Kobe e Karl. La nuova combo…

Anche se in silenzio-stampa, Kobe ha parlato con il suo gioco e ha portato L.A. ancora alla vittoria

Houston Rockets 84 @ Los Angeles Lakers 98

Come si può vincere una gara di play-off contro un avversario più che rispettabile, con il proprio centro surclassato dall'avversario diretto per la seconda volta in carriera, con il proprio play che tira per un fatturato totale di 6 punti e con la propria ala piccola che a referto mette invece la bellezza di 0 punti?
Chiedetelo ai Los Angeles Lakers, che la scorsa notte in gara 2 del primo turno di play-off della Western Conference, hanno saputo incrementare il proprio vantaggio nei confronti degli Houston Rockets a dispetto di tutti questi fattori negativi.
Per rispondere alle domande più sopra poste infatti, bisogna rivedere velocemente il film della partita.
Gara 2 parte negli auspici di coach Jeff Van Gundy, nella consapevolezza che la forma degli avversari è ben lungi dall'essere ottimale e che l'upset è tutt'altro che impossibile in questa serie.
I primi due quarti sono proprio di marca Rockets.
Shaquille O'Neal non riesce ad essere un fattore.
Commette tre falli in 24 minuti, non trova il ritmo gara ed è costretto a lungo in panchina. Alla fine dichiarerà : Ho cercato di fare piccole cose. Non ho realmente giocato i momenti importanti perché seduto in panchina per i falli, ma gli altri hanno elevato tutti i proprio livello.
Per la cronaca alla fine il suo fatturato sarà  di 7 punti e altrettanti rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate.
Dall'altro lato è Yao Ming a menare le danze con 21 punti totali conditi da 4 rimbalzi e un controllo dell'area molto simile a quello di una muraglia alla quale spesso il suo nome viene accostato.
Peccato però che il succitato bilancio del cinese, debba essere completato da un dato: del totale dei suoi punti, 14 sono segnati nei primi due quarti, e solo 7 di cui 6 nell'ultimo parziale, nella restante parte di gara.
Sì, perché come già  successo più volte negli ultimi anni., quando Shaq si prende una vacanza, Kobe Bryant si trova nella sua situazione tecnica preferita e anche in questo caso ne approfitta.
Nel terzo quarto di gioco, la guardia numero 8 prende in mano la squadra sfoderando aggressività  e dettando i ritmi del gioco. Alla fine il parziale parlerà  di un 30 a 18 di parziale, viatico ideale per concludere in relativa agevolezza la partita con il punteggio finale di 98 a 84.
Per Bryant, in 45 minuti di presenza sul parquet dello Staples sono da registrare 36 punti, con addirittura 16 su 17 ai liberi (una serie di viaggi in lunetta in realtà  contestati dagli avversari a fine gara), 4 assist, 4 rimbalzi e soprattutto una sola palla persa, peraltro commessa nella prima parte di gara.
Numeri che ne fanno l'MVP della contesa, nonostante dall'altra parte del campo Steve Francis abbia sfoderato una prestazione maiuscola in tutti i sensi, arrivando ad essere il quarto giocatore della storia di Houston a mettere a referto una tripla doppia (18 punti, 10 rimbalzi e 12 assist) alla sua seconda apparizione totale in una gara di post season.
Alla luce dei fatti, la differenza per i padroni di casa, oltre alla prestazione del numero 8 l'anno fatta la difesa, questa volta all'altezza di una squadra da play-off ed il bilancio fra assist e palle perse, che per i texani è stata di 20 assistenze e 10 palloni buttati, mentre per i giallo viola di 27 a 8.
Da segnalare che fra gli attori non protagonisti della serata, per i Lakers è stato Karl Malone a svettare, prendendosi responsabilità , tiri e passaggi e chiudendo con 17 punti, 8 rimbalzi e 4 assist.
Per i Rockets invece, Jim Jackson ha portato un altro fatturato pesante da 19 punti e nessuna palla persa, mentre per Cuttino Mobley si è trattata di un'altra serata in chiaro-scuro, con 9 punti e solo 4 su 11 al tiro.
Nel dopo partita, fermo restando il silenzio di Bryant che continua dalla gara di Sacramento, è stato ancora Shaq a fare la parte del buon fratello maggiore: Questo è il marchio di un buon team. Quando uno dei pezzi grossi resta con meno di 10 punti, ci pensa il resto della banda. Io sapevo che Karl non avrebbe mancato due gare di fila. Ha preso molti buoni tiri. Avevamo provato un po' di uno contro uno nel pre-gara e i suoi tiri sembravano davvero belli.
La contesa ora si sposterà  in Texas per gara 3, in programma il 23 aprile a Houston.
L'impresa per i Rockets sembra sempre più difficile, perché dare fiducia ai Lakers è un grande vantaggio per una squadra tanto assuefatta alla vittoria.
Le armi per fare male ai californiani però ci sono nell'arsenale dei bianco rossi e sfoggiarle davanti al pubblico amico sarà  assolutamente imprescindibile per un prosieguo possibile della serie.
Vantaggio Lakers.
Alla prossima.

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