Turco ha disputato una pessima serie. E' solo colpa sua?
Nessuno si sarebbe aspettato una serie così scontata tra la numero quattro del seeding e la numero cinque. Vane sono state le parole spese ad incitamento dei Dallas Stars, dopo che con la vittoria in gara 3 sembravano aver riaperto una serie che i Colorado Avalanche hanno in realtà avuto tra le mani dall'inizio alla fine.
Il punteggio finale di 4-1, volendo essere pignoli, sta anche troppo stretto a Colorado, cha ha dominato in lungo e in largo le ostilità , regalando il "contentino" agli Stars in gara 3, dopo aver sprecato un doppio vantaggio considerato erroneamente sufficiente per risolvere la pratica.
Nella terza partita, infatti, il copione delle prime due gare sembrava essersi inesorabilmente ripetuto, fino a quando un gol di Scott Young a due secondi dal termine del secondo periodo ha ridato speranza e fiducia agli Stars.
Dallas è rientrata in campo molto carica e Scott Young si è reso di nuovo protagonista servendo Philip Boucher per il goal del pareggio che ha portato le due squadre al supplementare.
La partita si è risolta con una prodezza di Steve Ott, che dopo appena due minuti ha beffato Rob Blake all'altezza della linea di metà campo e si è involato verso la porta difesa da David Aebischer, trafiggendolo sul suo palo.
L'iniezione di fiducia conseguente alla vittoria della gara non è tuttavia bastata agli uomini di Dave Tippet, che nella successiva sfida all'American Airlines Arena sono stati battuti dopo due tempi supplementari da un gol dello straordinario rookie Marek Svatos.
Colorado ha dunque preso il comando della serie per 3 gare ad 1 ed ha sancito la fine degli Stars, condannati anche dai numeri che li volevano perdenti in tutte e dieci le serie in cui erano andati sotto per 3-1 (nella storia della nhl solo 19 team su 200 sono riusciti ad ottenere il "come back").
Colorado, dopo i New York Rangers nel 1995, è la prima squadra ad aver realizzato due reti nel primo periodo per quattro match di fila.
"Non possiamo concedere due gol di vantaggio a Colorado in ogni partita" ha detto uno sconsolato Dave Tippet, che nell'intera serie ha visto gli Stars in vantaggio per un tempo davvero esiguo, pari a 17 minuti e 54 secondi, nemmeno un periodo intero.
La chiave dell'incontro è stata sicuramente il powerplay, che ha consentito agli Avalanche prima di portarsi in vantaggio grazie ad un gol di Milan Hejduk, bravo a raccogliere un rimbalzo, poi di condannare Dallas, che in superiorità numerica ha subito lo shorthanded gol di Joe Sakic, che ha chiuso un contropiede in 2 vs 1 dopo aver rubato il disco ad un Zubov irriconoscibile.
La sconfitta ha acceso le polemiche intorno al goalie Marty Turco e alla sua "doppia faccia".
Se nella regular season , infatti, egli risulta meritatamente uno dei portieri più di spicco nella Lega e detiene fra l'altro la migliore GAA in carriera tra i portieri (1.91), nei playoff, al contrario, fornisce prestazioni poco esaltanti e non compie il suo dovere nei momenti che contano.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la rete subita in inferiorità numerica da Joe Sakic, il cui tiro non è davvero parso irresistibile per un goalie che gioca la post-season.
La vicenda Turco pare tristemente vicina a quella di un altro goalie "da regular season", quel Roman Cechmanek, sempre impeccabile nelle prime 82 gare della stagione, ma condannato da errori disastrosi nella post-season che lo scorso anno pregiudicarono il cammino dei Philadelphia Flyers, che perciò decisero di cederlo ai meno quotati Los Angeles Kings la scorsa estate.
Nei confronti di Turco, che nel momento in cui scrivo è il peggior portiere della post-season in % in save (.840) e GAA (3.32), sono dunque state mosse le stesse accuse che aveva subito lo scorso anno, quando gli addetti ai lavori non lo ritennero impeccabile nei momenti clou della serie persa contro i Ducks.
I tifosi cominciano già a rimpiangere "Psycho Eddie" Belfour che a Toronto sta dimostrando ancora una volta la sua esperienza e la sua solidità nelle fasi più importanti della gara, come testimoniano i suoi tre shutout fino ad ora realizzati.
Gara 5 è stata solo una formalità per gli ormai lanciatissimi Avalanche, che si sono facilmente aggiudicati l'incontro con un perentorio 5-1.
Le marcature portano la firma di cinque giocatori diversi: Hendrickson, Konowalchuck, Forsberg, Hejduk e Sakic.
I quattro gol di scarto eguagliano il peggior passivo subito in trasferta dagli Stars, che furono sconfitti con la stessa misura in gara 1 delle finali di Stanley Cup 2000.
La squadra texana è rimasta scioccata e silenziosa al termine della disfatta e ovviamente sono già incominciati i processi della critica nei confronti di una franchigia costruita con il mai celato obiettivo di fare strada nella post-season.
A Dallas sono riemersi i problemi con i quali la squadra ha dovuto convivere per tutto l'arco della regular season, ovvero la difesa poco solida, una quantità industriale di dischi buttati via o regalati agli avversari, la scarsa protezione difensiva e soprattutto un numero inammissibile di penalità .
Colorado, invece, si è dimostrata molto solida e non si è spaventata dopo la sorprendete sconfitta in gara 3, riuscendo sempre ad imporre il proprio gioco sugli Stars.
Gli Avalanche, dopo l'eliminazione dello scorso anno al secondo turno ad opera dei Minnesota Wild, autori proprio di un "come back", sembrano avere tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo.
Un fattore determinante è sicuramente la presenza di Peter Forsberg che sul ghiaccio non manca mai di dare spettacolo con le sue favolose giocate, mentre per quanto riguarda Paul Kariya, ancora fermo ai box per una distorsione alla caviglia, non sono noti i tempi di recupero, anche se pare che l'ala ex-Anaheim sia in procinto di ritornare.
Chiudiamo con le three stars della serie:
1) Peter Forsberg: Domina la serie con 8 punti in quattro gare.
2) Joe Sakic: 6 punti e le solite grandi giocate.
3) Marek Svatos: Gol decisivo nella gara più importante e 3 assist in gara 5.