Wade scaccia le paure di Miami

Il tiro decisivo di Wade

Quando ero piccolo e tutti i miei amici preferivano calciare un pallone invece che accompagnarmi su un misero campetto di basket, sognavo spesso di intraprendere la carriera di giocatore Nba.
Sostanzialmente, mentre iniziavo l'uno contro zero, fantasticavo di giocare la mia prima stagione alla grande, di venir premiato con il premio di miglior rookie e di giocare i playoffs"e, ciliegina sulla torta, sognavo di segnare il canestro decisivo nella prima prima partita di post season.

Ieri sera, dall'altra parte del mondo, un sogno del genere è stato realizzato, eccezion fatta per il premio di matricola dell'anno: Dwyane Wade, rookie di Miami proveniente da Marquette, ha deciso gara 1 della sfida playoff tra Heat e Hornets, grazie a un tiro a 1. 3 secondi dalla fine della partita che ha permesso ai rossoneri della Florida di portarsi in vantaggio nella serie.

"Sono sempre stato il tipo di giocatore a cui piace prendere i tiri importanti. Durante il time-out il coach ha detto il mio nome e mi sono sentito orgoglioso di tutto ciò: non potevo certo tradire coach Van Gundy!"

E così Wade ha portato Miami sull'1-0 dopo una partita non spettacolare, che gli Heat avevano iniziato un po' in sordina, forse per soggezione di fronte al record di sempre per quanto riguarda gli spettatori all'American Airlines Arena: 20.102 i posti occupati.

Dopo i primi dodici minuti (durante i quali Baron Davis è tornato negli spogliatoi per il riacutizzarsi dell'infortunio che lo aveva costretto a saltare nove partite nell'ultimo mese di stagione regolare), terminati sul 23-22 per New Orleans, la squadra di Van Gundy è andata in bambola e non è riuscita a trovare la strada del canestro per quattordici possessi consecutivi: naturalmente gli Hornets ne hanno approfittato per crearsi un piccolo vantaggio di nove punti.

Ma a quel punto sono tornati gli Heat di fine stagione, quelli capaci di vincere 17 delle ultime 21 partite, e con un controparziale di 13-2 si sono riportati in vantaggio, concludendo il primo tempo avanti per 43-41.

Nel terzo quarto, Miami ha aperto le danze con un parziale di 8-0 targato Wade e Odom: difesa, rimbalzi e contropiede hanno confuso le idee a New Orleans che, a 8 minuti dalla fine della partita, si trovava sotto 77-65, massimo vantaggio rossonero della partita.

Ma, forse a causa del braccino cestistico di Miami o della maggior grinta ed esperienza degli Hornets, la squadra di Floyd non ha alzato bandiera bianca e si è fatta sempre più sotto nel corso dei minuti, riuscendo a riportare il punteggio in parità  a 56 secondi dalla fine grazie a un tiro dalla media di P.J.Brown.

Dopo un tiro sbagliato da entrambe le parti e un infrazione di 24 secondi degli ospiti grazie al disturbo di Lamar Odom su Baron Davis, sul cronometro rimanevano 12 secondi da giocare.
Con giocatori d'esperienza e di grande talento come Eddie Jones e Lamar Odom sul parquet, Stan Van Gundy ha preferito affidare l'ultimo possesso al rookie Dwyane Wade, che ha palleggiato per 7-8 secondi per poi incunearsi in mezzo all'area colorata, da cui ha lasciato partire un tiro molto difficile, anche a causa dell'opposizione di Jamaal Magloire.

Nothing but net e vittoria Heat!

Delusi naturalmente gli Hornets, in primis Magloire: "Abbiamo buttato al vento una grande occasione, era una partita da vincere soprattutto per come eravamo riusciti a recuperare lo svantaggio negli ultimi minuti.Abbiamo fatto un grandissimo sforzo per tornare in partita, ma non siamo riusciti a difendere bene sull'ultima azione; non vedo l'ora di giocare gara-2, ho una grande sete di rivincita"

Prima partita di playoff per coach Stan Van Gundy e prima vittoria: "Ci tenevo a vincere,sarebbe stata dura perdere una gara cosi: per un gruppo appena creatosi, una sconfitta avrebbe avuto gravi ripercussioni psicologiche.
Il tiro a Wade e non a qualcuno più esperto? In quel momento non ho pensato a Dywane come a un rookie, ho solo pensato al bene della squadra: volevo qualcuno che segnasse..mi sembra di aver fatto una buona scelta""

Mercoledì, sempre a Miami, si gioca gara 2 di questa serie: la pressione è tutta su Miami, che deve vincere anche la seconda partita per mantenere il fattore campo e andare a New Orleans in piena tranquillità : per gli Hornets la serie si presenta durissima, quasi impossibile, tenendo conto dell'assenza di Mashburn e delle condizioni precarie di Davis e di Darrell Amstrong.

A giovedì!

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