Tutto facile per gli Spurs

Tony Parker, miglior realizzatore di Gara-2 con 27 punti

Non sembra esserci partita tra San Antonio Spurs e Memphis Grizzlies, almeno questo è quello che ha detto il campo dopo le prime due gare disputate all'SBC Center.

Ad una Gara-1 in cui Tim Duncan e compagni avevano fatto valere la maggiore esperienza playoff ed il grande momento di forma è infatti seguita una Gara-2 sostanzialmente fotocopia della precedente, con gli Spurs in totale controllo dall'inizio alla fine.

Solo in un momento, alla fine del terzo quarto, la partita è sembrata riaprirsi, ma il solito determinante apporto di Robert Horry ha contribuito a respingere il debole tentativo di rimonta dei Grizzlies.

E sono proprio Horry, Tim Duncan ed un brillante Tony Parker i grandi protagonisti dell'affermazione di San Antonio anche in Gara-2 con il punteggio finale di 87-70.

Niente di nuovo nei quintetti iniziali, con Hubie Brown che rimane con il suo starting line-up classico riconfermando la fiducia a Mike Miller, decisamente sottotono in Gara-1.

E l'inizio di partita non sembra stravolgere quelli che erano stati i valori mostrati dall'incontro precedente: Miller e compagni con mani fredde in attacco e San Antonio che sfrutta alla perfezione la non sempre attenta difesa sui giochi a due Duncan-Parker per portarsi avanti.

Con un Tony Parker molto deciso nell'attaccare un timido Jason Williams ed una supremazia a rimbalzo più che netta, gli Spurs sono arrivati a metà  gara con un vantaggio di 11 punti, importante ma non totalmente rassicurante soprattutto contro una squadra che poteva esplodere da un momento all'altro.

Invece la squadra di Brown non è riuscita a sbloccarsi nemmeno alla ripresa del gioco, rimanendo sostanzialmente in partita grazie ad una discreta percentuale ai liberi ma soprattutto alla consueta pausa offensiva di San Antonio, agevolata anche dalla non brillante serata al tiro della coppia Manu Ginobili-Hedo Turkoglu(2 su 16 in totale).

Si è arrivati dunque a circa 3 minuti dalla fine del terzo quarto ad un paradossale, considerando quello che si era visto in campo fino a quel momento, 55-54 in favore degli Spurs.

Ed è proprio in quella delicatissima situazione che è venuta fuori tutta la classe e l'esperienza degli uomini di Gregg Popovich, che con due tiri da tre punti di Robert Horry e due penetrazioni tanto spettacolari quanto efficaci di un incontenibile Tony Parker hanno dato il via ad un terrificante parziale proseguito poi anche ad inizio quarto periodo, che ha chiuso definitivamente la partita.

Fondamentale dunque l'apporto dell'ex-Laker, soprattutto per il momento scelto dal 5 volte campione NBA per piazzare i suoi mortiferi jump-shot da 7 metri.

“Questa è stata la sua caratteristica peculiare per la tutta la carriera”, dice di Horry il compagno d'area Tim Duncan, “e credo che lo stia dimostrando anche qui da noi in queste ultime partite”.

Ovviamente delusi i giocatori e lo staff tecnico di Memphis, che pur giocando al di sotto delle proprie possibilità  era riuscita a rimanere agganciata prima di subire il parziale dei campioni uscenti ed uscire sconfitta con un secco -17.

“Siamo molto frustrati”, dice Pau Gasol, “non abbiamo giocato male come in Gara-1, anche se forse non ci abbiamo creduto fino in fondo, e questo è stato un grave errore che ci ha condizionato nei momenti chiave della partita nei quali invece gli Spurs hanno saputo tirare fuori il meglio del loro repertorio”.

Comprensibile scoramento per l'ala spagnola che ha chiuso con 20 punti e 11 rimbalzi in 37 minuti, ma che non è stato supportato dal resto della squadra, nel complesso ancora una volta impacciata nella fase offensiva ed incapace di scatenare il fenomenale contropiede di cui è capace, anche causa una notevole difficoltà  nel controllare i tabelloni (35 rimbalzi totali contro i 53 degli Spurs, di cui 12 offensivi).

Ed è proprio il momento di appannamento dell'attacco, ancora una volta tenuto al 36% dal campo, ad interessare, e preoccupare, Hubie Brown: “Se ci pensate noi abbiamo tenuto una media di 97 punti a partita in stagione regolare; uno degli obbiettivi di noi allenatori per i playoff era quello di riuscire a mantenere lo stesso numero di tiri e percentuali della regular season, ed è evidente che per il momento non ci siamo assolutamente riusciti. Il punto è questo: se prima ne segnavi 97 e adesso ne segni 70 sei sotto di 27”.

Laconico il commento di Brown, tradito nell'inizio di questa serie dai suoi uomini chiave e più in forma del momento: James Posey, che sta ricevendo le “cure” di un Bruce Bowen candidato fino all'ultimo ad insidiare il titolo di Difensore dell'Anno a Ron Artest (complimenti a RonRon), ma soprattutto Jason Williams, assolutamente non un fattore in queste partite nelle quali non solo non ha saputo contenere la verve del playmaker francese degli Spurs (ma questo ce lo si poteva aspettare), ma non è riuscito neppure a dare ritmo e continuità  ad un attacco privo di contropiede (17 punti in 2 partite) e paralizzapo dalla difesa schierata di San Antonio.

Adesso la serie si sposta a Memphis per Gara-3 e Gara-4, che si disputeranno il 22 ed il 25 Aprile a The Pyramid.

Saranno due incontri ovviamente decisivi per i Grizzlies, che non possono più permettersi passi falsi se vogliono ancora sperare di portare a casa la prima serie della loro storia.

L'apporto del caldo pubblico di Memphis sarà  determinante, come determinanti saranno ritmo e canestri veloci che i Grizzlies dovranno cercare di ottenere sin da subito per impedire agli Spurs di impostare la gara sui binari a loro più congenali, che hanno permesso a “Pop” di vincere per il momento anche il duello delle panchine con Hubie Brown.

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