Massacrati gli Hornets

Baron Davis a mezzo servizio, a causa del problema alla caviglia

93-63, 24,4% dal campo nell'intera partita (a un passo dal record negativo di sempre di Golden State, che nel 1973 segnò 27 tiri su 116 tentativi), 20 canestri dal campo (seconda peggior prestazione di sempre dopo i 19 di Portland nella serie contro San Antonio del 1999), 63 punti (seconda peggior prestazione nei playoff dopo i 54 di Utah in una gara 5 contro Portland), 11% dal campo nel terzo quarto, ma soprattutto 2-0 Heat nella serie: M-A-S-S-A-C-R-O

Eh sì, è stato proprio un massacro,un piccolo omicidio commesso da una squadra in grandissima forma opposta a un team che sembra non aver più nulla da chiedere alla stagione: questa volta gli Heat non hanno avuto bisogno di un miracolo, come quello di Dwyane Wade allo scadere di gara1, per vincere la partita, ma hanno compiuto una piccola operazione chirurgica sulla malcapitata New Orleans, sempre più in emergenza con un Baron Davis a mezzo servizio, a causa del problema alla caviglia che non lo lascia tranquillo per un secondo… e ora la situazione degli Hornets non è delle migliori!

La partita non è mai stata combattuta, con gli Heat a prendere le redini della gara già  nel primo quarto, concluso sul 28-17 a favore dei rossoneri grazie a un ottimo inizio di Lamar Odom, che ha dispensato basket in tutte le zone del campo; alla fine Lamarvelous ha segnato 13 punti con 6 rimbalzi e 4 assist: ottima prestazione, macchiata da qualche forzatura in attacco e da qualche fallo ingenuo di troppo.

Dall'altra parte il solo Davis cercava di produrre qualcosa, ma spesso erano più "conigli fuori dal cilindro" che tiri dettati da veri e propri schemi d'attacco:0/6 per lui nei primi dodici minuti di gioco, mentre Wesley, dopo un buon inizio con due triple, si è perso completamente, assieme al resto della squadra.
La musica è cambiata di un soffio nel secondo quarto, a causa anche dell'imprecisione dell'attacco di Miami, andato a segno solamente in sei occasioni per quindici punti totali: New Orleans non ne ha approfittato, vincendo il parziale solamente di due punti e andando negli spogliatoi con uno svantaggio di nove punti: 43-34 Heat.

Tornati dall'intervallo, i rossoneri di Van Gundy hanno messo il lucchetto al proprio canestro, costringendo Davis e compagni a tirare con l'11% e a segnare solamente dieci punti; grazie alla precisione nel tiro dalla media di Brian Grant (ottima partita per l'ex Kings e Blazers:15+11) e al trio delle meraviglie Wade,Jones e Butler gli Heat hanno messo il piede sull'accelleratore e hanno vinto il parziale del quarto per 23-10.

L'ultimo quarto è stato un autentico garbage time, dove Davis e compagni hanno continuato a non segnare, concludendo la partita con le pessime statistiche sopra elencate: molti sono i dubbi sulla conduzione della partita di coach Floyd, escludendo la sfortuna di non poter schierare Jamal Mashburn (negatogli il permesso di vedere le partite in borghese, dopo le dichiarazioni lesive all'immagine degli Hornets apparse sul Miami Herald) e un Barone in discrete condizioni fisiche.

Qualsiasi appassionato di basket con una leggera conoscenza del gioco, se fosse head coach dell'ex squadra di Charlotte, punterebbe la key of the game sui lunghi, cosa che gli Hornets hanno fatto pochissimo nelle prime due partite: è così difficile dare la palla in post a Jamaal Magloire, che potrebbe essere un fattore devastante nella serie e che invece sta viaggiando a undici punti di media, con il 35% dal campo?In gara 2 si è visto come un lungo del calibro di West, non un campione quindi, abbia potuto giocarsela, e avere la meglio in qualche occasione, con Grant o Haslem: non penso che Magloire farebbe di peggio.

Inoltre capisco benissimo che "quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare": ma se i duri hanno dei problemi fisici che li debilitano, perché lasciare solamente due minuti di garbage time a un play discreto come Shammond Williams, autore di ottime prestazioni nelle ultime partite di regular season?
Come detto prima David Wesley è stato protagonista di una prestazione pessima: il numero 4 ha segnato due triple a inizio gara.gli unici tiri dal campo che ha messo a segno, per poi cadere nell'anonimato più totale successivamente.

Darrell Amstrong ha un cuore grande come una casa, ma si è infortunato abbastanza gravemente alla caviglia nell'allenamento pre-gara 1 e sta giocando stringendo i denti,ma ha segnato un solo canestro nella serie in 36 minuti di utilizzo.
Sinceramente non si riesce a capire la conduzione di gara dell'ex allenatore dei Bulls, perdente nelle sue prime due gare di playoff e non certo in buoni rapporti con il leader della squadra, quel Baron Davis che nel secondo quarto ha chiamato un time-out da solo e ha parlato alla squadra: i segnali non sono dei migliori per New Orleans, che tra l'altro ha concesso 93 punti a Miami.

Queste le dichiarazioni degli Hornets a fine gara:
P.J.Brown: "Ci siamo scavati una bella e profonda buca, siamo sotto 2-0, ma non è la fine del mondo. Finora hanno fatto quello che volevano, da sabato saremo noi a fare quello che vogliamo. Torneremo qui sul 2-2 e gara 5 sarà  un autentico inferno"
Darrell Amstrong :"Non c'è nulla da dire,loro stanno giocando il miglior basket Nba e noi il peggiore.Dobbiamo ritrovare equilibrio tra tiro da sotto e tiro da fuori, e difendere meglio, con più grinta: questi sono i playoff, mentre noi sembriamo una squadra che sta giocando le prime partite di regular season"
Baron Davis:" Dobbiamo giocare meglio, non abbiamo ritmo in attacco e ci affidiamo troppo al tiro da fuori e ai pick'n roll.
Le mie condizioni? Non sto certamente bene,ma ora non è tempo di parlare, ma di dimostrare qualcosa"

E arriviamo ora ai vincenti delle prime due partite della serie, i Miami Heat che hanno riacceso gli entusiasmi degli spettatori, che hanno fatto registrare due sold-out in entrambe le partite. Difficile trovare l'Mvp di gara due: forse Brian Grant, ottimo in difesa e quasi impeccabile dalla media, o Caron Butler, diciotto punti per lui con una linea di fondo spaziale presa a Stacey Augmon (non proprio l'ultimo arrivato alla voce "difesa") o lo stesso Eddie Jones, che si limita ancora spesso a tirare dalla linea dei 7,25 ma che ha guadagnato sei tiri liberi contro gli zero di gara uno.
Si potrebbe puntare il dito su Dwyane Wade, protagonista silenzioso con 14 punti e 6 assist, o su Lamar Odom, ma sarebbe ingiusto per tutti i giocatori citati: è stata una vittoria di squadra, basata sulla difesa e sul contropiede (dopo il 18-0 di fastbreak di gara 2, gli Heat hanno ancora sconfitto gli Hornets per 18-10 in questa statistica) e su un grande spirito di squadra.
Queste le dichiarazioni degli Heat a fine gara:
Eddie Jones:"E' la prima volta che ci vedo difendere cosi bene per 48 minuti e i 63 punti di New Orleans ne sono la prova più chiara: continuiamo cosi e la serie sarà  nostra, senza alcun dubbio"
Stan Van Gundy:"Qualche sera la palla entra, qualche sera la palla esce:è semplice.Ma mi piace pensare che stasera i tiri dei nostri avversari siano usciti per la nostra grande difesa; ora siamo 2-0 ma non dobbiamo scomporci, dobbiamo vincere ancora due partite e poi potremo festeggiare

Ora si va a New Orleans, dove sabato si giocherà  la terza gara di questa serie, che appare essersi incanalata su un binario, quello rossonero degli Heat: a Davis e compagni il compito di tirare il freno a mano del treno e di cambiare l'inerzia della serie!

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