano, vuoi per la scarsa vena dimostrata fino ad oggi dal primo, vuoi per la mancanza di attenzione ai problemi dell'audience del secondo.
Per oltre tre quarti del gioco, coach Jackson avrebbe potuto dirsi soddisfatto.
I Lakers sono partiti non fortissimo, ma pur senza spezzare la partita hanno piano piano preso le redini del gioco, con percentuali al tiro finalmente all'altezza (entrambe le squadre finiranno con il 42% dal campo) e controllo delle plance (50 punti a 38 alla fine i punti in area pitturata).
Peccato per i tifosi angelini, che nell'ultima frazione, la difesa di Houston abbia fatto un notevole salto di qualità .
Per oltre 4 minuti, i Lakers non sono riusciti a mettere neppure un canestro, riuscendo a sciupare un vantaggio in chiara doppia cifra e i bianco rossi, grazie anche ad un Jim Jackson da 16 punti e 20 rimbalzi, hanno potuto allungare la gara all'over time.
A questo punto, il pubblico di L.A. avrebbe dovuto guardare a Shaq per concludere positivamente la serata, ma Yao continuava a marcarlo con più che buona tecnica, spendendo falli e molto cuore, quindi il proscenio se lo è conquistato Karl Malone.
Prima della gara, il postino era stato duramente criticato dai proprietari dei Rockets, che ne chiedevano la squalifica per gioco sporco.
La replica di Karl è arrivata sul campo. Il postino ha messo a segno i tiri decisivi, correggendo un tiro sbagliato di Fisher e infilando i tiri liberi del vantaggio finale sul sesto fallo di Yao, con tanto di rubata e rimbalzo decisivo.
Alla fine il suo bilancio ha detto 30 punti con 13 rimbalzi e condimento di dichiarazione pepata per i proprietari avversari: "Non sono minimamente interessato a quanto affermano. Non ci perderò il sonno. Io non voglio un lavoro da loro, non firmano i miei assegni e non voglio uscire a cena con loro. Sono venuto a L.A. per un motivo, vincere nei play-off e faccio quello che serve per riuscirci."
Detto che nessuna delle panchine ha dato un contributo decisivo al risultato finale, va segnalato sul fronte Lakers, l'apporto di un Kobe Bryant da 18 punti, con 6 rimbalzi e 5 assist, un Payton da 13 punti e 7 assist e finalmente 45 minuti e uno Shaquille O'Neal che evidentemente dovrà augurarsi di essere protagonista in un possibile secondo turno, ma che nel frattempo ha messo a segno un gara da 17 punti e 12 rimbalzi (anche se con 3 su 11 dalla lunetta).
Per gli Houston Rockets, Francis non ha ripetuto l'impresa di gara 3 ma ha comunque messo a segno 17 punti, con 6 rimbalzi e 9 assist, conditi però da 6 falli e 5 turnover, segnando uno score in doppia cifra così come tutto il quintetto di coach Van Gundy: Mobley ha infatti chiuso con 16 punti, così come il succitato Jackson, Cato ne ha messi 12 e Yao Ming 16.
Alla fine, proprio l'allenatore dei padroni di casa trova la chiave del successo avversario:"Quando abbiamo chiesto alla nostra ala grande di aiutare su Shaq o Kobe, abbiamo dato un piccolo vantaggio di tempo a Malone e lui è uno dei migliori lunghi tiratori della storia."
A questo punto, i Lakers sono in condizione di chiudere la partita e lo dovranno fare già mercoledì sera in gara 5 per non accumulare pressione e concedere a Houston la possibilità di prendere fiducia.
Ci riusciranno?
Match point Lakers.
Alla prossima".